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CULTURA

“Le migliori canzoni della nostra vita anni ’90”, Andrea Bocelli canta “Con te partirò”

Ci avviciniamo sempre più ai giorni nostri. Gli anni ’90 sono iniziati con le Notti Magiche, il Mondiale italiano giocato sulle note indimenticabili di Nannini e Bennato. Il 7 febbraio del 1992 viene firmato il Trattato di Maastricht. In Italia, Mani pulite spazza via il vecchio sistema dei partiti e pone fine alla Prima Repubblica. Berlusconi “scende in campo” e avvia la sua epopea. La tecnologia comincia a diventare sempre più parte delle vite di tutti, ma pochi avrebbero previsto, probabilmente, quanto sarebbe diventata importante nella nostra quotidianità. (Michael Traman)

Andrea Bocelli – CON TE PARTIRO’ (1995)

Il Festival di Sanremo del 1995 vide l’inaugurazione della formula “bionda-mora”, ovvero affiancare al conduttore principale un’accoppiata di co-conduttrici dai sopracitati colori dei capelli. Le prescelte furono rispettivamente l’allora ventiduenne Anna Falchi – nata a Tampere, in Finlandia, da padre italiano e madre finlandese e trasferitasi in Italia all’età di sei anni – e la ventinovenne – sempre all’epoca – Claudia Koll (vero cognome Colacione), nata a Roma da famiglia italo-romena, entrambe attrici. Tuttavia, come da copione, il protagonista assoluto fu ancora una volta Pippo Baudo, ormai “il Festival” in persona, riconfermato direttore artistico e supervisore del DopoFestival, presentato quest’anno da Serena Dandini con Luciano De Crescenzo, Fabio Fazio e Gianni Ippoliti. Questa quarantacinquesima edizione – che vide fra le novità più rilevanti la partecipazione in gara di Rosario Fiorello (nome e cognome del “Re del karaoke”, personaggio televisivo del momento) con “Finalmente tu”, scritta per lui dall’ex 883 Mauro Repetto e Max Pezzali (quest’ultimo in gara da solo, pur mantenendo il nome del duo) – non risparmiò episodi curiosi: uno di questi riguardò proprio il “signor 883”, pronto a cantare “Senza averti qui” allorquando, malauguratamente, partì la base di un’altra canzone. Baudo, senza scomporsi, giustificò l’inconveniente come “una vendetta degli 882” (pronunciato letteralmente: ottocentottantadue) e fece ricominciare l’esibizione da capo. Durante la prima serata, Lorella Cuccarini (in gara con “Un altro amore no”) dovette eseguire il suo brano per due volte, poiché un black-out che aveva colpito alcune regioni italiane durante la prima esibizione della cantante non aveva permesso a talune giurie di ascoltare il pezzo; tale circostanza indusse il presentatore a far cantare nuovamente la sua ex pupilla per “par condicio”. Non mancarono neppure momenti imbarazzanti: durante la terza serata tale Pino Pagano, disoccupato di origini calabresi residente a Bologna, si sedette sul bordo della galleria del Teatro Ariston manifestando l’intenzione di buttarsi di sotto prima che Baudo, tra gli applausi, intervenisse e lo convincesse a desistere. Il fatto, ovviamente, rimbalzò con tutto il clamore possibile, ma l’altrettanto inevitabile ironia che l’episodio finì per generare nei soggetti più scettici – fra le battute, quella relativa a persone che rischiavano di annegare nel mare di Sanremo e chiedevano di essere salvate da Pippo – lasciò, in parole povere, la sensazione che il tutto fosse in realtà una messinscena. Nulla poté, invece, Baudo di fronte all’esuberanza di Anna Falchi – all’epoca, fra l’altro, fidanzata con Fiorello –  allorquando l’attrice, invitata dal presentatore a dire qualcosa in finlandese (la lingua della terra dove è nata), spiegò al pubblico italiano che “guarda il mare” in quella lingua si traduce “katso merta”, ma la sua pronuncia non fu proprio accademica. Tornando a parlare di musica, la gara sancì l’exploit di Giorgia e della sua “Come saprei”, che conquistò, oltre al primo posto, il Premio della Critica (per la prima volta assegnato al vincitore della sezione “Campioni”, mentre per la categoria “Nuove Proposte” l’evento si era già verificato nel 1986 con la vittoria di Lena Biolcati), il Premio Radio/TV e il Premio Autori, risultando così la prima artista ad essersi aggiudicata quattro riconoscimenti in un solo Festival. Dopo il trionfo dello scorso anno tra le “Nuove proposte”, il quarto posto conquistato tra i “Campioni” segnò la definitiva consacrazione internazionale per Andrea Bocelli grazie al brano “Con te partirò” (successivamente inserito in “Bocelli”, il secondo album dell’artista toscano), che raggiunse la prima posizione in classifica in Francia (mantenuta per quattro settimane) ed in Belgio (per dieci settimane nelle Fiandre e per cinque in Vallonia) e divenne altresì il secondo singolo più venduto in Germania, dove vinse l’Echo Music Award. L’anno successivo, la canzone – ricca d’enfasi e molto orecchiabile, ideale connubio tra musica leggera ed operistica caratterizzato da rilevanti variazioni di stile che rappresentano in maniera quasi pittorica il concetto del viaggio – venne pubblicata nel Regno Unito ed interpretata dallo stesso Bocelli insieme al soprano Sarah Brightman con il titolo di “Time to Say Goodbye”: tale versione vendette oltre dodici milioni di copie in tutto il mondo, raggiungendo la vetta della classifica in Germania (per dodici settimane), Svizzera (per sei settimane), Austria ed Irlanda (in entrambi i casi per tre settimane), la seconda posizione nella Official Singles Chart e la quinta nei Paesi Bassi, e divenne uno dei motivi che accompagnano lo spettacolo delle Dubai Fountain. Oltre ad una versione del brano in lingua spagnola (uscita in Spagna con il titolo “Por ti Volaré”), ne esiste altresì una interpretata dal tenore in duetto con Céline Dion, mentre tra le covers vanno ricordate la versione dance di Donna Summer intitolata “I Will Go with You” e la reinterpretazione di Al Bano del 1998, inclusa nell’album “Il nuovo concerto”, pubblicato in Germania e in Austria (nel 1999, dopo la partecipazione a Sanremo con “Ancora in volo”, il brano presentato al quarantanovesimo Festival dal cantante pugliese avrebbe sostituito “Con te partirò” e dato il titolo alla nuova edizione dell’album) e reinserita poi nel 2013 anche nella raccolta “Canta Sanremo”. Nel 2016, per celebrare il ventennale dall’uscita di “Romanza” (che, con venti milioni di copie vendute a livello globale, divenne l’album italiano più venduto nel mondo di tutti i tempi, superando il precedente record stabilito nel 1989 da “Oro, incenso e birra” di Zucchero Fornaciari), Caterina Caselli commissionò al compositore Gabriele Roberto tre nuovi arrangiamenti della celebre canzone: una versione cantata da Bocelli, una per il coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino ed un’altra per sola orchestra. La rievocazione del Festival numero 45 va in archivio ricordando  il trionfo tra le “Nuove Proposte” del gruppo salernitano dei Neri Per Caso con “Le ragazze” (primo brano eseguito a cappella, cioé senza strumenti musicali, a riportare una vittoria a Sanremo) e, soprattutto, la sigla-tormentone che caratterizzò quell’edizione e l’annesso motivetto, tuttora simbolo della kermesse: “Perché Sanremo è Sanremo!”, composta dai compianti Pippo Caruso (il “Maestro” per antonomasia di Pippo Baudo, alle cui trasmissioni di maggiore successo legò la propria storia) e Sergio Bardotti e riutilizzata in tutte le successive edizioni dirette dal conduttore siciliano. Ad avere l’”onore” di cantarla per la prima volta fu Maurizio Lauzi, figlio dell’indimenticabile Bruno.   (Boris Carta)

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