Come ogni anno, con l’inizio del tradizionale “Torneo di Viareggio – Coppa Carnevale”, la Serie D si è fermata. L’ormai consolidata tradizione dell’evento giovanile più importante d’Italia vuole ai nastri di partenza anche la Rappresentativa di Serie D, formata dai giovani più forti della categoria.
Lunedì 11 marzo ci sarà l’inizio ufficiale e di conseguenza la Serie D ha osservato un turno di riposo. Il Savona dopo una lunga ed intensa settimana di allenamenti, per mantenere il ritmo partita, sabato 9 marzo è stato ospite dell’Oltrepovoghera. al fine di effettuare un allenamento congiunto con i lombardi, allo Stadio Comunale Giovanni Parisi di Voghera. Il tutto in vista del prossimo match di campionato Savona-Bra, che si giocherà come disposto dalla Lega Nazionale Dilettanti, mercoledì 20 marzo, alle ore 14.30, allo Stadio Bacigalupo, considerato il rinvio richiesto in funzione della convocazione dell’attaccante Kallon. Gli striscioni hanno vinto l’amichevole(inutile far giri di parole) per 3-2 . Nel primo tempo, i padroni di casa sono passanti in vantaggio al 7° minuto e nonostante le tante occasioni per i Grandoni boys la prima frazione è terminata 1-0. Nella ripresa ancora l’Oltrepovoghera ha raddoppiato al 9° minuto. La reazione del Savona non si è fatta però attendere. Lombardi ha accorciato e passati 2 minuti il bomber Virdis appena entrato ha pareggia i conti. Al 44°poi sempre Lombadi ha segnato il gol del definitivo 3-2 per il Savona. Sino a qui la narrazione delle tappe di avvicinamento alla ripresa dell’ostilità che valgono i tre punti si direbbe ordinaria amministrazione. Ma in queste ore a ravvivare le cronache è l’ennesimo tentativo da parte dell’entourage biancoblù che gravita attorno al tandem Cavaliere – Canepa (rispettivamente presidente e direttore sportivo nonchè responsabile del settore giovanile) di depistare l’opinione pubblica tentando di deligittimare gli organi di stampa accreditati di porgere le informazioni raccolte.
Continua infatti violenta e reiterata la politica societaria di cercare di colpire, danneggiare e limitare quanti esprimano legittimamente idee ed opinioni ritenute non conformi alla linea adottata e scelta dal management di via Chiabrera atta a mistificare una realtà fatta di insuccessi, sportivi ed organizzativi, che palesano una evidente mancanza di lungimiranza e di capacità gestionale. Il comunicato stampa emesso rappresenta l’ennesimo tassello (in negativo) di questa tendenza a soffocare la libertà di pensiero e di parola a cui ritengo ci si debba ribellare con forza. E’ sterile ed inaccettabile definire come “infondate e false” tutte le notizie atte a far luce su una situazione, semplicemente perchè non piegate e supine alla volontà di lor signori. E’ folle etichettare come lesivo e diffamatorio l’operato di uno storico ed onesto giornalista come Riccardo Fabbri (lui sì attaccato veramente ai colori della nostra maglia a differenza del genovesissimo organigramma immigrato all’ombra di quella Torretta su cui campeggia un vessillo che ricordo non è quello impostoci con la repressione da Andrea Doria).E’ presuntuoso sostenere che non si debbano fornire spiegazioni ad un’intera città, ad una gloriosa tifoseria, al mondo degli appassionati di calcio quando si ha l’onore e l’onere di rappresentare e di esportare l’immagine di una tra le società più blasonate d’Italia ( il Savona con tutto il rispetto non è il Via del’Acciaio o la CulmvPolis). E’ bene non entrare nel merito di come vengano trattati i dipendenti del club, primo perchè penso non competa a chi scrive di sport, secondo perchè va dato sempre credito a chi cerca (anche non riuscendovi) di far funzionare la propria azienda, ma definirli ” decisamente privilegiati” ancora una volta depista e fuorvia (ci fosse ancora vivo il grande indimenticabile Claudio Bosano ne avrebbe da dire). Infine la minaccia inaccettabile di discriminare quanti non la pensano nella stessa maniera o dissentono dalle decisioni assunte o criticano con costrutto riassunta nella frase 2 “cercheremo di privilegiare nei nostri rapporti di collaborazione quotidiana i professionisti e di emarginare coloro che tali dimostrano di non essere” non fa altro che allontanare ulteriormente ed irreparabilmente la distanza oramai incolmabile tra l’enclave che fa base al Bacigalupo ed il resto della comunità savonese. Se il Savona vuole farsi gli articoli a proprio piacimento o commissionarli a suoi fiduciari, lo faccia, come del resto lo sta già facendo guarda caso fuori provincia e senza contraddittorio.
Arrivare al punto di impedire al altri di riferire le verità acquisite o di giudicare non adeguato professionalmente chi non è filogovernativo è patetico e sconfortante. La caratteristica propria di un certo tipo di informazione autoreferenziale (l’attuale ds del Savona fa scuola in materia), in particolare dell’immagine, è sicuramente quella di non rinviare a un referente ma a se stessa. Propria delle fasi recenti di sviluppo delle tecnologie di comunicazione, l’autoreferenzialità trova emblematici esempi di applicazione nella televisione commerciale che produce il fenomeno della telerealtà, cioè la tendenza dell’immagine televisiva a sostituirsi alla realtà (quella per intenderci su cui ha lecitamente esplorato Fabbri. Interessanti sono i risvolti epistemologici, etici ed estetici di questo fenomeno.Per quanto riguarda il problema della conoscenza, esso decreta la crisi definitiva del principio di realtà oggettiva : il rapporto con la realtà non costituisce più un parametro valido per decidere della verità della conoscenza, con quanto ne consegue in ordine alla possibilità di un’oggettività del punto di vista. Questo fatto implica, poi, importanti conseguenze sul piano etico, sia relativamente alle responsabilità di chi fa informazione (la logica dell’autoreferenzialità è contraria al principio della fedeltà alla verità) che all’affermarsi di una cultura della superficialità e dell’evasione in grado di trovare nell’immagine di sintesi un valido spazio di applicazione. Molte persone insicure che iniziano un percorso di personal branding specie in ambito lavorativo vanno inevitabilmente in difficoltà quando devono spiegare apertamente (magari sul proprio sito e nei profili social) chi sono, cosa fanno, quali competenze hanno maturato e che genere di soluzioni hanno in mente per risolvere i problemi del loro target. Spesso – e questo per cultura riguarda più noi latini che gli anglosassoni – un millantatore è più disinvolto quando decanta i meriti di un brand aziendale, rispetto a quando deve dichiarare di essere un singolo esperto in un dato ambito. In questo modo infatti si demanda agli altri l’attività di self marketing, di personal branding delle proprie expertises. In questo caso il tentativo di soffocare e di reprimere chi non compiace è da essere condannato.Le “interferenze politiche” sulla libertà di stampa che vedono il coinvolgimento della società biancoblù che pare abbia cercato di controllare la copertura mediatica chiamando addirittura i responsabili delle redazioni, chiedendo di non criticare, o addirittura minacciando azioni legali quando sono trapelate informazioni, sono deplorevoli. Cercare di imbavagliare è antidemocratico.Fortunatamente nella nostra società civile c’è ancora chi non si fa corrompere nè comprare. La missione di noi che scriviamo rimarrà quella di informare in modo coerente, critico, deontologico e soprattutto indipendente, senza doverne rispondere ai potenti di turno. Una missione che implica passione, coraggio ed energie, ma che pensiamo valga la pena di vivere.