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Prima Categoria, Fulvio Berruti analizza il momento dello Speranza

“Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”, recitava Antonello Venditti. E un giro immenso è quello fatto dal dirigente Fulvio Berruti, che aveva lasciato la bellezza di 37 anni fa il calcio di Lavagnola. All’inizio di questa stagione, però, il ritorno alle origini tra le fila dello Speranza, società erede della tradizione del Lavagnola 78.

Lo Speranza, squadra che sta vivendo il momento più esaltante della sua storia recente, non è partito come ci si sarebbe aspettati. Cinque punti in quattro gare rappresentano un bottino magro vedendo la rosa a disposizione. Domenica, è arrivato un pareggio: 0 a 0  contro la Dianese&Golfo, altra big partita con il motore ingolfato.

Signor Berruti, vedendo la gara, chi preferisce: il suo Speranza o la Dianese?

“La risposta è chiara (sorride). Ma quello che posso dire è che la Dianese è una grande squadra che potrà giocarsi le sue carte fino in fondo. Quest’anno sarà un campionato diverso da quello della scorsa stagione dove c’erano tre squadre (Dianese, Ospedaletti e Alassio) che hanno lasciato il vuoto dietro di loro. Ci sono quattro squadre almeno che possono ambire al titolo, una di queste è senza dubbio la Veloce. Da alcuni sottovalutata, ma io conosco il valore dei ragazzi a disposizione di  Gerundo e hanno una punta come Ferrotti che è un lusso per la categoria. Saranno i dettagli a fare la differenza quest’anno: la voglia di allenarsi duramente, la coesione del gruppo e anche altri fattori come l’abilità nell’evitare squalifiche stupide o la fortuna di non patire un grande numero di infortuni”.

Tra quelle squadre che lotteranno per il vertice c’è anche lo Speranza giusto?

“Noi non facciamo proclami. Siamo partiti un po’ a rilento. Ci è mancato il fattore “C”. Sa, quando si svolge una bella preparazione e gli infortuni si verificano solo una volta iniziate le ostilità  non si può che incolpare la malasorte. Recuperando gli infortuni potremo allora ritagliarci il nostro spazio. Nella gara contro l’Aurora siamo stati molto sfortunati, mentre con il Bordighera abbiamo sbagliato l’approccio e siamo stati puniti. Un campionato molto equilibrato in cui ci sono squadre quadrate come lo stesso Bordighera e la Letimbro”.

A proposito di Letimbro, domenica c’è il derby.

“Quello tra Speranza e Letimbro non lo considero un derby. Sì, lo si definisce così perché giochiamo entrambi al Santuario, ma non vedo ostilità tra le due società. Anche tra i giocatori non percepisco il clima derby. Detto questo, andremo ad affrontare una compagine di ottimo livello. Hanno giocatori forti come Cossu e Ciccaglioni, un centrocampista che nelle mie passate esperienze da dirigente avevo cercato. In più, arrivano da tre vittorie consecutive. Non sarà facile, ma daremo il massimo per vincere. Poi sarà il campo a dare il suo verdetto”.

Domenica potrebbe esserci il pubblico delle grandi occasioni. Le tribune, però, come segnalato dal presidente della Letimbro Vitellaro, non sono agibili.

“Ed è un peccato. Dopo il rifacimento l’impianto è stupendo. Un luogo fantastico per poter giocare  a calcio. Non parlo solo del terreno di gioco ma anche di tutto il contorno. Mi dispiace tantissimo che la gente non possa usufruire delle tribune. So bene che l’amministrazione comunale si sta muovendo  e che i comuni, complice la mancanza di fondi, sono in difficoltà, ma bisogna fare qualcosa al più preso. In fondo, si tratta di due scalini con i seggiolini”.

 

 

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