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ATTUALITÀ

1 Maggio 2020. Festa del lavoro o dramma di chi lo sta perdendo?

Il 1 maggio è sempre stata una giornata di grande festa per i lavoratori.
Ormai da molti anni la nostra provincia vive un tragico crollo di tutte le attività lavorative. Quest’anno tale festa sarà ancora più amara, come è noto, a causa della pandemia per il coronavirus.
Il governo ha decretato la chiusura forzata di tutti i settori lavorativi non essenziali, nonchè la riduzione dei servizi ai cittadini.

Ci si chiede quale possa essere il futuro per chi lavora e per chi con difficoltà lo sta ancora cercando.
La Festa del Lavoro racchiude significati notevoli ed intensi. Molti ricorderanno le intense lotte, le fabbriche occupate, i tanti scioperi. In Italia, nel trentennio che va dai ’70 ai ’90 i lavoratori tutelati dai sindacati hanno combattuto ed ottenuto la realizzazione di alcuni diritti fondamentali.
Le rivendicazioni e il traguardo di determinati obbiettivi sono stati raggiunti grazie ai sacrifici delle maestranze. Forse oggi esiste una minore disponibilità alla contrattazione, probabilmente le famose “Tute Blu” sono solo una specie di ricordo storico- sociologico.
Al giorno d’oggi si percepisce la paura di contrattare come accadeva in passato.
Ci si lamenta, ma poi si accetta con remissività quelle che sono decisioni imposte.
Ricordo come le lotte per i diritti dei lavoratori hanno sempre avuto un importante
significato, inteso come prospettiva universale, infatti è sempre presente nella memoria
la celebre frase: “Lavoratori di tutto il mondo unitevi”.

In questo particolare periodo siamo subissati di proteste, quale sarà mai l’obbiettivo da parte del governo per fronteggiare le nostre richieste? Più tasse? Più tagli? Nessun rinnovo contrattuale? Decurtazione di stipendi e pensioni? Al giorno d’oggi si continua a ribadire come siano fondamentali alcune tematiche. Chi ha lavorato in passato ricorda come paradossamelmente, fossero maggiormente presenti meritocrazia, solidarietà, disponibilità ad apprendere la mansione, la famosa “gavetta”.

Anche prima del coronavirus, per i genitori che lavorano è sempre stato un problema dove “parcheggiare” i figli quando non vanno a scuola. Ricordiamo ciò che è noto da sempre… durante le vacanze (estive, quelle di Natale e Pasqua, stop didattici,) chi ha figli è sempre stato costretto a trovare una soluzione di tipo personale.
Alcuni possono avvalersi dei nonni, ma chi non li ha? Facile dire che esistono le baby sitter, generalmente private, ma in Italia mancano totalmente servizi pubblici strutturati
gratuiti per le lavoratrici/lavoratori, mentre sono presenti con successo in altre nazioni (molte appartenenti alla UE).Sorprende che solo ora alcuni esponenti politici si pongano la domanda: “Se si autorizza l’apertura delle attività lavorative e non si riaprono le scuole, dove mai i genitori lasceranno i propri figli? “ In questo periodo di pandemia è un problema sicuramente importante.

Ho già scritto sopra, come la lotta sindacale abbia conseguito notevoli traguardi. Noto però con rammarico, che ora, quello che il governo ci chiede non permette una “mediazione”, poichè non c’è facoltà per noi cittadini di esprimere mirate richieste, anche perché quello che ci offrono è soltanto una briciola (a differenza di altre nazioni UE) e soprattutto lo pagheremo tramite tasse.
A tutti i lavoratori auguro una serenità occupazionale poiché quando questa viene a mancare è un circuito chiuso che limita i nostri progetti.

Ritorniamo come in passato a scendere di nuovo nelle piazze per rivendicare ciò che chiediamo.
VIVA IL LAVORO!
BUONA FESTA DEL 1 MAGGIO A TUTTI.

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