Ho conosciuto Alberto Pedrazzani dopo una rapida presentazione col più classico “piacere Bruno Spagnoletti, sindacalista della Cgil” nel lontano 1979.
Giovanissimo ero arrivato alla CGIL di Savona, trasferito dalla CGIL nazionale di Roma perché pazzamente innamorato della testa di una splendida ragazza di Cervo Ligure (oggi Dott.ssa Ornella Arimondo, Docente Universitaria e Capo di Gabinetto del Ministro dell’Agricoltura, nonché Rappresentante per l’Italia nel Board della FAO).
Dopo pochi mesi trascorsi nella CGIL di Albenga, mi chiamarono a Savona e venni damblè eletto Segretario della Filcea-CGIL, il Sindacato dei Lavoratori Chimici che rappresentavano la più grande Categoria della CGIL di Savona, con i suoi insediamenti strategici nella industria manifatturiera di Vado Ligure e, soprattutto, in Valle Bormida (dall’Acna alla 3M, alla Montecatini, alla Cokitalia e alle 4 Vetrerie di Altare, Carcare e Dego).
A quel tempo della Savona viva e ricca in termini di valore aggiunto, redditi e ricchezza, la attività promozionale della articolata rete di vendita delle autovetture (Fiat 126, Fiat 127, Fiat 124 e 125) veniva precipuamente svolta davanti alle Fabbriche, nell’ora di pausa, dove sciamavano migliaia e migliaia di operai, impiegati, tecnici, capetti e ricercatori.
Devo averlo conosciuto di vista davanti a qualche fabbrica il Pedrazza; ma non ero molto interessato ad approfondire, perché ero un Alfista convinto e mi servivo dai Fratelli Cirio a Cairo.
Ovviamente siccome io sono strutturalmente divisivo (o mi si ama o mi si odia) iniziarono subito le vocine striscianti del “Sindacalista in Alfa 90” sai…che rottura di Cabassisi! E fu cosi che chiesi al mio amicone compagno di merende Ezio Fossati (RIP.) vice Sindaco di Cairo di farmi ben conoscere Alberto Pedrazzani perché volevo fare la permuta dell’Alfa 90 con una Fiat.
E fu cosi che incontrammo Alberto nel suo ufficio mega direttivo nella Sede storica di Corso Brigate Partigiane di Cairo Montenotte.
Doveva essere il 1984 (belin sta data che ritorna) perché doveva nascere mia figlia Tarquinia (prima della pazzia di Maria di salire le scale della Cupola di San Pietro a Roma).
Ci conoscemmo e fu “amore a prima vista”!
Ne uscii con la mia prima macchina Fiat (la Marea Turbodiesel gran macchina da 400mila km).
Dal 1984 ad oggi “non ci siamo mai traditi” con Marea, nuova 124 Coupé, Alfa 166, Panda Cross, Mito, Jeep e nuova 500 Ybrid Luna Nera.
Tornando in media res, in quegli anni, negli anni ’80, ’90, 2000, 2010 dire Fiat voleva immediatamente significare Pedrazzani in Valle Bormida e De Filippi a Savona; e dire “Ragioniere” era come dire “Avvocato” a Torino.
La Pedrazzani era la Fiat e la macchina per eccellenza delle classi medio basse, almeno prima del lancio della Croma e della Lancia Thema.
La Pedrazzani in Valle Bormida era semantica di convenienza, competenza, assistenza, professionalità ed eccellenza nei servizi e nella fidelizzazione della clientela.
La Regia come Fellini, era la sua: del Rag. Alberto Pedrazzani!
Non si nasce Registi, si diventa; come non si nasce Purosangue o Cavallo di Razza per diventare un ronzino la Qualunque! E Alberto Pedrazzani è diventato regista da Oscar e Imprenditore di successo e di riferimento della Fiat e poi anche di Alfa Romeo, Lancia e Jeep perché aveva in nuce i cromosomi dell’intrapresa ed in fieri competenze, mestiere, skills e abilità di dialogo e comunicazione; ed una rete di relazioni istituzionali, imprenditoriali, commerciali e di marketing territoriale di sicura eccellenza.
In Valle Bormida (e non soĺo) non vi era Evento, Manifestazione, Richiamo di festa, Convegno di studio o Appuntamento sportivo che non vedesse, in prima fila, il marchio Pedrazzani e la presenza fisica del Ragioniere e del suo Team di collaboratori.
La cura del territorio nei suoi gangli vitali era la filosofia, la politica o come dire la Weltanschauung (visione della vita) del Ragioniere.
Le moderne politiche produttive e innovative del just in time dei problem solving, trovarono da lustri e lustri, un precursore nelle attività e nella rete commerciale, finanziaria, assistenziale della Pedrazzani.
Per mutuare l’adagio di Totò, il Rag. Alberto Pedrazzani è nato signore ed ha mantenuto siffatta degna caratteristica nel corso dei suoi 83 anni ben portati: “Signori si nasce e Lui modestamente…nacque”!
La fertilizzazione e la valorizzazione del territorio del Bormida di Millesimo e di Spigno furono tra gli obiettivi strategici di Pedrazzani.
Chi non ricorda o non conosce almeno per sentito dire dalla vox populi e dall’eco della squadra e del team di Alberto nei diversi innumerevoli Rally vincenti in Valle Bormida?
Poi arrivarono le grandi crisi delle ristrutturazioni industriali degli anni ’84 e ’99 e l’abbrivio delle difficoltà di mercato dell’industria chimica fine, coniugate con la crescita esponenziale della cultura ambientalista che, in quegli anni aveva assunto forme radicali e pregiudiziali; una natura ideologicamente ed aprioristicamente contraria ad ogni dialogo di possibile compatibilità tra industria, salute e territorio.
Il combinato disposto della coppia crisi economica complessa e ambiente, offrirà il pretesto ai Grandi Gruppi Industriali Multinazionali di avviare il ripensamento critico e cominciare a pensare a delocalizzazioni, dismissioni, rinunce ai programmi di investimento in innovazione di processo e di prodotto e alle prime chiusure con ricadute negative sulla occupazione, i redditi e le condizioni materiali di migliaia e migliaia di persone in carne ed ossa.
Fummo travolti, prima indeboliti e poi sconfitti.
Lasciai Savona e la Valle per Genova nel 1991 per diventare prima Segretario Generale aggiunto e poi Segretario Generale della immensa, forte, storica Federazione sindacale dei Trasporti della CGIL e dirigere oltre 50 mila lavoratori come i Portuali delle Authority e delle Compagnie, dei Ferrovieri, degli autoferrotranvieri, degli Aeroporti, delle Agenzie Marittime e degli Spedizionieri, dei nuovi terminali privati, del Trasporto Merci e della Logistica nel momento più delicato della ristrutturazione e dei processi di privatizzazione della portualità genovese, ligure e nazionale e delle Ferrovie, allora ancora di Stato.
La Filt CGIL Ligure era una vera e propria Potenza economica, associativa, sindacale e politica che assorbi per 6 lunghi anni tutta la mia intelligenza e tutti gli sforzi del mio agire sindacale.
Lasciai Savona che era ancora in forze con la tenuta negoziata dei suoi insediamenti industriali e la sua occupazione nel 1991.
In quegli anni ad esempio la 3M Italia di Ferrania aveva ancora 1.600 dipendenti, l’Acna di Cengio circa 900, la Cokitalia 450, la Montecatini circa 259 e le Vetrerie circa 1.500 dipendenti.
La stabilità durò ancora lo spazio di una estate, per poi scaricarsi in tutto il suo disastro produttivo e occupazionale.
Il Governo negoziato delle ristrutturazioni lasciò il posto agli Attila (imprenditori, sindacalisti, istituzioni e forze politiche) sconfitte e vinte anche perché largamente inadeguate ai nuovi difficili compiti che imponeva la riconversione ambientale.
E fu cosi che progressivamente nel giro di 10 anni (1991/2001l la Valle è diventata il deserto e il muro del pianto che oggi è!
Ed è del tutto lapalissiano (Elementare Watson!) che la tremenda crisi industriale, occupazionale e reddituale abbia avuto drammatiche conseguenti nefaste ricadute sul comparto dei consumi, delle spese delle famiglie e dei servizi nel Terziario.
L’inedita crisi non poteva non toccare anche l’automotive e la quantità, qualità, specializzazione della Rete commerciale delle autovetture e, quindi anche i marchi Fiat e l’impresa di Pedrazzani.
Il resto è storia recente e cronaca e, semmai, la racconteremo next stop.
Ancora nell’aprile 2023, mi ha convinto all’ineguale scambio tra la mia ex Jeep Compass 2017 e la nuova 500 Ybrid Luna Nera 2023(con grande incazzatura di mio sorella Nicoletta che mi ha dato del Pazzoide per il disegual mercato)….un po’ come il mancato scambio Lukaku e Vlahovic.
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