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Genoa – Inter. Il mago Ballardini incanta i biscioni. I “top” e i “flop” secondo alcuni rappresentanti dell’Inter Club e del Genoa Club di Savona

Genova. Già per conformazione il “Luigi Ferraris” di Marassi rappresenta un’arena ideale per condensare e amplificare rumori, suoni ed emozioni. Se poi viene avvolto dalle musiche di Faber, il tutto acquisisce quel tocco magico e malinconico che solo le atmosfere della Superba sanno dare. Un omaggio al mai dimenticato cantautore genovese, nato il 18 febbraio di settantotto anni fa. La tribuna stampa è gremita. Tra le personalità di spicco nella tribuna immediatamente sotto alla nostra postazione ci sono Lele Oriali e Gigi Di Biagio: sarà lui a guidare l’Italia nelle amichevoli, “pre-mondiali” sarebbe bello poter dire, ma per gli Azzurri non sarà così. Perisic prende posto in tribuna con 15 minuti di ritardo rispetto all’inizio della partita. Chissà, magari non aveva mai provato la focaccia. Lo spettacolo della Nord ruba la scena ai giocatori delle due squadre che si riscaldano in campo. Quasi tutti pieni i posti sugli spalti. Alcuni di essi occupati dagli amici del Genoa Club e dell’Inter Club di Savona, con i quali abbiamo seguito la gara. Prima di cominciare, una battuta con Fabio Caressa, telecronista di Sky. Per lui, sarà pareggio.

Umori opposti. Di fronte, due squadre che hanno vissuto due stagioni agli antipodi. Da una parte, i neroazzurri, partiti con il vento in poppa. Si parlava di scudetto. I paragoni si sprecavano. Poi, il mese di dicembre ha portato una serie di risultati deludenti che hanno condotto la squadra ad abbandonare i sogni di gloria. Dall’altra, un Genoa rinvigorito dalla cura Ballardini e che doveva dare continuità agli ultimi buoni risultati per levarsi definitivamente dalle zone calde.

Così in campo:

Genoa (3-5-2): Perin; Rossettini, Spolli, Zukanovic; Rosi, Bessa (56′ Omeonga), Bertolacci, Hiljemark, Laxalt; Pandev (80′ Lazovic), Galabinov (77′ Lapadula). All. Ballardini

Inter (4-2-3-1): Handanovic; Cancelo, Ranocchia, Skriniar, D’Ambrosio; Gagliardini, Vecino (62′ Rafinha); Candreva (77′ Pinamonti), Borja Valero (76′ Brozovic), Karamoh; Eder. All. Spalletti

Il match. La gara inizia senza particolari sussulti. È il Genoa a fare la partita con un Pandev, ex di giornata, in grande spolvero. Prima, entra in area e da posizione defilata calcia addosso ad Handanovic. Poi, mette in mezzo un pallone, per la verità neanche troppo insidioso, che Hiljemark non aggancia e che Handanovic guarda infrangersi sulla traversa prima di afferrarlo. Il Genoa sembra padrone del campo, sospinto dal canto della Nord, un muro rossoblu che protegge le spalle di Perin. L’Inter fatica a imporsi e a ripartire con efficacia. Candreva mette in mezzo un pallone interessante per il giovane Karamoh, il quale però svirgola e spara sopra la traversa. In tribuna si parla di Icardi. Il grande assente che difficilmente avrebbe fallito una tale occasione. Si rivede il Genoa con Laxalt, premiato prima del fischio d’inizio per le sue 100 presenze in rossoblu, che crossa in mezzo per Galabinov, apparso abbastanza compassato, il quale spara a lato senza impensierire l’estremo difensore meneghino. Da segnalare, l’ammonizione di Ranocchia, che stende Pandev lanciato verso l’area da un delizioso tacco di Galabinov. Bel gesto tecnico di Perin che respinge una conclusione al volo di Candreva.

Allo scadere della prima frazione di gioco, il Genoa “volta la carta” che si rivelerà vincente. Mette in mezzo Zukanovic, Skriniar respinge calciando addosso a Ranocchia: la palla finisce alle spalle di Handanovic. 1 a 0 Genoa, si va negli spogliatoi. La ripresa si apre nel segno del Grifone che realizza il raddoppio: la difesa degli uomini di Spalletti respinge corto, calcia Laxalt e la palla finisce nei piedi di Pandev che fredda Handanovic mandando in estasi la Nord. L’Inter accusa il colpo. Ma prova comunque ad attaccare. Tuttavia, la buona fase difensiva messa in piedi da Ballardini e una manovra lenta e prevedibile impediscono ai neroazzurri di raddrizzare la partita. Ci prova due volte Karamoh dalla distanza con dei tiri che si rivelano velleitari. Chi nell’Inter sembra essere entrato con il piede giusto è il nuovo acquisto Rafinha. Anche lui, però, non riesce a cambiare l’inerzia della gara. L’arbitro fischia tre volte. I rossoblu vanno verso la Nord. “Genoa, Genoa, Genoa” viene seguito da “Il pescatore” di De Andrè. Cala il sipario e, forse, finisce anche la luna di miele tra Spalletti e l’ambiente neroazzurro.

Sommersi e salvati. Allo stadio, come anticipato, erano presenti alcuni rappresentanti dei club savonesi di Inter e Genoa, ai quali abbiamo chiesto di indicare chi per loro fossero stati i migliori e i peggiori in campo. I ragazzi del Genoa Club, guidati dal presidente Massimo Simoncelli, hanno conferito la palma di miglior giocatore a Pandev, definito “mostruoso”. Anche le prestazioni del nordico Hiljemark, che ha giganteggiato in mezzo al campo, e di Spolli (“Baluardo difensivo”) hanno impressionato. Nessun bocciato e, in effetti, è difficile trovare qualcuno che non si sia ben comportato tra le fila dei rossoblu. Di ben altro tenore, l’umore dei rappresentanti dell’Inter Club Savona che, a fine primo tempo, avevano lamentato la mancanza di gioco dell’Inter. Per Alessandro, Marco, Salvatore e Nicolò, bocciati lo spento Borja Valero, lo sfortunato Ranocchia e l’impreciso Candreva. Salvate le prestazioni di Karamoh, Rafinha e Cancelo.

Genoana doc. Ritornando verso la stazione, con ancora nelle orecchie le canzoni di De Andrè, scorgo una signora vestita di rossoblu seduta sull’autobus. Alda Cappa, 77 anni, è una tifosa storica del Genoa. “Tifo Genoa da quando ero bambina. Da qualche anno, con alcune mie amiche, vado allo stadio a seguire la squadra. Pensi, una ha ben 83 anni”, inizia a raccontare facendo scorrere sul cellulare immagini di Ballardini e di genoani in festa. “Merito del mister? Direi più che altro merito di tutta la squadra, che ha giocato egregiamente”, esclama soddisfatta. Le chiedo cosa ne pensa delle canzoni di De Andrè prima e dopo la partita e se non sarebbe bello proporle per tutte le gare casalinghe: “Adoro De Andrè. Mi piace ascoltarlo e penso che sarebbe una gran cosa sentire le sue canzoni prima di ogni partita del Genoa. Molto meglio delle canzoni commerciali che si sentono alla radio. Domani compie gli anni”. Eh sì, il verbo al presente, come se Faber fosse ancora vivo. Mentre la chiacchierata va avanti, la signora Cappa guarda la classifica. “Se siamo salvi? Meglio non abbassare la guardia, non si sa mai”. Infine, una battuta immancabile sui cugini blucerchiati: “Ho pochissimi amici della Samp. E se qualche blucerchiato mi chiede l’amicizia su Facebook io la rifiuto. Ho un nipote sampdoriano, un peccato! (sorride)”. Salutiamo Alda Cappa che ci ha permesso di chiudere il racconto della serata con l’immagine di un calcio pulito, genuino e, in questo caso, genoano!

(Tifosi del Genoa Club Savona, al centro il presidente Massimo Simoncelli)

(L’Inter Club di Savona presente a sostenere la squadra)

(Goran Pandev lascia il campo acclamato dal pubblico rossoblu)

 

 

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