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CRONACA

Cosa nobilissima fare “volontariato”!

Cosa c’è di più giusto e di più bello di fare volontariato? Certamente è cosa nobilissima e gratificante verso chi, del tutto gratuitamente, offre il proprio tempo e la propria buona volontà per portare aiuto a chi ne ha bisogno. I “volontari” sono tutti coloro che senza nessuna imposizione, scelgono di essere di ausilio agli altri senza percepire nessuna retribuzione, altrimenti se venissero pagati, che volontariato sarebbe? Ad usufruire della attività dei volontariati sono tutti coloro che, non autonomi, sono nelle reali condizioni di essere, aiutati, supportati da altri che, per essere nelle condizioni di portare aiuto, devono a loro volta essere in possesso di requisiti assolutamente necessari. In sostanza fare volontariato oggi non è poi così facile come possa sembrare: Occorre ad esempio nelle pubblicazioni assistite, fare mesi e mesi di preparazione, seguire corsi di preparazione tutt’altro che facili. Superare delle prove e dei test attitudinali e fare degli esami per ottenere la qualifica di “volontario del soccorso”. Per non parlare poi, del giusto e logico aggiornamento che costoro devono fare: aggiornamento previsto, peraltro, dalle normative vigenti che, guarda caso, impongono al volontariato sempre maggiore preparazione e professionalità per non scordarsi anche di quelle che sono le responsabilità cui si va incontro nel soccorrere gli altri. Il volontario finisce per fare un vero e proprio lavoro: e come tutti i lavori che si svolgono devono essere fatti con conoscenza, ben sapendo che chi sbaglia paga!Guidare un’ambulanza con la sirena attivata, portare giù un ammalato dal sesto piano, o peggio ancora, soccorrere una persona traumatizzata a seguito di un incidente stradale o sul lavoro, comporta responsabilità precise. Nel tentativo di fare del bene, se non si sa ciò che si fa, si può fare del male e andare incontro a seri problemi. I volontari sanno bene tutto ciò e proprio per questo frequentano i corsi di preparazione previsti dalle norme. Ma il nostro tanto amato Stato per i volontari cosa fa? Come li gratifica? Come li premia? Cosa restituisce a loro per quel lavoro e quei servizi, indispensabili alla popolazione, che lo Stato stesso dovrebbe garantire con del personale regolarmente assunto ed in regola? La risposta è pronta e facile: lo Stato non fa nulla, anzi, all’occorrenza è pronto a bacchettare chi sbaglia e chi, anche involontariamente, commette degli errori. Che le pubbliche assistenze, tutte e senza distinzione di etichette e di colori, svolgano un servizio di assoluta e primaria importanza. Credo, non ci sia proprio bisogno di rimarcarlo: bene vengano le varie “croci” a portarci il loro immediato aiuto nei momenti di necessità, ma vorrei che tutti ci rendessimo ben conto che questo servizio dovrebbe essere lo Stato stesso a farlo con del “suo perdonale”. Tutto ciò vorrebbe dire anche creare nuovi posti di lavoro e capillarizzare sempre meglio il servizio di pronta e immediata assistenza. Ma il governo, furbescamente, non lo hai mai fatto e mai lo farà! I politici sanno benissimo che gli italiani, popolo sempre pronto al mugugno ed alle lamentele, nel momento del bisogno riesce a farsi in quattro; lo Stato sa bene che i volontari non smetteranno mai di operare al suo posto! E di tutto ciò ne abusa e se ne approfitta. D’altra parte il volontariato è nato e nasce laddove lo Stato è latente o assente. Prendiamo ad esempio una cittadina come può essere la nostra Savona: città che con la periferia, conta oltre quarantamila persone che, ogni sera, vanno a coricarsi nei loro letti non sapendo nemmeno che, in città di notte è disponibile soltanto un’ambulanza della croce rossa ed una della croce bianca pronte ad uscire nelle emergenze notturne. Ma anche se i mezzi di soccorso fossero due per ogni croce il problema non cambierebbe di molto. Tutto ciò sarebbe, comunque, insufficiente. Immaginiamo che un autobus caschi in un dirupo o che un convoglio ferroviario abbia un grave incidente o che si verifichi uno scoppio in un palazzo. Casi, per l’amor del cielo, difficilmente realizzabili, ma comunque possibili a verificarsi. In questi tragici e malaugurati eventi che si fa? Chi v a soccorrere i feriti in giro di pochissimi minuti? Dove sono le ambulanze e gli uomini disponibili per dare un soccorso tempestivo ed efficiente? Prima che la “macchina dei soccorsi” possa muoversi nella sua pienezza, passerebbe tanto di quel tempo che i nostri feriti potrebbero morire tre volte! Perché allora, non pensare prima a queste evenienze? Perché facciamo finta di niente e non valutiamo quanto potrebbe accadere? Ma chi deve pensare a dare un servizio completo, pronto ed immediato alle persone in caso di immediato bisogno? Non mi state certo a rispondere che devono essere le croci a farlo: esse fanno quello che possono con le persone che hanno a disposizione in quel momento ed alle stesse non possiamo certo chiedere di fare i miracoli. Se c’è di notte un solo equipaggio, con una sola ambulanza parte quello! Nell’eventualità ci fossero più chiamate di emergenza in pochi minuti, occorrerebbero con la massima urgenza più ambulanze? Ci sarebbe da ridere, o meglio si spera sempre che non accada nulla di grave. Solo quando -siamo in Italia- ci poniamo il problema ed incomincerebbe il valzer delle accuse e delle responsabilità di un’assistenza mancata o fortemente ritardata. Un responsabile, peraltro, ci deve sempre essere e guai se così non fosse. L’unico vero responsabile è lo Stato: è lui che deve garantire la sicurezza di noi cittadini predisponendo un servizio di copertura e di assistenza adeguata e immediata. Lo faccia o lo organizzi on chi vuole faccia tutte le convenzioni che desidera, ma lo faccia anziché sperare che siano sempre le pubbliche assistenze a levarlo dai guai. E se c’è ancora una cosa che il nostro governo deve fare è quella, molto importante, di cercare, almeno, di gratificare in qualche modo il nobilissimo operato dei volontari a cui va riconosciuto il loro impegno e la loro dedizione. Forse sarebbe sufficiente un semplice diploma o una medaglietta ed un “grazie” detto al momento giusto e nella sede istituzionale giusta. Purtroppo non viene fatto nemmeno questo, della serie “tutto è dovuto”! Gli italiani e noi savonesi, andando a coricarci alla sera nel nostro letto, dovremmo essere per lo meno preoccupati e sperare che, nel momento di un eventuale urgente bisogno, qualcuno sia libero per poterci aiutare.

 

CARLO COLLA

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