Roberta Turci , SCRITTRICE

 

INTERVISTA ALL’ AUTRICE

 

Ci parli di lei come autrice

Scrivere è sempre stato il mio modo di esprimere le emozioni e ordinare i pensieri, una sorta di
autoterapia, qualcosa di naturale e inevitabile, che semplicemente accade.
Quando ero ragazzina tenevo un diario, scrivevo poesie. Ero come un <iume in piena, un vulcano
che voleva esplodere. Scrivevo perché non c’era nessuno che mi ascoltasse, e a lungo ho pensato
che quello che avevo da dire non potesse interessare a nessuno. Serviva a me, per riconoscermi,
per trovare la mia identità .
Ho scritto molto anche come chimico: libri, articoli, progetti di ricerca. Mi piaceva molto quella
parte del mio lavoro, anche se ovviamente si trattava di una scrittura condizionata, impostata,
tecnica.
Quando scrivo di me, invece, le parole arrivano da sole, all’improvviso. Con l’avvento della
tecnologia, è diventato più facile <issarle: quando l’ispirazione arriva, posso scrivere anche sulle
note del telefono, e poi pubblicare su Facebook, o sul mio blog: è cosı̀ che è nato il libro, senza
che avessi l’intenzione di farne una pubblicazione.

Perché questa raccolta, che ha il sapore di Diario di bordo?

Come dicevo, il libro si è costruito da solo, negli anni. Senza pensare di farne un libro. Era già
tanto condividere le mie parole sui social, rendere pubbliche le mie emozioni, opinioni ed
esperienze.
Non è un libro di poesie, e non è un diario. Ci sono le tappe di un percorso, con emozioni e
ri<lessioni, in parte molto personali.
Sono sempre stata brava ad ascoltare le storie degli altri, proprio perché sapevo cosa signi<icava
non essere accolti, ascoltati, ma c’è sempre stata anche l’esigenza di comunicare, di esprimere,
di raccontarmi.
Quando ho iniziato a dedicarmi al Counseling e all’astrologia, a tenere un blog e a fare video sul
mio canale YouTube, ho trovato il coraggio di far sentire la mia voce, e mi sono resa conto che
parlare di me fa bene anche ad altri, per riconoscersi e specchiarsi. In fondo, abbiamo dentro
tutti le stesse ferite. La condivisione ci fa sentire di appartenere allo stesso universo, ci fa sentire
meno soli.

A chi si rivolge con questo libro?

Questo libro è per tutti coloro che hanno voglia e bisogno di comprendere il senso del dolore, di
crescere, di cambiare prospettiva, di scoprire il potenziale che c’è dentro di loro.
In questi tempi cosı̀ particolari, in cui le dinamiche di relazione sono complesse e spesso ci
mettono alla prova, è ancora più importante condividere e confrontarsi.
La <ine di una storia, breve, ma intensa, troncata nel pieno della sua forza, ha fatto da detonatore
alla mia rabbia repressa, che aveva bisogno di essere vista, accolta, trasformata.
La rabbia è sempre l’espressione di un dolore profondo che non siamo riusciti a elaborare, è
amore che non sappiamo dove mettere. La società demonizza la rabbia, ma è un’energia
preziosa a cui attingere, e arriva sempre da lontano.
Il dolore per non aver potuto vivere l’amore che mi era esploso dentro, la frustrazione, il
risentito di ingiustizia e tradimento, mi hanno condotto giorno dopo giorno al cospetto della
prima immagine di abbandono della mia vita, quello vissuto alla nascita. Si è innescato un
processo di cambiamento che mi ha portato per<ino a cambiare lavoro, e vita.
Per 10 anni ho fatto due lavori, mentre studiavo per costruire una nuova professionalità . In
qualità di Counselor, ho incontrato e ascoltato tantissime persone, e ho scoperto che quel dolore
non era solo mio. La ferita dell’abbandono, seppur con intensità diverse, è dentro ognuno di noi.
Il libro è dedicato all’uomo che è stato lo strumento inconsapevole della mia crescita interiore.
Accade spesso che qualcuno arrivi nella nostra vita per sconvolgerla e risvegliare la parte più
autentica di noi, seppur attraverso il dolore. La verità è che attiriamo le persone che hanno
dentro le nostre stesse ferite, proprio per essere spinti a vederle e a prendercene cura.
Comprendere questo, significa smettere di sentirsi vittime degli eventi e delle situazioni, e
assumersi la piena responsabilità della propria vita.

Quando è nata l’idea di pubblicarlo e di renderlo pubblico?

L’idea è arrivata all’improvviso, nel mese di agosto.
Nel vuoto che si è creato in un momento di pausa e riposo, ho sentito risuonare questa frase,
“Tutta la poesia che hai risvegliato in me”, che dà il titolo al libro. Inizialmente ho pensato di fare
un pdf con le poesie scritte negli anni, e di pubblicarlo solo sul mio sito. Poi un’amica mi ha
suggerito di contattare Manuela Montemezzani de Lo Specchio dell’Arte.
Come spesso mi accade, arriva una forza che mi spinge in una direzione. Un attimo prima,
quell’idea non c’è. Un attimo dopo, è forte e chiara.
Nel libro ho raccolto molte poesie scritte negli anni, poi ho aggiunto anche gli articoli pubblicati
sul blog: sono trattati vari temi, ma fondamentalmente sono spunti di ri<lessione per la crescita
personale e spirituale.
Ho sentito che il mio “diario di bordo” poteva essere utile a tante persone.
Ho contattato l’artista Katia Dell’Amico, chiedendole la foto di una sua opera per la copertina,
un’immagine che avevo visto tempo addietro e che sentivo risuonare forte con i contenuti del
libro.
Poi ho mandato il manoscritto a Manuela Montemezzani. In poco tempo, tutto si è realizzato.

Che temi ha voluto trattare e perché?

Principalmente ho parlato di me. Mi sono messa a nudo, con le mie ferite, la mia vulnerabilità .
Troppi silenzi, troppe cose non dette, una sensazione ricorrente di invisibilità e indegnità: avevo
bisogno di illuminare le ombre.
Ho anche condiviso ri<lessioni su quello che osservavo intorno a me, a partire dalle storie che
ascoltavo.
Attraverso la mia esperienza personale e professionale, posso consegnare un messaggio, e
offrire una prospettiva diversa.
Il dolore è uno strumento di crescita. Molti si chiudono nel vittimismo, costruiscono corazze e
ci abitano tutta la vita, pur di non affrontarlo. La maggioranza cerca i colpevoli fuori, e invece è
tutto dentro di noi, sepolto nella psiche profonda. I “nemici” sono la proiezione delle parti di noi
che seppelliamo nell’inconscio. EU tempo di parlarne, sempre di più .
Spero davvero che possa essere di aiuto e di stimolo per chi legge. Affrontare le proprie ombre,
prendersi cura delle proprie ferite e accogliere il dolore che il processo di crescita comporta, è
dif<icile e richiede tanto coraggio, ma credo che sia l’unica via che conduce a sé, alla propria
essenza, e che dà un senso al nostro passaggio su questa Terra.

So che lei ha un suo blog, com’è nato?

Alla <ine del 2012, ho trovato il coraggio di espormi. Nello stesso periodo, mi sono iscritta alla
scuola di Counseling: è stato il momento della svolta. Anche questo passaggio è stato inevitabile,
frutto di una spinta interiore che si faceva sentire da un po’.
La vita ci dà dei talenti e delle risorse af<inché noi li mettiamo al servizio della vita stessa: non
avrebbe alcun senso tenerli per sé. Siamo fatti per condividere, per aiutarci a vicenda. Studiavo
da anni astrologia, che è uno strumento potentissimo di auto-conoscenza, e sentivo che era
arrivato il momento di mettermi in gioco, per accompagnare gli altri nel regno dell’inconscio,
dove vagavo da un po’ e avevo imparato a sentirmi a mio agio, nonostante tutto.
Ho chiamato il blog “Illuminami l’anima”, ispirata da una canzone di Giorgia, Di sole e di azzurro.
Nel tempo gli ho cambiato nome, è diventato “Counseling Evolutivo Integrato”, e oggi è
semplicemente parte del mio sito personale, www.robertaturci.com.
L’intento è proprio quello, illuminare l’anima, darle spazio in questa società materialista che
sfugge e denigra l’invisibile, ed è lo stesso intento che mi ha spinto a pubblicare il libro.

Dove possiamo trovare il libro?

Il libro è disponibile su Amazon, sia in forma cartacea sia come Kindle.
Ed è ordinabile in tutte le librerie.

 

Di Manuela Montemezzani

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