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La Camera del Lavoro di Genova ricorda l’omicidio di Guido Rossa

Grande partecipazione e coinvolgimento per la cerimonia in ricordo di Guido Rossa, operaio genovese dell’Italsider ucciso il 24 gennaio 1979 dopo aver denunciato alcuni simpatizzanti delle Brigate Rosse.

“Da 43 anni la città di Genova ricorda questa importante figura e la trasmissione della memoria è necessaria, soprattutto per i più giovani”, dichiara Elena Bruzzese per la segreteria della Camera del Lavoro di Genova, “ed è fondamentale studiare la storia poichè un paese senza memoria è destinato a non avere futuro. Guido Rossa era un operaio dell’Italsider ma anche un sindacalista della CGIL ed un militante del Partito Comunista che ha pagato con la vita la scelta di schierarsi dalla parte della legalità; ha denunciato il terrorismo e le sue infiltrazioni in fabbrica quando vi era solitamente indifferenza per questo fenomeno. Il suo omicidio ha messo fine a questa indifferenza e per le Brigate Rosse ha significato l’inizio della fine; il vero nemico è diventato il terrorismo ed il lavoro ha dato una risposta coesa isolando i simpatizzanti dei terroristi. Bisogna tenere alta l’attenzione rispettando le istituzioni e per commemorare al meglio Guido Rossa la cosa migliore è rimettere il lavoro al centro; dalla sollevazione dei lavoratori si è avuta la risposta per sconfiggere le Brigate Rosse. La cosa più importante è l’esercizio delle responsabilità individuali nell’esercizio della proprie funzioni e la difesa della democrazia inizia con la difesa della dignità del lavoro”.

Parole simili da parte di Luca Borzani, direttore di “La Città” :”Il 24 gennaio 1979 è importante per la memoria e molti rivivono i sentimenti di incredulità, offesa e rabbia provati quel giorno; la morte di Guido Rossa è stata uno spartiacque ed una lezione per tutti. La solidarietà e l’emancipazione sono importanti così come essere insieme per cambiare le cose ma le conquiste sociali vennero messe in discussione dai brigatisti che volevano una soluzione autoritaria alla democrazia; Guido Rossa non si separò mai dal partito a cui apparteneva. Il legame tra lui e la generazione della Resistenza era molto importante e la scelta personale è stata diversa dalla soluzione personale; vi è bisogno di una politica capace di cambiare le cose ma la pandemia ha aumentato le differenze. La vera lezione di questa figura è che la democrazia si difende quando dà risposte alla giustizia sociale; la nostra memoria è incomprensibile per i giovani e si trasmette se diventa un valore condiviso tra generazioni. Bisogna abituarsi alla fatica della memoria non dimenticando la necessità di ritrovare la bella politica ed è bello ricordare il sacrificio collegato al tema delle riforme radicali di democrazia che si fonda sulla giustizia sociale“.

“E’difficile, soprattutto per i giovani, legare questi avvenimenti alla quotidianità”, afferma Mario Bianchi, presidente del Municipio VI Medio Ponente, “e Guido Rossa ha fatto questa scelta in solitudine pur non volendo essere un martire. Il tema della disuguaglianza è importante ma voglio dire che il singolo trova il suo ruolo nella società e lo porta avanti nonostante tutto; dobbiamo far parte della nostra comunità in modo attivo e andare avanti se si crede in una certa cosa. Il 1979 è diverso da oggi ma i problemi sono simili ed occorre rielaborare gli atteggiamenti ricordando che il singolo è importante; la democrazia e la responsabilità personale sono fondamentali”.

“Questo è un momento importante che ricorda un uomo con una grande integrità morale che ha pagato con la vita la sua scelta; questo sacrificio non è stato vano perchè dopo l’omicidio di Guido Rossa tutti hanno fatto blocco contro il terrorismo facendo iniziare il crollo delle Brigate Rosse ma non mi piace che si ottengano le cose con il sacrificio di persone oneste”, conclude l’assessore Stefano Garassino.

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