Ottant’anni fa l’Armata Rossa svelava al mondo l’orrore del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e dell’Olocausto; una ferita dell’umanità da ricordare e da preservare nel cuore e nella mente di ciascun individuo, tragica testimonianza da passare di generazione in generazione affinché mai si abbassino l’attenzione e l’impegno a tutela dei diritti umani e delle diversità. A Genova il Giorno della Memoria è stato commemorato ufficialmente nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, teatro della cerimonia che ha riunito le massime autorità civili e militari oltre a numerosi studenti e cittadini.
“Il ricordo è importante e lo sgomento è sempre presente nonostante i fatti siano accaduti 80 anni fa”, dichiara Sua Eccellenza il Prefetto Cinzia Torraco, “e si è vissuto un tornante tragico di repressione nonostante la civiltà. La deportazione è stata organizzata dagli uomini con un’insospettata ferocia e milioni di morti sono stati causati dall’indifferenza; dobbiamo trasmettere ai ragazzi cosa è accaduto e proprio loro, a scuola, svolgono approfondimenti sul tema. La collaborazione tra l’Aned e l’Ufficio Scolastico Regionale ha un grande valore e le pietre d’inciampo tengono viva la memoria delle persone presso le loro case; lo Stato ricorda il sacrificio dei deportati e sono tanti gli eventi che permettono di non dimenticare quel tragico periodo. Dobbiamo lottare contro l’indifferenza senza dimenticare cosa è successo”.
Parole simili da parte del vicesindaco facente funzioni Pietro Piciocchi :”Genova è unita nel ricordo e oggi c’è un esame di coscienza sia individuale che collettivo ma dobbiamo tenere alta l’attenzione perchè tutto ciò non si ripeta; occorre mantenere viva la sensibilità mettendo la persona al centro. La nostra città ha pagato un prezzo alto con la deportazione degli ebrei avvenuta il 3 novembre 1943 e voglio ricordare Romana Serotti Rossi, una donna che tentò di salvare un gruppo di ebrei attirati in sinagoga con l’inganno proprio quel giorno; i Giusti tra le Nazioni hanno avuto un importante ruolo e a Genova era presente una rete che aiutava le persone a nascondersi. Bisogna costruire una città migliore guardando gli altri e chiedo aiuto ai ragazzi; chi salva una vita salva il mondo intero e Padre Kolbe ha detto al suo carnefice che l’amore salva il mondo. Dobbiamo stare attenti alle insidie di oggi verso la democrazia rimuovendo la cultura del disprezzo verso la vita che ci accompagna ed i giovani devono coltivare la passione civica attraverso esempi positivi; in quei giorni tragici alcuni si sono distinti lottando e sono stati molti i Giusti tra le Nazioni nella nostra città”.
“Quello dell’emanazione delle leggi razziali è stato uno dei giorni più bui perchè la città non si è ribellata ed in tal senso chiedo scusa”, prosegue il presidente della regione Marco Bucci, “ma dobbiamo ricordare cosa Genova non ha fatto e cosa le persone hanno fatto. La memoria delle Nazioni è collegata al passato per costruire il futuro e senza memoria non c’è futuro; serve un impegno reale e c’è fiducia nei giovani ma occorre lavorare per rispettare tutti dicendo no al razzismo. La Shoah non deve ripetersi ed i liguri fanno le cose bene nel rispetto del passato per la costruzione del futuro; la memoria serve per gestire, programmare ed eseguire il futuro dei ragazzi”.
“Il ricordo della Shoah e dei Giusti tra le Nazioni è importante e voglio ricordare che le leggi razziali del 1938 hanno anticipato lo sterminio con la norme per evitare i matrimoni misti calcolando la percentuale di sangue ebreo ammesso”, sottolinea Alberto De Sanctis, docente di storia delle dottrine politiche all’Università di Genova, “cancellando il libero arbitrio e la coscienza. I Giusti tra le Nazioni hanno dimostrato che la coscienza esiste ed è lecito disobbedire se le leggi sono disumane rappresentando un esercito di disobbedienti che in alcuni casi hanno pagato con la vita; la coscienza non può essere imbrigliata e questi eroi sono persone di nazioni, culture e militanze diverse. Nel 1903 sono apparsi per la prima volta in Russia I Protocolli dei Savi di Sion ma si è poi scoperto che sono una sorta di fake news creata dai servizi segreti dello zar; l’antisemitismo tedesco era presente nel sangue delle persone mentre quello italiano era più tradizionalista ed è diventato come quello tedesco dopo il Manifesto della Razza. I figli dei matrimoni misti in Italia se educati come cattolici potevano considerarsi tali ma non dobbiamo dimenticare che dopo il 1943 c’è stata una persecuzione fisica; a Genova era presente la sede della Delasem chiusa proprio in quell’anno ed il Cardinale Boetto, aiutato dal segretario Repetto, ha aiutato molti ebrei a fuggire. Dobbiamo fare memoria non solamente con il ricordo ma vigilando ed agendo e mi sento di dire che i carnefici, rinunciando alla coscienza, hanno fatto a meno dell’umanità; la memoria della Shoah è importante per i giovani evitando fake news e revisionismo. Il rapporto tra legge e coscienza è importante per far capire come in questo periodo storico si volessero eliminare sia gli ebrei che la coscienza senza dimenticare che l’Olocausto ha una portata universale; non dobbiamo tollerare alcun genocidio”.
“I Giusti tra le Nazioni hanno aiutato gli ebrei salvandoli”, evidenzia Giuseppe Momigliano, rabbino capo della Comunità Ebraica di Genova, “ma questo atteggiamento non è stato uniforme visto che il pregiudizio era fortemente radicato e la Shoah non viene fuori dal nulla. Serve conoscere i fatti per parlare di genocidio ma dobbiamo ricordare che un terzo degli ebrei è stato sterminato e c’era l’idea di uno sterminio completo”.
“Nel 2024 è stata consegnata una targa per ricordare l’impegno di Miriam Kraus per la conservazione della memoria”, riprende Filippo Biolè, vicepresidente ANED Genova, “e qui voglio annunciare due importanti decisioni. Sarà istituito un premio, in memoria di Miriam Kraus, destinato agli studenti che si sono distinti per l’attività svolta sulla memoria e le pietre d’inciampo della provincia di Genova saranno adottate dalle scuole; i nomi incisi devono far ricordare le storie delle persone”.
“Ringrazio i presenti dicendo che condividiamo le scelte dell’Aned poichè è necessario mantenere la memoria che è un grande valore e da qui si parte per crescere; occorre essere portatori di valori civici ed il dono dei testimoni è importante. Tutti devono fare proprio e cogliere il messaggio di solidarietà per rendere Genova e la regione un faro di civiltà”, conclude il dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Alessandro Clavarino.
Durante la cerimonia sono stati premiati gli studenti che hanno partecipato alla 23^ edizione del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”; l’evento si è concluso con la consegna, da parte delle Autorità, delle Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, ed ai familiari dei deceduti, deportati o internati, e destinati al lavoro coatto, per l’economia di guerra. Le Medaglie sono state conferite conferite alla memoria di Eugenio Biso, Lorenzo De Simone, Luigi Gaiaschi, Emilio Lattanzi, Pietro Pedron, Cosimo Salvatore Scialpi, Giuseppe Siffredi.