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Jacek Berruti impersona Coppi

Il 15 settembre 1919 nasceva Fausto Coppi, l’indimenticabile “campionissimo”, l'”Airone”, che animò gli italiani del secondo dopoguerra di entusiasmo non solo sportivo, ma di spirito di rinascita e di affermazione, dopo le rovine della guerra; la Rai ha dedicato al grande ciclista, uno dei più grandi, il documentario-film “Coppi 100 – Centenario della nascita” andato in onda nel pomeriggio di ieri su Rai 2, e che verrà riproposto questa sera alle ore 21.05 su Rai Sport. Fausto Coppi è stato impersonato, per talune scene salienti del racconto biografico, da un valbormidese, da un “figlio d’arte”del ciclismo ovvero Jacek Berruti, di Cosseria, figlio di Luciano Berruti, il compianto ed amato ciclista delle “eroiche”, l’ ideatore e fondatore del Museo della Bicicletta di Cosseria, scomparso due anni fa, proprio in sella all’adorata bicicletta.

Scrive Jacek Berruti sulla sua pagina Facebook: “Il mio compito è stato quello di riproporre il suo record dell’ora, quello del 1942. Grazie a Luciano Moretto e Rinaldo Passarotto abbiamo imbastito la bici e l’abbigliamento per curare al meglio i dettagli, il resto è toccato a me – prosegue – Avere il Velodromo Maspes-Vigorelli tutto per me è stato incredibile, farlo nei panni del Campionissimo, ancora di più. Intorno a me amici che urlano ‘Fausto! Fausto!’. Adrenalina alle stelle. Il vento in faccia, i pedali che girano veloci e il cameraman che a un certo punto mi dice: ‘Scusa. Ma per esigenze sceniche dovresti andare più piano’. Io rispondo ‘Ok’. Cosi d’istinto. E abbasso subito il ritmo, ma nella testa invece il pensiero è un altro. Sono Fausto Coppi, andare piano mi è impossibile. Un grazie al presidente del Comitato Velodromo Vigorelli per il provvidenziale aiuto quando ho rischiato di perdere la ruota. 

Angelo Fausto Coppi nacque il 15 settembre 1919 a Castellania, da quest’anno Castellania Coppi, il 15 settembre 1919; uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi, vinse cinque volte il Giro d’Italia (22 tappe e 31 giorni in maglia rosa), due volte il Tour de France con 9 tappe e 19 giorni in maglia gialla, cinque volte il Giro di Lombardia, tre volte la Milano-Sanremo, quattro volte il campionato italiano su strada, una volta la Parigi-Roubaix e la Freccia Vallone. Si aggiudicò pure il titolo di campione del mondo su strada e su pista e stabilì il record dell’ora con 45,798 km nel 1942. Nota e proverbiale la rivalità con Gino Bartali che caratterizzò le stagioni ciclistiche del dopoguerra. Conosciute ed oggetto di commenti contrastanti le sue vicende sentimentali, alla ribalta da quando iniziò, negli anni 1950, la relazione con Giulia Occhini, l’affascinante “dama bianca” da cui ebbe un figlio, Faustino, nato nel 1955; una figlia, Marina, nata nel 1947, gli diede anche la moglie Bruna Ciampolini, sposata a Sestri Ponente il 22 novembre 1945. Le circostanze della morte, altrattanto note, furono, tristemente, al limite del reale: il “campionissimo” si spense il 2 gennaio 1960 a Tortona, per una febbre malarica contratta in Africa e non riconosciuta, in apparenza, dai medici.

 

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