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ATTUALITÀPOLITICA

Elezioni USA: la questione dei “grandi elettori”.

Dopo mesi caratterizzati da una feroce campagna elettorale, considerata da molti come una delle peggiori corse alla Casa Bianca di tutti i tempi, per toni e livello del dibattito, il grande giorno è arrivato e, domattina, il mondo conoscerà il nome del nuovo presidente degli Stati Uniti.
L’unico elemento che sembra accomunare la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump è l’elevato livello di impopolarità, tanto che l’elezione viene spesso etichettata come una scelta del “meno peggio”.
Gli argomenti su cui i due “nominee” si sono scontrati, anche nei tre “face to face” televisivi, variano dal secondo emendamento (quello sulle armi, per intenderci) ai rapporti con la Russia, passando per la questione dell’immigrazione, le politiche economiche e non ultimo il ruolo che gli Stati Uniti dovranno ricoprire nei prossimi anni in ambito di politica estera. Il tutto condito da scandali che non hanno fatto altro che inasprire il dibattito.

Tralasciando le argomentazioni portate dai due candidati, largamente conosciute data la comprensibile attenzione che tale evento suscita, e non potrebbe essere altrimenti, reputo interessante analizzare seppur a grandi linee e senza entrare in tecnicismi, il funzionamento del sistema elettorale americano in modo che si possa seguire con maggiore cognizione di causa l’andamento della sfida.
Il concetto fondamentale che bisogna tenere presente è quello di “grandi elettori”: in ogni stato, a ogni candidato alla presidenza è legato un certo numero di grandi elettori, che varia a seconda della popolosità  (55 in California), il candidato che si aggiudica il voto popolare in un determinato stato (anche con solo un punto percentuale di differenza) potrà contare sull’elezione di tutti i suoi grandi elettori, mentre nessuno di quelli appartenenti alle liste dei candidati perdenti verrà eletto. In sostanza, non è necessario ottenere la maggioranza percentuale degli elettori totali, ma aggiudicarsi un numero di stati sufficienti a garantire l’elezione di 270 grandi elettori su 538, cifra minima che garantisce l’ascesa alla Casa Bianca. I grandi elettori si radunano stato per stato il lunedì successivo al secondo mercoledì di dicembre e devono votare per un candidato alla presidenza e uno alla vicepresidenza. In generale, i grandi elettori possono votare per chi vogliono, tuttavia, essi rispettano il volere politico espresso dal voto popolare votando il candidato del proprio partito, solo in rarissimi casi, ininfluenti ai fine del risultato finale, è successo il contrario.

Michael Traman

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