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Calciando in rete – La scienza e il gioco del calcio

E’ impensabile che un settore efficiente che segue osserva le dinamiche con cui la nostra società va avanti in tutti i campi della vita non abbia in questi anni fatto riferimento a studi ed iniziative di ricerca, condotte in prima persona attraverso i propri gruppi di studio e di lavoro. Ovviamente nel “rispetto” di uno sport che resta e deve rimanere semplice nella sua complessità, scusate il gioco di parole, nel Settore Giovanile si è cercato di individuare anche risorse tecnologiche avanzate per validare idee ed intuizioni nel campo dell’allenamento e della didattica giovanile (classico esempio di scienza al servizio del gioco). Per esempio in collaborazione con aziende leader nel panorama delle attrezzature specifiche del calcio si è studiata l’influenza delle pedane di gomma “instabili” sulle capacità di equilibrio e di forza delle gambe, assai importanti per una performance ottimale e per una corretta crescita funzionale anche in termini di prevenzione.Inoltre fra le tante iniziative, utilizzando la tecnologia GPS con una apparecchiatura prodotta in Australia, si è misurata la velocità, la direzione ed i chilometri percorsi durante la partita di centinaia di bambini che giocano a calcio. Attraverso questo studio si è stati in grado di elaborare la tipologia delle “mini partite”, cioè con condizioni regolamentari, strutturali e di tempo ridotte, più adatte sul piano tecnico e fisico, per i bambini dell’attività di base. Se ritenete che il calcio sia scienza, e volete capire come funziona, allora non vi sarete persi il programma di Discovery Channel condotto da Fabio Caressa nella prima produzione italiana originale di riferimento per gli appassionati di scienza e curiosità dal titolo “Come è fatto”,  diventato un vero e proprio format da applicare al calcio.Come è fatto il tiro ad effetto ci si è chiesti? Come fa Andrea Pirlo a calciare la famosa “maledetta”? Lo ha spiegato Nicola Ludwig, professore di fisica dei beni culturali dell’Università degli Studi di Milano, esperto in tecniche ottiche in infrarosso. In camice bianco sul terreno di gioco, il professore armato di computer e di strumentazioni scientifiche, ha dimostrato le leggi fisiche nel calcio. “Per un calcio di punizione basta applicare l’equazione dei fluidi di Bernoulli: è scientifico che il pallone che calciava Pirlo (ora che ha smesso dobbiamo dire così) ad un certo punto si abbassasse”. E inoltre. La fisica della rovesciata, oppure qual è il centravanti perfetto: “È quello che si muove meglio nell’area di rigore in riferimento al tempo di gioco e che è ossessionato dal gol”. Facile capire si stesse parlando del mitico Pippo Inzaghi attuale allenatore del Venezia. Ma non solo. Il professore ha spiegato come si debba calciare il rigore perfetto, dandone dimostrazione scientifica, con formule e valutazioni delle energie in gioco.È certamente una nuova maniera di vedere il calcio, ma si è potuto capire tante della sua magia. E’ persino possibile scrivere sulla lavagna la formula per cui Marco Materazzi non simulò quando ricevette la testata di Zidane, ed ecco i conti: il difensore azzurro è stato colpito da una forza pari a 160 kg/peso. Insomma, non proprio una carezza”. Ma l’equazione del calcio qual è, allora?: “Scienza+emozione=Calcio”.

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