Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀ

Spese pazze o sentenze pazze?

Assolti in appello i politici condannati nel 2019

Ritorniamo sulla sentenza di assoluzione che la Corte d’Appello di Genova ha pronunciato nei riguardi di politici liguri che sarebbero stati responsabili di “spese pazze”, per qualche scontrino sospetto! In merito, la Segreteria provinciale del Partito Democratico di Savona,la scorsa settimana, aveva diffuso aposita nota, del seguente tenore:

La notizia della piena assoluzione (“perché il fatto non sussiste”) di tutti gli imputati davanti alla Corte d’Appello di Genova per le cosiddette “Spese pazze” dei gruppi consiliari nel triennio 2010/2012 mette fine a una vicenda che ha ferito profondamente le persone direttamente coinvolte e le loro comunità di appartenenza”

“In particolare vogliamo esprimere la nostra vicinanza al nostro rappresentante ed ex Presidente del Consiglio regionale Michele Boffa e all’ex Capogruppo regionale del Partito Democratico Nino Miceli, chiamati a rispondere per il ruolo ricoperto all’epoca dei fatti”.

“La sentenza rende giustizia al fatto che nessuna delle spese contestate in primo grado a Boffa e Miceli risulta manifestamente irragionevole o arbitraria, ma tutte ineriscono all’attività politico-istituzionale propria dei gruppi consiliari. Questa vicenda insegna a non aderire acriticamente ad ogni possibile e superficiale informazione e a presumere l’innocenza degli imputati fino a prova contraria”

Anche Edoardo Rixi, esponente della Lega Nord, che aveva subito una pesante condanna inclusiva di un risarcimento di 56.000 euro, è stato assolto, sempre in appello, dopo la condanna pronunciata nel 2019.

I politici condannati nello stesso giudizio erano Michele Boffa, ex presidente del Consiglio regionale (Pd), Antonino Miceli (Pd), Marco Melgrati (Fi), Luigi Morgillo (Fi), Matteo Rosso (Fi), Gino Garibaldi (Fi) , Franco Rocca (Fi), Alessio Saso (Ncd), Francesco Bruzzone, senatore della Lega, allora presidente del Consiglio regionale, Marco Limoncini (Udc), Armando Ezio Capurro (Noi con Burlando), Aldo Siri (Lista Biasotti), Raffaella Della Bianca (Fi), Roberta Gasco (Udeur), Marilyn Fusco (Idv), Giacomo Conti (Federazione della Sinistra), Matteo Rossi e Alessandro Benzi, entrambi in Sel; le sanzioni comminata erano comprese fra pene detentive di 3 anni e due mesi a di 2 anni e un mese. Erano stati assolti, in tale primo grado di giudizio, Massimo Donzella (Udc), Ezio Chiesa (Pd) e Stefano Quaini, ex Idv e Sel.

La sentenza pone diversi interrogativi e diversi spunti di riflessione; poter tirare al bersaglio sui politici, di qualunque appartenenza siano, è divenuta una tendenza qualunquista e di pressapochistico pregiudizio molto diffusa, sembra non si aspetti l’ora di poter mettere alla berlina un esponente politico, per cui viene subito pronunciata, in piazza, una sentenza sommaria e senza appello, di immoralità e di malcostume. Ed è ovviamente inquietante pensare che imputazioni così gravi ed infamanti vengano cancellate d’un tratto! Taluni Pubblici Ministeri, assecondando una certa mentalità,  cercano la verità o cercano di condannare? L’ “ardua sentenza”, quella della storia, lasciamola ad un futuro,si spera, riflessivo e saggio!

 

Rispondi