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L’ enigmatico “reset” biancoblu

luca tabbiani e la panchina

In informatica, resettare significa azzerare le operazioni svolte da un elaboratore e di conseguenza riavviare;in pratica riportare alla condizione di partenza per cercare di correggere un errore. In senso lato, e quindi anche nell’utilizzo di tipo calcistico, che è quello che prenderemo in considerazione,”resettare” sta per provare ad uscire da una situazione negativa per ristabilire il clima adatto per ritentare a centrare l’obiettivo di partenza. Resettare il passato (coincidente con l’epopea Tabbiani) e guardare avanti (attraverso la cura Chezzi) è quanto è stato posto in essere dai vertici del Savona Calcio al termine di una triade di risultati (zero punti in 3 partite) che non lasciava a quanto pare nè tempo nè spazio nè scampo. Detto di una decisione che immaginiamo sia stata sofferta e ponderata visto che il rapporto con l’oramai ex tecnico degli striscioni si fondava su intenti di “progetto comune, “condivisione assoluta”, “pensiero all’unisono” come sottolineato fin dal primo momento e ribadito ancora recentemente con la dichiarazione : “Società, dirigenza, allenatore e squadra sono una cosa sola”, che tuonava come un atto di fiducia a tempo indeterminato, il punto ora è quello di prendere in esame la bontà di indirizzo e la capacità di inserimento del neo coach Marcello Chiezzi, al quale viene chiesto di cimentarsi per recuperare le posizioni via via perdute. Superando pertanto il tema relativo alla scelta giusta, vale a dire se fosse il caso o meno di arrivare ad un cambio della guida tecnica (mi hanno insegnato che chi mette i soldi e si assume le responsabilità, viva Dio!, decide), ora il tema caldo si è spostato dal perchè, al “come?” e soprattutto al “con chi?”, della serie : chi lascia la vecchia strada per la nuova sa da cosa fugge ma non sa che cosa trova.  Proprio così. Ieri infatti, al “Picasso” di Quiliano, i pochissimi che hanno assistito all’esordio del nuovo coach (fra questi noi dell’Eco) hanno potuto subito constatare che l’establishment  che coadiuvava il primo allenamento del nuovo trainer era rimasto del tutto invariato, con il preparatore atletico Sciarrone  alle prese con i 19 atleti presenti (mancavano in 3 : Cammaroto, Dalessandro e Alvitrez dispensati), l’allenatore dei portieri Roncone in azione con 4 suoi allievi, l’allenatore dei Juniores Nazionali Barresi di supporto, il fisioterapista Pulino attento agli infortunati (vedi Anselmo in stampelle), il team manager Corbellini ed il resp.comunicazione Piperissa immersi nel loro ruolo. Con nessun altra new entry all’orizzonte tutte le attenzioni si sono concentrate in un mix di curiosità e sete di novità su mister Chezzi. L’impatto (chiaramente parlo per me) è stato senz’altro positivo sia come presenza scenica, che come dialettica, che come programma svolto. Non basandomi sulla sensazione, ma valutando razionalmente e con l’attenzione dovuta tutto lo svolgimento del raduno, ne ho tratto le seguenti considerazioni. Se il motto da rispettare doveva essere come preannunciato “gamba,carattere e compattezza”, posso dire che gli incipit sono stati fedelmente inseguiti. Tanta corsa (leggasi”gamba” da serie D, quella ricercata anche tramite il ripristino della doppia seduta giornaliera), trasmissione verbale accentuata di pochi ma ben chiari concetti di come si affrontino gli avversari (quel “carattere” che spesso è mancato nelle 11 gare giocate) e esercitazioni tattiche all’insegna del “corti e pronti a ripartire” (la ricerca della “compattezza tra reparti e tra linee tipica del 4-4-2 o meglio del 4-4-1-1).Credo di essere riuscito a fotografare bene e a farvi vivere in diretta l’impatto dell’uomo di Castelfranco con il pianeta biancoblù. E’ troppo presto per sbilanciarsi in giudizi e sputare sentenze (uno sport di moda di cui faccio volentieri a meno). Il lungo percorso sportivo di Chezzi (13 campionati consecutivi di interregionale con una vittoria a Viterbo per 5 reti a 0 ai play-off per la C, nel 2013) ci dice molto a riguardo delle sue qualità professionali e della sua conoscenza reale della categoria. I bene informati  ci dicono anche (e non guasta) dello spessore umano del personaggio e qualcosa già è emerso qua e là al suo primo step tra un esperimento tattico ed un altro (prove di linea e verifiche sul campo) e in qualche conciliabolo faccia a faccia o di gruppo. Direi che gli ingredienti per voltare pagina ci siano tutti da parte del “nostro”. Non resta che accoglierlo senza riserve, dargli modo di organizzarsi ed augurargli una fortuna migliore. Vedremo se l’efficacia e il pragmatismo ventilati faranno cambiare rotta ad un veliero che era giunto ad un solo passo dalla serie B e che ahimè naviga adesso in “mare irato, in subita procella” (undicesimo posto in D) come recita il Chiabrera.

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