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Il giorno dopo la tempesta

Oggi il tempo è migliorato ed il sole è tornato ad illuminare le strade,gli alberi,le facciate zuppe di pioggia ma i danni sembrano infiniti: voragini sulle strade, smottamenti,la notizia di stamattina è di un’interruzione fra Spotorno e Noli, ardesie divelte, alberi pericolanti, e precauzioni conseguenti, a volte poco comprensibili,come voler tenere chiusi i cimiteri proprio in questi giorni; pare  comunque che molte ordinanze siano state revocate. La prudenza certo non è mai troppa, ma gli alberi che possono cadere non sono solo nei cimiteri e non succede da un momento all’altro! Nessuno poi,impedisce ai surfisti di affrontare i marosi; anche loro possono essere a rischio e dipende dal loro buon senso porre in mare le loro “tavole”. Difficilmente qualcuno l’avrebbe fatto la sera di lunedì, quando la tempesta si è scatenata, ma gli altri giorni,se il mare viene ritenuto abbordabile, gli appassionati della corsa sull’onda fanno la loro comparsa! Nessuno può nemmeno impedire a costoro di infischiarsene di tutto e mentre vento e mare schiantano parapetti, frantumano vetrate, proiettano per le strade rami, detriti e suppellettili di locali devastati, loro forse  pensano se, il giorno dopo, si potrà fare un salto sulla spiaggia! Per loro il clima ed i cambiamenti climatici, veri, supposti od inventati, sono solo un modo per testare se è possibile esercitare le loro passioni!  Perchè pertanto impedire l’accesso ai cimiteri a chi  vuole recare il tradizionale ricordo ai propri cari defunti; provvedimento che fa il paio con il divieto, decretato in parecchi comuni l’estate scorsa, forse pochi lo sanno, di apporre fiori freschi sulle tombe,a causa dell'”emergenza rifiuti” , misura che era stata criticata dalla Coldiretti che così si era espressa: “Una assurda restrizione che finisce per penalizzare il piu’ naturale degli omaggi ai propri defunti a favorisce alternative certamente meno sostenibili dal punto di vista ambientale come i fiori di plastica. E’ paradossale che le ordinanze dei sindaci mettano il dito sull’inquinamento provocato da un fiore che appassisce, mentre in molte delle nostre citta’ sono sempre piu’ frequenti le piccole discariche a cielo aperto provocate dai rifiuti che strabordano dai cassonetti. Mini discariche urbane nelle quali proliferano i topi, litigano le cornacchie e i gabbiani e addirittura razzolano i cinghiali”.Coldiretti considerava anche il lato economico per un settore che“vale oltre 2,4 miliardi di euro con circa centomila addetti e un saldo attivo tra export ed import di oltre 180 milioni di euro. Arriva dunque un danno all’economia e al rituale omaggio ai defunti, che nella sua assurdita, sembra determinato piu’ dagli effetti dei colpi di calore che della ragione”. Entrambi i casi fanno parte di un  cambio di mentalità che purtroppo è più ancora più triste ed amaro dei cambiamenti climatici e dell’emergenza rifiuti; e se il cambiamento climatico è supposto, l’inefficienza delle aziende cui è affidata la raccolta dei rifiuti è invece manifesta!

Immagine: foto di Sara Pastorino

 

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