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Serie A e Dilettanti: Italia spaccata in due, non solo negli stipendi

Il calcio italiano festeggia la resurrezione quest’anno. Con l’arrivo di Cristiano Ronaldo ci sentiamo tutti un po’ più ricchi, più forti e meno nostalgici. Quasi non ci guardiamo più indietro, al tempo delle sette sorelle, i quando vincevamo Coppa Uefa e Coppa dei Campioni a raffica, di quanto la Serie A era l’unica meta davvero ambita e ricercata dai più grandi campioni del mondo.

L’epoca in cui i grandi padroni delle società erano amanti delle proprie squadre, unici proprietari che in stile conduzione familiare mettevano miliardi a disposizione del calciomercato, facendo del Belpaese l’isola felice, che oggi non c’è più. Sono passati i tempi dei Berlusconi e Moratti, Cragnotti e Tanzi fino a Sensi: oggi a comandare sono i cinesi, fondi americani e sceicchi, questi ultimi non ancora da noi, preferendo mete più remunerative come Premier e Ligue 1.

Illusorio, più che rivoluzionario, l’arrivo del portoghese in Italia. Chi pensa di aver risolto così tutti i problemi del calcio italiano si sbaglia e si illude, sebbene avere il miglior giocatore del mondo da noi è ovviamente motivo di vanto e riscatto dopo anni bui in cui i migliori facevano il percorso inverso, lasciando l’Italia per lidi più remunerativi e in voga. Certo è che 30 milioni di euro all’anno per un singolo giocatore mai si erano visti dalle nostre parti ed in un certo qual modo ha rappresentato l’inizio di un effetto a catena che, soprattutto a fair play finanziario scaduto, porterà società salde e serie come Suning dell’Inter a rispondere colpo sul colpo, riportando il giro di soldi freschi all’interno dei nostri confini, riprendendo quella scalata ai titoli europei ormai dimenticati.

Può sembrare assurdo ma parliamo dello stesso calcio in cui una piazza e squadra storica come il Savona, che ha vissuto la Serie C fino a due stagioni fa è da tre anni costretta a vivere i Dilettanti come campionato abituale, in virtù della nota sentenza del Tribunale Nazionale della FIGC. Da sei a 14 punti in meno in classifica, il calvario della società ligure e di tifosi che vedono la propria passione colpita e ferita per colpe non proprie ma di chi come troppo spesso accade vive e gestisce il calcio per interessi personali, in barba all’amore di milioni di appassionati.

E’ sufficiente guardare la classifica degli stipendi della Serie A per comprendere quanto ci sia un dominio totale e una spaccatura fra la Juventus e tutte le altre, come già si percepiva dai sette Scudetti di fila vinti alla Vecchia Signora. Gli ultimi ad aggiungersi sono Bonucci, rientrato dal Milan ed Emre Can, che subito si intasca oltre 5 milioni netti all’anno, accordo ricco dovuto al fatto di giungere a parametro zero dal Liverpool. Ed ancora Pjanic, Dybala e Douglas Costa, una cinquina di top player che si aggiungono a Cr7, occupando dunque oltre il 50% dei dieci giocatori più pagati in Italia.

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