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ATTUALITÀ

Cibo “take away”: affare del futuro

Sono 1.249, nel 2019 le imprese liguri attive nel settore dei cibi d’asporto e pasti pronti – noto come “take away” – su 37.966 esistenti in Italia e crescono in un anno del 4,4% secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano, su dati del registro imprese relativi al 2019 ed al 2018. Un settore che in Liguria impiega quasi 4 mila addetti su 112 mila in Italia, con una crescita rispettivamente del 5,4% e del 3%. La ristorazione senza somministrazione è un settore in cui convivono forme tradizionali di preparazione dei cibi da asporto, come le rosticcerie, e altre emergenti, innovative nel prodotto e nel servizio. Importante, in ogni caso, è mantenere alta la qualità dell’offerta valorizzando pure il territorio ed i suoi prodotti, in un campo, come quello dell’agroalimentare, che è giunto a rappresentare una delle eccellenze e delle principali fonti di esportazione del made in Italy nel mondo. Inoltre sempre di più si cerca la qualità alimentare e molti non hanno tempo – e voglia, diciamo la verità! – di preparare i cibi; il “trovarne pronto” è più che mai di attualità!

Take away e cibi pronti: si tratta soprattutto di imprese specializzate nella somministrazione con asporto, ma sono inoltre al lavoro più di duecento imprese, che producono pasti, sughi e estratti pronti. Genova è prima in Liguria con 768 imprese attive (+6,7% in un anno). Seguono Savona con 223 imprese (+2,3% in un anno), La Spezia con 165 (+1,2%) e Imperia con 95 imprese (-2,1%). In Italia le imprese sono 37.966, +1% in un anno, circa 112 mila addetti rispetto ai 109 mila dello scorso anno (+3%). In Liguria gli addetti sono 3.908, di cui 2.699 a Genova e provincia, 545 nel Savonese, 470 alla Spezia e 194 in provincia di Imperia.

Il giro d’affari in Liguria per piatti pronti e take away vale una cifra intorno ai 136 milioni di euro su 5,5 miliardi in Italia. Genova da sola realizza un fatturato pari a 101 milioni di euro, seguita da Savona con 27,6 milioni; La Spezia è a quota 5,6 milioni e Imperia a 1,6.  Tra le regioni italiane, la prima è l’Emilia Romagna con 1,5 miliardi, seconda la Lombardia e terzo il Lazio.

 

Immagine da Facebook

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