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“Le radici della violenza di genere : conoscerla per contrastarla”

“Questo è un tema importante per il quale non bisogna abbassare la guardia”, ha dichiarato il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio durante un convegno dedicato al contrasto della violenza di genere, “e voglio dire che troppo spesso chi subisce violenza da bambino in età adulta tenderà a praticarla. Sul web troviamo fenomeni di violenza e snuff movie e voglio ricordare anche che il problema delle spose bambine è presente non solo nei paesi del Terzo Mondo ma anche in Europa e negli Stati Uniti nelle fasce più povere della popolazione. In alcuni stati degli Stati Uniti non vi è un limite d’età per il matrimonio e queste persone sono destinate ad una vita di violenza sena istruzione creando danni anche ai figli. I giovani vogliono esempi e con il rispetto si riducono drasticamente fenomeni come bullismo, cyberbullismo e disturbi alimentari”.

Parole simili da parte dell’assessore alle pari opportunità Barbara Marozzi :”Questo convengo unisce le forze delle varie associazioni che ringrazio per il loro lavoro e voglio dire che tutte le iniziative su questi temi sono importanti anche per la prevenzione e la violenza è sempre più presente anche nelle giovani coppie. Abbiamo in cantiere un progetto provinciale sulla sicurezza ed il rispetto in contrasto al bullismo ed alla violenza di genere sia fisica che verbale senza dimenticare la proposta di un tavolo di lavoro provinciale avente Savona come comune capofila”.

“Nel Terzo Mondo vi è molta povertà e la povertà genere ignoranza e le spose bambine sono figlie di questi fenomeni”, sottolinea Francesco Parino, presidente Unicef Savona, “perchè nelle famiglie povere le figlie di 11-12 anni sono troppo spesso merce di scambio per uomini ricchi molto più vecchi di loro e in molti casi le bambine si tolgono la vita per sfuggire a queste vite. L’Unicef educa gli adulti ed i bambini al rispetto delle persone e nel nostro paese il minore è protetto perchè la Convenzione di New York è usata ed applicata”.

“Ringrazio i presenti e voglio dire che l’associazione di cui sono presidentessa per la Liguria è nata in seguito al caso di Elisa Claps”, evidenzia Eva Rocca, presidente dell’associazione Penelope Liguria, “e per i casi di Elena Ceste e Roberta Ragusa, per i quali a monte vi è un fatto di reato, l’associazione si è costituita parte civile. Alle donne, per difendersi al meglio, occorre conoscere la legge e vi è la possibilità di chiedere l’ammonimento al questore, che non è un procedimento penale, ma permette alcune tutele e se il violento possiede armi queste gli vengono tolte. Se si decide di denunciare una violenza occorre chiedere le misure cautelari ed è anche previsto che il datore di lavoro del violento versi direttamente alla moglie una parte dello stipendio se l’uomo viene allontanato. L’ammonimento è previsto anche per i minorenni e le vittime di violenza hanno la possibilità di costituirsi parte civile chiedendo il risarcimento dei danni”.

“Lo sfruttamento nella tratta è presente anche per il traffico d’organi e l’accattonaggio”, riprende la professoressa Emanuela Abbatecola, “e per ciò che riguarda la prostituzione il traffico delle nigeriane è quello più visibile per una questione di colore della pelle. Alle ragazze viene fatta violenza psicologica con il voodoo obbedendo alla maman ed esserle riconoscenti per essere arrivate in Europa e lo sfruttamento dei trans brasiliani è molto simile a quello delle nigeriane perchè entrambi estinguono il debito contratto per il viaggio in Europa lavorando sulle nostre strade. La violenza fisica viene fatta solo se necessaria e queste ragazze sognano un giorno di fare carriera e diventando loro stesse maman diventando un esempio per le altre. Tutti i racket hanno in sè fenomeni di violenza e la violazione dei diritti umani e la violenza legata al racket è molto simile alla violenza domestica perchè entrambe le categorie di donne vivono con il terrore di essere picchiate e spesso non hanno disponibilità economica”.

“Alcune persone vittime di violenza sono talmente povere che non hanno il coraggio di chiedere aiuto”, sottolinea Antonio Colucci del Servizio Antitratta della Comunità Papa Giovanni XXIII di Torino, “e le nostre unità di strada intervengono in aiuto delle ragazze vittime di tratta con incontri umanizzanti. In questi anni non ho mai incontrato sulle strade donne libere e nel nostro paese sono ben 9 milioni i clienti delle prostitute. A Torino le bande di nigeriani operano spesso in connivenza con la mafia italiana e le vittime di tratta che vengono salvate acquisiscono il diritto alla regolarizzazione con il permesso di soggiorno. Uno degli obiettivi principali per noi è quello di poter arrivare a scoraggiare la domanda di ragazze con una multa al cliente”.

“La violenza nasce da una mancanza d’amore e occorre rispetto e con l’arrivo di sempre più stranieri abbiamo creato per loro, che spesso sono persone disagiate, una scuola d’italiano, un doposcuola e un centro d’ascolto a Genova”, concludono le volontarie del Movimento dei Focolari Liguria.

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