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VI giornata del fiocchetto lilla contro i disturbi alimentari

“Sono qui sia come sindaco che come socia dell’associazione “Mi nutro di vita” nata per desiderio di un padre che ha perso la figlia a causa di un arresto cardiaco dovuto alla bulimia”, ha dichiarato il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio durante una conferenza per celebrare la sesta giornata del fiocchetto lilla contro i disturbi alimentari, “e voglio ribadire come questa giornata non abbia colore politico. Quando è nata la prima giornata speravamo in un successo e abbiamo avuto la sala di Palazzo Ducale a Genova piena di persone. Oggi si ammalano di anoressia bambine di 8/9 anni e di bulimia anche donne di circa 50 anni, quindi questo distrubo è sempre più presente in ogni fascia di età. L’anoressia e la bulimia sono malattie a livello psichiatrico e questi disturbi sono in aumento anche perchè i modelli di bellezza della tv sono quelli della bellezza uguale magrezza per le ragazze e bellezza uguale muscoli per i maschi, che può tramutarsi in vigoressia, fame di muscoli. Se non si aderisce a questi modelli si viene considerati diversi e quindi presi in giro, ma bisogna il coraggio di essere diversi e non omologarsi agli stereotipi. Chi è malato è insicuro e non si accetta e occorre acquisire autostima. Io ho fatto parte del mondo della moda e questa esperienza è stata per me piena di luci ed ombre. Io controllavo il mio corpo perchè ero in un ambiente dove non controllavo nulla e negli Stati Uniti ho subito un tentativo di violenza, quindi in me si è accesa la volontà di annullare il mio corpo smettendo di mangiare e ho anche provato il desiderio di essere perfetta quando nessuno lo è. Nella malattia ci si sente soli e non ci si rende conto di essere malati e voglio ribadire come la bulimia sia peggio dell’anoressia perchè è meno visibile ed è raccontata ancore poco. Occorre tirare fuori le proprie emozioni ed imparare ad accettare le sconfitte. Nessuno di noi è perfetto e non bisogna vergognarsi a chiedere aiuto in ogni modo possibile quando si è vittime di questi disturbi. In questi ultimi anni si è diffuso un nuovo disturbo alimentare, la mamoressia, ovvero il fatto che una donna non accetta sul suo corpo i segni della gravidanza e una volta partorito smette immediatamente di allattare e torna in palestra per cercare di recuperare al più presto la forma fisica perduta”.

“La fascia d’età più colpita dai disturbi alimentari è quella dei 15/24 anni anche se in questi ultimi anni si è abbassata l’età d’esordio delle malattie”, ha sottolineato il dottor Valenti, direttore del dipartimento di salute mentale e dipendenze, “e presso l’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure abbiamo aperto una struttura, Villa Frascaroli, per le cure legate ai disturbi alimentari nella fascia 14/24 anni. In questi anni sono nati nuovi modi di stare male come, ad esempio, il tagliarsi ed il regolare sesso occasionale, quindi abbiamo dovuto adottare nuove forme di cure e d’intervento. Questa nuova situazione ci ha portato a cambiare lo schema delle cure e abbiamo capito che i soggetti malati hanno bisogno di continuità, quindi abbiamo creato un gruppo multifamigliare che ci permette di esaminare il malato all’interno della famiglia in modo da capire meglio la patologia di cui soffre”.

“Occorre condividere le riflessioni”, ha evidenziato il dottor Cerro, responsabile del centro Adolescenza dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, “e i dati dell’anoressia sono controversi, ma abbiamo potuto constatare come questi disturbi siamo in aumento acnhe nei paesi dell’ex Unione Sovietica e in Cina. I disturbi alimentari sono legati ad un modello di eccessiva magrezza e la magrezza viene percepita come un disturbo dell’identità. In alcuni casi i soggetti malati sono iperattivi e per controllare il corpo svolgono attività fisica in modo compulsivo. In media una persona guarisce completamente dopo cinque anni di cure e dopo un ricovero di circa 2/3 mesi la prognosi migliora notevolmente. Certe anoressie inziano con una semplice dieta e la nostrq equipe multidisciplinare mette la persona al centro della riabilitazione nutrizionale con pasti assistiti, colloqui con psicologi e psichiatri per capire come nasce il disturbo”.

“Voi giovani potete cambiare il vostro vivere e potete migliorare il mondo”, ha ricordato l’assessore regionale alla sanità Sonia Viale, “e dovete continuare a voler bene al mondo e a voi stessi. Io sono un politico e e devo dare ai medici gli strumenti per permettere loro di lavorare al meglio per queste problematiche”.

“In Liguria abbiamo delle ecellenze che tutti copiano e ne rivendicano la paternità”, ha dichiarato il signor Cardamone, presidente AIPA (Associazione Italiana Psicologia dell’Alimentazione e degli Stili di Vita), “e ho riscontrato nel mio lavoro che tra i più piccoli vi è ancora il piacere del movimento, mentre per i più grandi lo sport è un metodo di riscatto sociale. Ad ogni età facendo attività fisica viene voglia di mettersi in gioco e lo sport è un modo per migliorare il nostro benesser psichico anche perchè è un antistress e fare attività sportiva dà ottimi risultati anche nei casi di abuso di sostanze. Occorre guardare ciò che abbiamo e troppo spesso i ragazzi delle scuole medie sono lasciati soli anche perchè gli insegnanti non credono più al loro ruolo di educatori”.

“La malattia mentale è anocra troppo spesso un tabù e i genitori sono orientati troppo spesso a negare che ci sia nei propri figli ed è importante lavorare con centri vicino a casa in collaborazione con le famiglie”, ha concluso il sindaco Caprioglio.

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