Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀ

Razzismo nello sport: non lo si vince con le punizioni.

Nonostante gli sforzi che vengono prodotti dai clubs e dagli organizzatori di eventi sportivi, le manifestazioni di razzismo sportivo tramite cori che partono dalle tribune degli stadi, continuano e, anzi, diventano sempre più frequenti. L’ultimo fattaccio è quello accaduto a Brescia al giocatore Mario Balotelli che, al colmo della pazienza, a scagliato il pallone in tribuna verso coloro che male lo stavano apostrofando. Gesto chiaramente comprensibile, ma che, a mio parere, non andava fatto e che ritengo antisportivo ed a mio modo di ragionare, punibile. Un giocatore deve far valutare all’arbitro quello che sta accadendo e non rendersi autore di gesti del genere che vanno a coinvolgere anche coloro che nulla centra con il razzismo sportivo. Ma, a parte queste mie considerazioni personali, sono convinto che la lega calcio o l’autorità preposta non debba, comunque, punire le società ospitanti la partita: è impossibile prevedere certi cori che, certamente, nulla hanno di sportivo. Una punizione potrebbe avere effetto contrario da quello desiderato: questa parte della tifoseria certamente troverebbe modo e maniera per manifestare nuovamente la propria sciocca ideologia e continuare a fare del male alla propria società ed alla propria squadra. Purtroppo non si può impedire che una persona possa essere razzista dal momento che nessuno può entrare nella mente altrui: occorre intervenire molto prima nel tempo con un’educazione completa e capillare che oggi decisamente manca nelle scuole di ogni ordine e grado. Occorre, lo abbiamo già detto altre volte, reinserire d’urgenza nello insegnamento scolastico quella materia che si chiama “educazione civica” e reintrodurla fin dalla scuola primaria e dalla scuola media dell’obbligo. Se le famiglie non lo fanno, non lo vogliono fare o non lo possono fare, è preciso compito della scuola divulgare, spiegare e far comprendere bene i concetti del buon vivere, dell’altrui accettazione e del comportamento etico che ogni buon cittadino deve avere. Sono convinto che solo attraverso questo grande lavoro, con il tempo si potranno avere dei risultati tangibili e apprezzabili. Ma va fatta un’altra triste considerazione il fenomeno del razzismo e non solo nello sport, sta incredibilmente aumentando in frange di popolazione sempre maggiore. Troppo facile prendere provvedimenti, chiudere anche gli stadi, colpire le società sportive e dare multe a raffica e compagnia bella occorre capire il perchè di tutto questo ed interrogarsi sul perché questi fenomeni di insofferenza e quasi di odio-etnico stanno aumentando chi deve farlo se non il nostro governo? Ci siamo mai occupati, in Italia, di andare alle radici e comprendere il perchè ed il motivo del “fenomeno razzista” che fino a 10/15 anni fa esisteva certamente, ma in misura molto minore e controllabile a preoccupare e che tutto questo va ad interessare masse di giovani e giovanissimi che rappresentano la nostra società politica del nostro domani. La nostra gioventù -senza mai generalizzare- è una gioventù malata che manca di certezze future e di ideali, una gioventù abbandonata a se stessa dalle nostre istituzioni incapaci di attuare ogni sorta di prevenzione. Perchè non stiamo a sentire i giovani, perchè non cerchiamo di capire, perchè questo razzismo cresce ed aumenta in loro sempre di più? La colpa, possiamo dirlo, è anche e soprattutto di questa società che è solo capace di gridare allo scandalo, senza prevederlo e combatterlo! Di questo razzismo non abbiamo ancora isolato il “virus” e, quindi, siamo incapaci di combatterlo perché non ne facciamo la “ricerca”. Il razzismo e nei vari campi di tutta la nostra società e, conseguentemente, anche nello sport non e forse lo sport un aspetto importante della nostra società? Lo è. Eccome!!!

Rispondi