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ATTUALITÀ

Italia, nazione incivile che non ha rispetto dei giovani, degli anziani e dei malati

volontariatoE’ un bel dire essere italiani e sentirsi italiani! Io sono di questi. Uno di quelli che si sente italiano dalla testa ai piedi, che ama la propria patria, che la difende a spada tratta da chi la critica e che vorrebbe, soprattutto, che la sua patria fosse all’avanguardia in Europa. Non bisogna certo dimenticare il nostro passato: chi siamo stati e cosa abbiamo fatto per conquistarci la libertà e indipendenza. Ma, molto spesso, a essere e sentirsi “italiani” c’è un pò da vergognarsi. Sono ancora troppe le cose che non vanno e che non riusciamo a cambiare. Il mondo della politica sempre più arrogante e lontano sempre più dalle effettive esigenze e bisogni dei ceti meno abbienti, una povertà che cresce a vista d’occhio, una disoccupazione giovanile che ha raggiunto livelli assolutamente inaccettabili, una mafia che continua a reggere le fila della nostra economia, una burocrazia asfissiante e soffocante, lavoratori che dall’oggi al domani si trovano in mezzo a una strada insieme alle loro famiglie, un “amor di patria” che, ormai, non si sa nemmeno dove sta più di casa, una mancanza completa di ideali nei nostri giovani. Per non parlare della nostra sanità o della giustizia, sempre più lenta, o del penoso sistema carcerario, scandalo dell’intera Europa. A ciò si aggiunga una credibilità che l’Italia ha rischiato di perdere o ha già perso davanti a un’Europa che più che unita appare sempre più disunita. Eppure, nonostante tutto, continuo a considerarmi italiano, e, nel piccolo delle mie possibilità e delle mie competenze, cerco di lottare affinchè la mia patria possa crescere e migliorarsi. Le critiche sarebbero tante e credo davvero tutte giuste, ma non basta farle: occorre che ognuno di noi cerchi disperatamente di fare la sua parte, con serietà e onestà, per contribuire al risanamento della nostra terra che, nei tempi antichi, ha insegnato a vivere al mondo intero. Ma, per quanto noi tutti impegnati a fare la nostra piccola parte, non dobbiamo nasconderci di essere assaliti da un senso di grande scoramento e incredulità, e a volte di rabbia, nel vedere che la nostra amata Italia, spesso, viene meno ai suoi primari e inderogabili doveri che lei stessa ha nei confronti di tutti i cittadini. I cittadini sono tutti, uomini, donne, giovani, vecchi, malati, abili e disabili! Le categorie più protette dovrebbero essere i giovani, gli anziani e i malati! Ma tutti questi sono davvero protetti? La risposta, purtroppo, è decisamente un no che dequalifica la nostra nazione che si vanta, ancora, di essere una delle più industrializzate d’Europa. Partiamo proprio dai giovani lasciati alla loro mercè da uno Stato non più capace di inculcare loro quell’amor di patria che ormai appartiene alle vecchie generazioni, incapace di garantire loro un “diritto allo studio” che rimane ancora appannaggio delle classi sociali più benestanti e soprattutto incapace di garantire loro un futuro basato sul diritto al lavoro senza il quale è impossibile avere e formarsi una famiglia e avere una vita dignitosa. Lo stesso mondo della scuola non risponde più alle esigenze dei giovani: una scuola vecchia e demotivata con insegnanti trattati economicamente malissimo e con programmi ormai non più rispondenti alle esigenze del lavoro. Ai giovani mancano momenti di sana aggregazione, manca spesso la possibilità di fare quell’attività sportiva che loro stessi si sono scelti, mancano dei punti di riferimento che le istituzioni non sono più in grado di offrire. Giovani che nello spinello o nella discoteca cercano momenti di isolamento quasi per fuggire da una realtà che vedono soltanto buia. La cellula-famiglia, poi, è una cellula di sfaldamento avendo perso la sua identità, la sua autonomia, non più capace di essere da guida. I dati sull’aumento incredibile della malavita giovanile vengono tutt’oggi ancora sottovalutati. La seconda considerazione è quella che riguarda gli anziani che, grazie a Dio, aumentano di anno in anno, ma ridotti allo stremo. Pensionati che vivono con 500, 600, 700 euro al mese avendo da pagare un affitto, bollette e tasse sempre più strangolanti. Anziani che mancano assolutamente di un’adeguata assistenza ospedaliera e domiciliare, spesso senza l’apporto e l’aiuto di parenti e famigliari. Una volta c’era il “lazzaretto” dove, perlomeno, c’era un pò di minestra, un letto e un cuscino: oggi trovare un posto in un lazzaretto è roba solo per i più fortunati, che siano in grado di pagare rette da vertigine. Nell’antica Roma i giovani nati con malformazioni gravi venivano buttati giù dalla famosa “Rupe Tarpea”, perchè ritenuti inutili e improduttivi: oggi, la Rope Tarpea non c’è più, ma, in compenso, c’è il menefreghismo di uno Stato che dimentica i suoi cittadini ritenuti quasi dei parassiti. Com’è triste invecchiare senza un aiuto o un’assistenza vera! Soprattutto per coloro che non hanno possibilità economiche e che non siano in grado di affrontare lunghe degenze. Mancano le case di cura, mancano gli ospedali specializzati ad accogliere gli anziani, manca completamente una politica di assistenza da parte del governo e delle amministrazioni locali: in pratica, manca un pò tutto. In definitiva, dei vecchi e degli anziani non abbiamo rispetto, non abbiamo per loro la “cultura dell’assistenza”: il volontariato, nobilissimo ed efficace per quanto esso possa fare, non è più sufficiente a coprire le esigenze sempre maggiori. Anche noi diverremo, se Dio ce lo consentirà, anziani e bisognosi di aiuto e di assistenza: cerchiamo, allora, di metterci da parte fin d’ora un bel gruzzoletto perchè se speriamo che lo Stato ci venga incontro stiamo si suol dire “davvero freschi”. La terza e ultima considerazione che voglio fare è quella che riguarda i malati e tutti coloro che soffrono e che necessitano anch’essi di continua assistenza e di cure ospedaliere, nonchè di assistenza a casa. Entrare nel difficilissimo argomento della nostra sanità italiana è questione davvero problematica. Cos’è la nostra sanità è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. Se è vero che esistono isole felici e ospedali seri e funzionanti dove il malato usufruisce di tutte le cure utili e dell’apporto di personale qualificato e soprattutto umano, è altrettanto vero che troppi sono i disservizi della nostra sanità alla quale lo Stato ha sempre tagliato e continua a tagliare i fondi necessari  a un suo buon funzionamento. D’altra parte, non è certo una novità, prendere atto che lo Stato ha effettuato sempre i tagli dalla scuola, dall’istruzione e dalla sanità credendo di eliminare gli sperperi e razionalizzando l’assistenza senza, invece, rendersi conto che tutto ciò ricadeva a scapito del malato e dell’utenza. Che dire, ad esempio, degli infermieri che oltrechè essere malpagati sono numericamente insufficienti e sottoposti a turni di servizio massacranti? Che la nostra sanità sia alla frutta basta parlare con medici e infermieri e con tutto il personale addetto ai vari servizi. Non è un luogo comune dire che, molto spesso, occorrono mesi e mesi per poter prenotare un’ecografia o altri esami specialistici. Anche se più care, ben vengano le strutture private capaci di dare delle risposte immediate a chi necessita di sottoporsi a degli accertamenti. Non voglio entrare nel merito del pagamento dei vari ticket (ormai si paga di tutto e di più) che ho sempre ritenuto essere una sorta di rapina legalizzata. Se il medico prescrive una medicina, un esame e quant’altro possa essere utile, il paziente non dovrebbe sborsare nemmeno un centesimo. E invece, paghiamo come banche, per coprire gli sperperi e i soprusi di molti che hanno a che fare con il complesso mondo della nostra sanità. Tutto gratis? Ebbene sì! Nella sanità tutto dovrebbe essere assolutamente gratuito, soprattutto quando non si tratta di capricci del paziente. Le considerazioni finali che possiamo dedurre sono non solo negative, ma tragiche. Come dicevo, c’è quasi da vergognarsi di essere italiani. Sono in tanti ad affermare che l’Italia, così facendo e così comportandosi, non è una nazione civile, convinti come sono che, non avendo rispetto nè dei giovani nè degli anziani nè dei malati non si possa certo parlare di civiltà. Pur vergognandoci, non dimentichiamoci di essere, comunque, italiani: proprio per questo dobbiamo cercare di cambiare e modificare questo stato di cose dando il meglio di noi stessi, per quanto nelle nostre possibilità. Personalmente, faccio del volontariato da oltre quarant’anni e lo faccio in maniera convinta e credo, il più seriamente possibile, assumendomi le mie precise responsabilità. Invito tutti, i giovani in particolar modo, a entrare in questo mondo del volontariato che, credetemi, gratifica molto se stessi. tutto quanto si dà, un domani si riceverà!

Carlo Colla

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