E’ stato presentato, nell’ambito degli eventi di “Ottobre De Andrè”, il libro di Beppe Carletti dei Nomadi dal titolo “Questi sono i Nomadi e io sono Beppe Carletti”.
“Sono state programmate poche presentazioni di questo libro”, ha dichiarato Gino Rapa, portavoce dei Fieui di Caurggi, organizzatori dell’evento, “e per noi è un vero onore avere qui Beppe Carletti dopo che ha ricevuto la Fionda di Legno nel 2017”.
“Io non sono uno scrittore”, sottolinea Carletti, “ma questo libro racconta della mia vita e gli episodi raccontati sono i frutti dei miei pensieri che mi vengono quando, con il mio gruppo, sono in viaggio e guido. Il nostro gruppo nasce nelle balere e qui abbiamo cantato le canzoni di De Andrè, in particolare la Canzone di Marinella. Le balere sono, a mio parere, belle ed importanti perchè qui si respira un’atmosfera familiare e quando abbiamo iniziato la nostra avventura musicale io ed Augusto (Augusto Daolio, cantante del gruppo, deceduto il 7 ottobre 1992) eravamo due ragazzi di 18 anni che seguivano la loro passione. Per noi la musica è sempre stata un divertimento e pensavamo che le balere fossero il nostro futuro ma la voglia di divertirsi presente dopo la fine della guerra e la nascita del nostro gruppo al momento giusto ci hanno permesso di arrivare dove siamo ora. Noi non pensavamo di poter fare successo ed il successo è venuto per caso dopo un’esibizione di tre serate quando ci è stato offerto un provino che poi è andato bene. Per noi la figura di Guccini è sempre stata importante anche se lui era una persona molto pigra e dopo aver scritto Dio è morto ci ha detto senza peli sulla lingua che non avrebbe avuto successo ma è stata trasmessa da Radio Vaticana, Radio Capodistria e Radio Montecarlo e proprio noi siamo stati il primo gruppo che ha suonato a Radio Vaticana. Abbiamo anche eseguito cover di Elton John e partecipato cinque volte a “Un disco per l’estate” senza dimenticare le partecipazioni al Festival di Sanremo del 1971 e del 2006. Siamo tornati all’Ariston anche nel 2007 con Gianluca Grignani e nel 2010 con Irene Fornaciari e mi sento di dire che dal libro emerge la nostra coerenza perchè abbiamo sempre portato avanti le nostre idee ed il nostro modo di essere”.
“Negli anni 1966-1967 avevamo uno stilista ma ognuno si vestiva come preferiva”, prosegue Carletti, “e mi ricordo ancora che a Catania dopo aver cantato Dio è morto ci hanno tirato piccoli sassi. Io e Augusto siamo stati molto amici e abbiamo trascorso 77 giorni insieme a Riccione dopo essere cresciuti insieme e ci dividiamo i compiti senza dircelo. Abbiamo amato molto il gruppo perchè ci credevamo entrambi e dopo la morte di Augusto abbiamo preso due cantanti ma uno si ritira e ne arriva un altro. Tutti hanno lasciato il segno nel libro nel quale ho raccontato la verità e mi sento di dire che sostituire Augusto è stato difficile e perciò ho pensato di mollare tutto ma la sua famiglia mi dice di continuare. Sono andato ad Auschwitz tre volte con i ragazzi delle superiori partendo da Fossoli in treno e voglio dire che se i fan entrano nella tua storia è bello ma difficile”.
“Abbiamo fatto a Novellara un tributo ad Augusto con la presenza di Jovanotti, Fiorella Mannoia, Roberto Vecchioni e tanti altri ed il nostro gruppo, dopo sette mesi di stop nell’ottobre 1989, è ripartito alla grande”, conclude Beppe Carletti.