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Le Cose Belle di Milvia TarditoSPORT

CENGIO, PLAYOFF: A CHI C’ERA E A CHI NON C’ERA ❤️

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A chi c’era e a chi non c’era…. ❤️
Cengio in festa!
Un Pino Salvi così gremito di persone non se lo ricordavano nemmeno i più attempati.
È il tiepido pomeriggio di un fine aprile che vede disputare in casa il playoff ambito che potrebbe essere il trampolino diretto alla prima categoria.
… Viverli questi momenti… cercare di raccontarveli…
Già alle 15 e 30 le postazioni dei fedelissimi ultras granata erano calde ed echeggianti di cori, bandiere e striscioni.
Un fiume di gente, poi, poco a poco, con i tifosi della Rocchettese che ordinatamente hanno preso spazio nel prato, a lato della tribuna.
Clima di festa, clima di tensione.
La gara inizia, sono le 16 e 31, 11 ragazzi in campo e altri in una panchina trepidante, un mister, Moly “on fire”, come gli cantano, quando entra.
E la storia.
I 100 minuti, quasi, che diventano STORIA.
Per un paese che, diciamocelo, negli anni a venire, ha sempre patito e sofferto, su più fronti, sempre un po’ in disparte.
Sono le 18 e 21 quando il triplice fischio del direttore di gara sancisce la vittoria del Cengio, per un risultato di 3 a 1 sulla Rocchettese.
Il Pino Salvi è incontenibile, un’orda di gioia mista a stupore, i cori impazzano, i cuori scalpitano. Sono lì dentro anche io.
È il mio paese. Il nostro.
È il risultato di un anno calcistico di allenamenti, sacrifici, rimpatriate e birre, scommesse vinte da chi, a priori, ci aveva creduto: presidenti, dirigenti, calciatori, allenatore, tifosi…. Tutti.
C’erano tutti. Li ho visti io!
C’era Alfio, il vecchio, storico, capo ultrà, a cui negli anni è stata dedicata una seduta e me lo vedo, lassù, a stapparsi 6 o 7 Ceres, felice.
C’era Chami, e non era solo sulla maglia del mister o di chi, in questi mesi lo ha portato sul petto, inciso, con quella scritta rossa, lo abbiamo sentito tutti, sorrideva da lassù, abbracciava suo fratello e i compagni.
E… Penserete io sia matta ma, bé… A un certo punto m’è parso anche di sentire la sua voce… Il suo vocione inconfondibile.
Angelo! Angelo Santin! Ti abbiamo immaginato forte, attaccato alla rete, a esultare come un pazzo, come quando eri tra di noi….
E quanti altri ancora…. Solo per citarne alcuni dei nostri angeli, i più recenti…
Ma tutti, lassù e quaggiù, ieri, abbiamo visto il nostro grande paese animarsi e colorarsi di un rosso vivo, un granata che sembrava spento, un po’ scolorito.
È stato senza dubbio un giorno di festa, un riscatto, un nuovo inizio.
Potrò raccontare ai miei nipoti, un domani, dir loro: IO C’ERO!
E anche loro. In un coro armonico e celeste, che diceva più i meno così :
” I tuoi colori sventolo
i brividi mi vengono,
non mi stanco mai di te…
FORZA GRANDE CENGIO OLÈ“

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