È ufficialmente iniziata la nuova stagione della Champions League, con la UEFA che, a partire da quest’anno, ha adottato una nuova formula per la massima competizione europea. Negli anni, ci eravamo abituati alla fase a gironi e alla conseguente fase ad eliminazione diretta, con risultati che andavano anche oltre le previsioni degli esperti che seguono i cambiamenti di quota nelle scommesse live e non. Tuttavia, da questa edizione, non ci saranno più i classici raggruppamenti e le squadre partecipanti sono passate da 32 a 36, con una classifica unica a determinare le squadre che avanzeranno al turno successivo.
Quella di quest’anno sarà inoltre l’edizione del torneo più ricca di sempre, con i premi della Champions League che ammontano complessivamente a 2,5 miliardi di euro. Una cifra record nella storia della competizione, questa, che mai prima d’ora aveva messo in palio una somma simile.
Insomma, una nuova sfida per tutti i club che si sono guadagnati la qualificazione nella stagione scorsa, comprese i cinque italiani: Inter, Milan, Juventus, Atalanta e Bologna. Per le milanesi e i bianconeri, si tratta di un consolidamento in Champions, con la squadra di Thiago Motta che proverà a rifarsi dell’assenza dell’anno scorso e con le altre due che tenteranno nuovamente di arrivare fino in fondo al torneo. Per i bergamaschi e gli emiliani, invece, si tratta di alzare ulteriormente l’asticella, dopo il successo in Europa League dei primi e dopo il quinto posto della passata stagione dei secondi.
Per quanto riguarda il Bologna, in particolare, il club è tornato nella massima competizione europea a distanza di sessant’anni esatti dalla prima e ultima volta, quando vennero eliminati dall’Anderlecht al primo turno per via del lancio della monetina che stabiliva chi andava avanti in caso di pareggio (all’epoca non esistevano i rigori). Una storia sportiva molto sfortunata, quella dei rossoblù, che arrivavano dalla vittoria del loro settimo e finora ultimo scudetto.
Chi invece è riuscita ad andare ben più avanti all’esordio nella competizione è stata proprio una squadra ligure, che all’esordio nel torneo si spinse fino in finale in un’edizione peraltro anch’essa caratterizzata da una formula inedita: prima si giocavano gli spareggi e poi la fase a gironi, con due gruppi dal quale sarebbero uscite le due finaliste.
La quasi impresa della Sampdoria
Parliamo della Sampdoria, che nella stagione 1991/1992 arrivò a giocarsi la sua prima e tuttora unica finale in Champions League quando ancora si chiamava Coppa Campioni. I blucerchiati iniziarono il loro cammino europeo con grande determinazione, battendo al primo turno il Rosenborg sia all’andata che al ritorno, con un risultato complessivo di 7-1.
Nel secondo turno, i blucerchiati si trovarono invece di fronte ai campioni d’Ungheria dell’Honvéd, ma, anche in questo caso, riuscirono a dimostrare tutta la loro superiorità, vincendo 3-1 in casa e pareggiando 1-1 in trasferta. Risultati, questi, che quindi gli valsero un posto nella fase a gironi.
Inserita nel Gruppo A, la squadra genovese dovette affrontare avversari di alto livello come la Stella Rossa di Belgrado, l’Anderlecht e il Panathinaikos. Nonostante l’alto coefficiente di difficoltà, la formazione genovese chiuse al primo posto con tre vittorie, due pareggi e una sola sconfitta (contro i belgi in trasferta), guadagnandosi così l’accesso ad una storica finale. Fu una grande soddisfazione per tutto il popolo blucerchiato, che in quegli anni avevano in Vialli e Mancini i loro beniamini, guidati magistralmente da un guru del calcio dell’epoca come Vujadin Boskov.
Contestualmente, nel Gruppo B, il Barcellona allora allenato dalla leggenda del calcio olandese Johan Cruiyff si imponeva nel proprio girone superando Benfica, Dinamo Kiev e Sparta Praga.
Il grande evento andò dunque in scena il 20 maggio 1992, quando la Sampdoria scese in campo allo stadio di Wembley per affrontare la formazione catalana. Fu una partita molto combattuta, con entrambe le squadre che ebbero diverse occasioni per segnare. Tuttavia, il destino non fu favorevole agli italiani: al minuto 112 dei tempi supplementari, infatti, Ronald Koeman segnò il gol decisivo su calcio di punizione, regalando il successo di misura al Barcellona che poté quindi festeggiare la vittoria della sua prima “Coppa dalle grandi orecchie”.
La storia delle squadre liguri in Champions League
Le squadre liguri non hanno mai avuto grossa fortuna con le competizioni europee. Una squadra pluricampione d’Italia come il Genoa, infatti, non è mai riuscita ad andare otre la qualificazione in Coppa UEFA, mentre le altre non hanno mai avuto basi così solide per puntare così in alto. Tuttavia, c’è un’eccezione ed è quella che riguarda la Sampdoria, che tra gli anni Ottanta e Novanta era a tutti gli effetti una delle migliori realtà del calcio italiano, capace di imporsi anche in Europa (prima di raggiungere la finale di Coppa Campioni, aveva vinto la Coppa delle Coppe nella stagione precedente). Da allora, però, sono passati tanti anni e ora i blucerchiati militano in Serie B, mentre il Grifone punta ogni stagione ad ottenere una salvezza quanto più tranquilla possibile.