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Quiliano: appello del sindaco al premier Renzi

quilianoE’ un vero e proprio “grido di dolore” quello che si alza da Quiliano, diretto a Matteo Renzi, Piero Fassino e Marco Doria, nelle loro qualità di presidente del consiglio, presidente nazionale ANCI e presidente ANCI Liguria. “Così non va, le difficoltà a ‘chiudere il bilancio’ sono sempre maggiori” spiegano infatti in una lettera aperta il sindaco di Quiliano, Alberto Ferrando, e l’assessore ai tributi e al bilancio Pierluigi Lavazzelli, in una lettera aperta indirizzata a chi il “mestiere” di Primo Cittadino dovrebbe conoscerlo bene, avendo ricoperto quest’incarico o ricoprendolo tutt’ora. I tagli dei trasferimenti dal governo centrale e la sempre maggiore quantità di denaro, prelevato con tasse locali ed inviato a Roma, è al centro della polemica: “Solo nel 2010 il nostro Comune ha ricevuto trasferimenti per oltre un milione e 400 mila euro – spiegano Ferrando e Lavazzelli – mentre oggi ne abbiamo ricevuto circa 420 mila. Una somma inferiore a quella che stanziamo per il Fondo di solidarietà destinato ai Comuni”. “Inoltre – proseguono – il 7,6 per mille dell’IMU riscosso dagli immobili per attività produttive va allo Stato che, sommando tutto, in soli quattro anni ha ‘recuperato’ solo da Quiliano 2,2 milioni di euro, sottraendoli ai servizi che l’Amministrazione offre ai suoi cittadini ed alle attività produttive”. Sindaco e Assessore ricordano poi il contributo offerto per il risanamento dei conti pubblici, con tagli ai capitoli di spesa, aumento dell’imposizione fiscale e l’assunzione di altri costi, come il trasporto pubblico e l’assistenza scolastica, in una logica di sussidiarietà, favorendo comunque la nascita di nuove realtà produttive, ma dicono no ad una politica di austerità che non lascia prigionieri: “I continui tagli lineari, che colpiscono i servizi e non gli sprechi, mortificano l’impegno di moltissimi Amministratori locali che svolgono il loro ruolo spesso a titolo di ‘volontariato’, lasciando come unica via d’uscita l’aumento della tassazione”.

L’aumento dell’imposizione fiscale è un amaro obbligo, per l’Amministrazione quilianese: “Siamo costretti ad attuarla in un momento di grande crisi economica, anche delle famiglie, reso più pesante a livello locale dalla chiusura di numerosi presidi industriali. Le visite agli sportelli dei Servizi sociali sono ormai in crescita esponenziale, ma le scelte attuate a livello nazionale ci portano a operare, sebbene a malincuore, scelte che sono difficili e dolorose soprattutto per chi le subisce”. Quella che è una vera e propria sfida è il reperimento di circa 700 mila euro, mancanti dalle entrate del 2014. “Nei prossimi giorni – sottolineano Ferrando e Lavazzelli – andremo a proporre in Consiglio comunale scelte che, in qualche misura, contraddicono l’impostazione che avevamo dato ai bilanci negli ultimi anni”. L’obiettivo numero uno è il mantenimento del sistema di Welfare comunale, che imporrà all’Amministrazione comunale un aumento dell’IMU sulle attività produttiva che raggiungerà il 10,6 per mille. “Finora abbiamo cercato di evitarlo in tutti i modi – spiegano in Comune – ma è una misura che si è resa necessaria, insieme ad una nuova modulazione dell’IRPEF comunale, che prevede la rinuncia alla più equa ripartizione a scaglioni, e a una sorta di reintroduzione dell’ICI/IMU sulla prima casa attraverso la TASI”. Ferrando e Lavazzelli, nella lettera a Renzi, Fassino e Doria, criticano duramente la “politica fiscale delle seconde case”: “Sembra quasi – attaccano – che lo Stato attui una politica fiscale ‘immobiliare’, consentendo un gettito sicuro ai Comuni che hanno autorizzato la costruzione di seconde case, magari – soprattutto in passato, sfruttando il territorio in modo spregiudicato – mentre non rende giustizia a quelle Amministrazioni che hanno scelto di ospitare sul proprio territorio insediamenti produttivi e industriali, fondamentali sul piano dell’occupazione ma, talora, invasivi sotto il profilo ambientale e infrastrutturale. Dove sono presenti in modo considerevole seconde case, le Amministrazioni hanno reperito le risorse mancanti agendo solo sull’IMU”. “Quello che chiediamo – spiegano Ferrando e Lavazzelli – è di creare i presupposti legislativi che realizzino un vero federalismo fiscale, con la possibilità per i territori di gestire almeno i proventi della tassazione dei propri cittadini a favore degli stessi” ma, tra le parole d’ordine, ci sono anche la realizzazione di una vera sussidiarietà e un “no” secco al continuo prelievo a discapito dei Comuni. “O si lasciano ai Comuni tutte le entrate dell’IMU oppure va ripensata, in tempi rapidi, l’organizzazione del sistema dei Comuni – concludono poi i due amministratori quilianesi –. È certo che l’imposizione fiscale, diretta e indiretta, non può e non deve aumentare ulteriormente perché non è più sostenibile”. La lettera recapitata nei giorni scorsi al Premier Renzi ed ai Presidenti dell’Anci Nazionale e Regionale è stata inoltre inviata per conoscenza a tutti i Sindaci della provincia di Savona con l’auspicio, non soltanto di trovare condivisione riguardo alle preoccupazioni espresse, ma di ottenere un’azione analoga da parte di tutti i colleghi primi cittadini. Perché soltanto un’azione congiunta da parte di tutti i Comuni può rendere efficace il grido d’allarme che parte da Quiliano.

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