A Giorgio Gallione, regista e drammaturgo, già Direttore Artistico del Teatro dell’Archivolto e poi del Teatro Nazionale di Genova, è stata affidata la regia del primo appuntamento 2025 della stagione lirica dell’Opera Carlo Felice. Si tratta della Traviata, una delle opere più amate di Giuseppe Verdi e che, insieme a Rigoletto e al Trovatore, fa parte della cosiddetta “trilogia popolare” del compositore di Busseto, momento di svolta nel suo percorso artistico nei primi anni Cinquanta dell’Ottocento. La sua messa in scena, come egli ha sottolineato, si rifà proprio al fatto che “Verdi pensò la Traviata come un’opera contemporanea, uno spietato inno alla vita ambientato nel presente di allora, senza orpelli o simbolismi, di una moderna, audace, ardente interiorità”. Partendo da tali riflessioni è nata l’ambientazione in un” luogo stilizzato , antirealistico, sterile, dove dominano vetro e ghiaccio, virato in un bianco e nero “ferito”, solo talvolta dal rosso del sangue e della vita che, comunque pulsa”.
Del resto questa versione di Giorgio Gallione, riproposta per la terza volta sul palcoscenico genovese (la prima fu nel 2016), proprio nella sua originalità d’interpretazione e nell’accentuazione dell’aspetto funereo della vicenda, presente anche nel Preludio (dove, come egli annota, “forse Violetta già muore”), ha trovato una cifra stilistica che funziona, accolta con calore dal numeroso pubblico, certamente anche grazie all’ottima resa musicale sotto la direzione di Renato Palumbo .
Il maestro concertatore e direttore, guidando con maestria l’orchestra del Carlo Felice (ottima anche la prestazione del Coro, diretto da Claudio Marino Moretti), ha messo in evidenza il dolore, presente dalla prima all’ultima nota dell’opera, riuscendo a ricreare l’atmosfera ricercata da Verdi, “pensando alla scrittura musicale, ma soprattutto alla parola verdiana che in quest’opera diventa quella della quotidianità. Con la sua forza , in questo caso, con i suoi grandi silenzi”.
Tale opera “perfetta” che rende omaggio alla breve ma intensa vita di Marie Duplessis, cortigiana morta sola a Parigi il 3 febbraio 1847, resa immortale da Verdi, che seppe coglierne la profonda sofferenza, ha trovato a Genova interpreti di notevole rilievo, a cominciare dalla protagonista Carolina Lòpez Moreno, giovane soprano boliviano-albanese, che con la sua splendente bellezza e le “phisique du role”, riesce ad affrontare e sublimare con notevole bravura e sicurezza il non facile ruolo di Violetta. Il tenore ligure Francesco Meli, come sempre osannato dal suo pubblico, è stato impareggiabile e pieno di passione nel ruolo di Alfredo Germont. Il padre di lui, Giorgio Germont, che senza pietà spinge la protagonista al sacrificio , interpretato da Roberto Frontali ha ricevuto calorosi applausi dal pubblico soprattutto quando ha intonato la celebre “di Provenza, il mar, il suol”.
“La Traviata”, gia andata in scena venerdì 17 gennaio alle ore 20.00 e sabato 18 alle ore 15.00 sarà rappresentata al Carlo Felice ancora domani, domenica 19, alle ore 15.00.
Claudia Sugliano