Fra le manifestazioni legate all’Expo, in corso fino al 10 settembre ad Astana, la giovane capitale del Kazakhistan, venerdi 21 luglio si tiene un concerto davvero unico. Nella sala del Teatro dell’Opera è infatti in programma la Sinfonia n 8 di Gustav Malher, conosciuta anche come Sinfonia dei Mille, un grandioso progetto voluto dal Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica del Kazakhistan e dall’Opera di Astana.
Si tratta della composizione più monumentale del celebre compositore tedesco, raramente eseguita, realizzata con oltre 1500 presenze sul palco, fra cui 1000 artisti del coro, 200 Voci Bianche e 300 professori d’Orchestra di tre città kazake ed una siberiana, con l’unica, prestigiosa presenza italiana di 20 elementi dell’Orchestra e di 40 Coristi del Teatro Carlo Felice di Genova. Sul podio, a dirigere l’eccezionale concerto, Alan Buribayev, giovane direttore kazako, Direttore principale dell’Opera di Astana, che dopo essersi diplomato al conservatorio di Almaty, l’antica capitale del Kazakhistan, è stato pluripremiato ai principali concorsi di direzione d’orchestra internazionali.
Il Teatro dell’Opera di Astana, inaugurato nel 2013, è un imponente, ma aggraziato bianco edificio in stile neoclassico, conuna grande piazza pavimentata. In una città giovane, divenuta nel 1997 capitale del paese per volere del Presidente della Repubblica, Nursultan Nazarbayev, questo colpisce proprio per il suo aspetto “tradizionale”, in contrasto con architetture avveniristiche , come quella della Sala da Concerto Centrale, un edificio iconico per dimensioni (ha la sala per musica classica più grande al mondo) e forma. La sua struttura si sviluppa infatti come i petali di un fiore (ma gli abitanti di Astana, la definiscono ironicamente Il cavolfiore), con un involucro rivestito di scaglie di cristallo azzurro-blu, che racchiude, oltre all’auditorium per 3500 persone, una piazza interna di 3000 m2, con negozi, ristoranti,spazi museali e due sale minori.
L’auditorium è completamente rivestito in legno sia all’interno che all’esterno, ricordando così la dombra, lo strumento musicale tradizionale kazako. Tale imponente realizzazione è un progetto italiano, dello studio Nicoletti e Associati, mentre il più tradizionale Teatro dell’Opera, di grandi dimensioni (64000 m2) e che unisce elementi di decoro classico con la necessaria funzionalità, si deve al team di Renato Archetti. In questo edificio, pur attendendosi alle tradizioni europee, ben visibili ad esempio nell’atrio, si è dato anche spazio alle caratteristiche locali, inserendo armoniosamente in alcuni ambienti lo stile kazako.