Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

CULTURAPillole...

IL MAESTRO GIANNI GIANNICI UN ARTISTA A TUTTO TONDO

Venerdì 24 febbraio 2023 è stata inaugurata, al Museo Trucco di Albisola Superiore, la mostra “Moiso & Giannici a tutto tondo” che rimarrà aperta fino al 29 aprile.
Tratterò un’altra volta del mio amico Giorgio Moiso, come vorrei venisse dedicato un evento all’altro amico Maestro Valter Boj, di cui a luglio 2023 cadrà il primo anniversario della sua prematura scomparsa.
Sono già trascorsi oltre tre anni da quel maledetto 17 gennaio 2020, in cui una telefonata di un’amica, di prima mattina, mi comunicava “Gianni si è spento, non c’è più….dopo 79 anni vissuti”.
Ho conosciuto Giovanni Celano alias Gianni o più semplicemente “Giannici” tardi, in forme repentine, forti e assai intense.
Sembravamo due alieni, io con un carattere scostante, impegnato in politica con il sogno della Bella Politica come servizio, Lui poeta, artista, disilluso dalla politica e dal PCI sin dai fatti del 1956, un intellettuale non più “organico” per dirla con Gramsci, ma disincantato come persona che per esperienze proprie o altrui, non si aspetta né spera più nulla di buono dalla Politica; disingannato, scettico e ritirato nel suo mondo di “luce e colori”.
Il suo continuo refrain che mi rivolgeva in forme e tempi ossessivi come un black & decker martellante era “Bruno, lascia la Politica, tu sei un’anima garbata, gentile, kindness, la Politica non fa più per te, devi scrivere libri, poesie e saggi…ti aiuterò io che conosco gli Editori giusti”…….così diceva mentre sorseggiavamo le immancabili amate “bollicine” al Rumballion di Calata Sbarbaro o al Re Mescio Le Bistrot, o al Bar Testa di Albissola Marina, ma soprattutto nella sua nuova casa studio di Quiliano o al mio Openspace de “A Spagnolla”.
Ci siamo conosciuti in Piazza Sisto nell’aprile del 2015, annusati, piaciuti e mai più lasciati.
Cinque anni di vita intensa e sinergica (come se ci conoscessimo da sempre) intervallati da qualche litigio iracondo e di breve durata a causa della Politica e dei Social; scontri, musi lunghi a durare qualche giorno di silenzio assoluto, per poi riprendere con il solito messaggio WhatsApp “ci vediamo stasera a cena alla ex Faraccia Farinata di Tatiana a Quiliano.
Non mi perdonò mai “un amore rubato ed effimero” su cui manterrò il più assoluto silenzio; una colpa di cui mi liberò a pochi giorni dalla sua morte scrivendomi il 6 gennaio 2020 “Buongiorno Bruno, come stai? Io sempre qui rinchiuso…. mi curo e speriamo bene anche perché se non lavoro impazzisco. La cosa buona è che ho tolto definitivamente l’account di fb, mi sento sollevato, mondo che non fa per menti alte e induce a ridurle. Ti voglio bene e ti stimo, son certo che ne uscirai più forte di prima. 🤗😘🤗……..Meglio gli amori non troppo giovani..!!!! Ce la farai, io prego per te, sono molto amico del Capo!!!!! La cosa che ti consiglio è di scrivere un romanzo su questa avventura, sei bravo e ti aiuterà a capire!!!!! E poi può diventare un successo editoriale, sono molto amico di una brava editrice di nicchia!!!!! Dai è un’idea. Ti voglio bene.” Alla mia risposta con tre emoticon del sorriso, conclude “Il fatto che ti abbia fatto sganasciare è già positivo!!!!! 😊😊😊”.
Gianni era fatto così in una stramba non decodificabile sinergia tra una insensata iracondia e una dolcezza smisurata.
Ciò che più mi attraeva di Gianni era la luce dei suoi occhi sgranati e curiosi, incardinati in un viso da guitto con la sua boccuccia a “culo di gallina” che sembrava prendere in giro il mondo intiero e la sua devastante malattia.
Mi veniva un subbuglio nell’anima ogni volta che ci incrociavamo con gli occhi come in trans; Guardavo negli occhi il Maestro e ne rimanevo come attratto da una calamita; vedevo in Lui un mix tra Charlie Chaplin e l’avatar di Chopin della poco nota ma intensa canzone di Gino Paoli. Gianni emanava un’empatia immediata, quasi di pancia, correlata a una malia di fascinazione, d’intelligenza vivacissima, di una amabilità e tenerezza senza limiti: un innocente bambino mai cresciuto.
Poi ho finalmente capito che quest’ultima era la relazione più comune delle nostre inquiete sensibilità e della nostra alterata identità!
Lo “strano” miracolo della nostra relazione amicale, condita anche di particolari complicità, consapevoli correità e volute connivenze, era che sembrava non datata, quasi metastorica e cosi duratura nel tempo da perdersi nei meandri delle nostre vite vissute.
In buona sintesi ci conoscevamo da un anno e mezzo, ma sembrava che ci frequentassimo da sempre; dialogando di vite, passioni, amori, religiosità, fede, scelte, libero arbitrio, donne, motori, politica, criticità del Mondo, cultura, poesia, canzoni e arte.
Noi diversamente giovani, con la pretesa di rimanere eternamente bambini, tra verità sussurrate, bugie innocenti, promesse da marinaio, sguardi ammiccanti alle forme delle belle donne e baciamano che lasciavano il segno (facendomi sbellicare dalle risate).
Insomma Chopin, canzone di Gino Paoli da un Testo di Joan Manuel Serrat… “metà Santoni e metà facce da schiaffi che hanno l’innocenza dei Bambini e la dolcezza dei Cretini”; Ed è cosi che spesso giocavamo la carta che ci dava il momento, perché “Domani”, domani è, appunto, solo un avverbio di tempo o, come direbbe Piero Ciampi, un Giornale di ieri!
Gianni Giannici era un artista a tutto tondo tra più autorevoli e apprezzati della Scuola di Albisola e del suo periodo magico degli anni sessanta. Cresce e si afferma nelle due Cittadine liguri capitali della Ceramica al fianco dei più grandi Artisti del tempo, al punto che, nel 1964, il maestro Tullio di Albissola gli darà il suo studio a Pozzo Garitta.
Gianni è un poeta, un letterato, un Chansonnier, un mimo, un attore, un guitto ma, soprattutto, un pittore sublime, uno scultore delicato e un ceramista straordinario.
Gianni nasce con il Disegno connaturato già nella sua infanzia piacentina e il modo in cui impugna nella mano le decine di matite colorate nell’atto del creare, rappresenta un’emozione fortissima per Chi, come me, ha avuto la fortuna di vivere quel momento.
Ciao Gianni, ciao fratello e amico mio!
Bruno Spagnoletti

Rispondi