In una Parigi che risplende sotto il sole di luglio, si nasconde l’ombra di una maledizione che sembra non voler abbandonare la Francia. Nonostante la recente vittoria della destra alle elezioni e l’incedere trionfale della nazionale di calcio ai campionati europei, il paese è attraversato da una stagione di polarizzazione e odio, che minaccia di avvolgerlo in una spirale di instabilità e tensioni senza precedenti.
La Francia, da sempre culla di rivoluzioni e cambiamenti radicali, si trova oggi a fare i conti con problemi annosi e irrisolti che si aggrovigliano fino a diventare il nodo gordiano di una classe politica imbelle. L’esultanza per le vittorie calcistiche non basta a distogliere l’attenzione dalle profonde fratture sociali e politiche che attraversano il paese. Il popolo francese, storicamente capace di infiammarsi e mettere a ferro e fuoco la nazione, è ora diviso e arrabbiato, pronto a esplodere in un’ira furibonda che, fino ad ora, si è concretizzata solo in un’altissima percentuale di votanti.
Ma basterà la pillola dorata delle vittorie calcistiche a fermare questa furia? Il recente trionfo del Rassemblement National, la coalizione di estrema destra, non è riuscito a concretizzarsi in un completo colpo di stato elettorale, ma ha comunque segnato un punto di svolta nella politica francese. Marine Le Pen, nonostante la sconfitta di misura, ha ottenuto un risultato che ha scosso le fondamenta stesse della Repubblica.
I mercati finanziari, solitamente termometri impietosi delle tensioni politiche, hanno reagito con un significativo rialzo alla vittoria della destra, segno di una fiducia ritrovata. Tuttavia, la rassicurazione degli operatori finanziari non rispecchia il malcontento crescente della popolazione. La Francia profonda, quella delle tradizioni, delle radici cristiane, della piccola borghesia e dei bottegai, si sente tradita e abbandonata dalle élite politiche. Le promesse di Bardella, il giovane delfino della Le Pen, risuonano come un eco di speranza in un mare di disillusione.
Eppure, il futuro rimane incerto. Macron, il vero perdente di queste elezioni, si trova a dover fare i conti con una sinistra che, seppur sconfitta, si pone come l’unico baluardo credibile contro l’avanzata dell’estrema destra. Le alleanze che si profilano all’orizzonte, tra sinistra e macroniani, potrebbero impedire al Rassemblement National di raggiungere la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale. Ma la politica, si sa, è un campo di battaglia imprevedibile.
La storia insegna che luglio è il mese maledetto della Francia. La presa della Bastiglia, il 14 luglio 1789, segnò l’inizio della Rivoluzione francese, un evento che, pur di per sé poco importante sul piano pratico, assunse un enorme significato simbolico, divenendo il vero inizio della rivoluzione. Oggi, a distanza di secoli, la Francia si trova nuovamente a un bivio storico. La destituzione del Ministro delle Finanze Jacques Necker l’11 luglio 1789 fu uno degli atti che innescarono la furia popolare, e ora, a distanza di secoli, la destituzione di valori e speranze sembra riaccendere quella stessa fiamma di ribellione.
La convocazione degli Stati Generali a Versailles il 5 maggio 1789 animò il dibattito politico che si estese fino ai salotti e alle piazze della capitale. Oggi, i salotti televisivi e le piazze virtuali dei social media sono i nuovi teatri di un dibattito acceso e polarizzato, dove la rabbia e la diffidenza politica si mescolano alla crescente insicurezza e alla paura del futuro.
In questo contesto, la Francia si prepara a vivere settimane cruciali. Il 7 luglio, data del secondo turno delle legislative, potrebbe segnare un nuovo capitolo di questa storia tormentata. L’alleanza tra il Nuovo Fronte Popolare delle sinistre e i macroniani potrebbe impedire all’estrema destra di prendere il potere, ma la sfida è aperta, e l’esito tutt’altro che scontato.
La maledizione europea a Parigi continua, e la Francia si trova ancora una volta al centro di un turbine di eventi che potrebbero ridisegnare il suo futuro. La storia ci ha insegnato che il popolo francese, quando si infiamma, è capace di cambiare il corso degli eventi. Ma basterà la magia delle vittorie calcistiche a placare gli animi? O assisteremo a una nuova presa della Bastiglia, dove la furia popolare sfocerà in una rivoluzione moderna, fatta di voti, proteste e, forse, nuove speranze? Solo il tempo potrà dircelo.
