In occasione della festa del loro patrono lunedì 25 gennaio alle 11 nella chiesa parrocchiale di san Pietro, in via Untoria, a Savona si è svolto l’ormai consueto incontro di monsignor Calogero Marino con i giornalisti, un’iniziativa molto sentita e apprezzata che si è aperta con un breve momento di preghiera presieduto dal Vescovo. Nell’attiguo convento carmelitano e nel rispetto delle normative di sicurezza stabilite dai protocolli Covid 19 è poi seguito un interessante confronto inaugurato da Sua Eminenza con il monito: “Non dobbiamo essere troppo prudenti, il buio convive con la luce”.E’ spettato al vicario generale con delega alle Comunicazioni sociali don Angelo Magnano dare il via ai lavori esponendo il programma della giornata.Dopo una concisa introduzione, la lettura del Libro del Profeta Isaia (58, 1-11), del Vangelo secondo Giovanni (1,35-42) e del Salmo 22 è spettato al nostro collaboratore dell’Eco di Savona Felicino Vaniglia (accompagnato nell’occasione da Renato de Feo) dare spolvero al messaggio di Papa Francesco ” Vieni e vedi.Comunicare incontrando le persone dove e come sono” elaborato per la 55^ Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.Per concludere dopo la Preghiera comune adattata da un testo di monsignor Bruno Forte e la benedizione del Vescovo Gero si è aperto un focus sui temi principali del momento che ha toccato diversi argomenti di carattere nazionale ma soprattutto locale. Accorato e minuzioso l’appello iniziale fatto dal Vescovo : “E’ necessario verificare, essere presenti. Solo così si osserva e racconta la realtà dal rovescio”. Di seguito si è parlato della drammaticità dell’emergenza epidemica da affrontare sì, con prudenza, ma senza farci intrappolare dalla paura. La pandemia sanitaria, economica, ambientale, antropologica che stiamo vivendo di fatto sta svelando ciò che era latente ma non dobbiamo sentirci in colpa di essere fragili. Occorre ricordarsi di “coltivare la cultura della cura” a partire da tutte le forme di disabilità fisica e psichica. Un’osservazione semplice ed arguta ha stupito e fatto riflettere: “Passiamo tanto tempo a sottolineare cosa il virus ci toglie e non lo investiamo invece nelle attività umane che si possono fare nonostante e grazie a questa disgrazia, come i gesti di solidarietà verso il prossimo. In materia di politica locale c’è poi stato quello che è risuonato come una sorta di suggerimento per il prossimo sindaco – che secondo il Vescovo – dovrà prestare attenzione a pensare a una città aperta, ospitale, vivibile, conviviale.Cercando di rispondere ad alcune domande, specie a quella relativa al possibile sgombero del campo nomadi di via Fontanassa, Monsignor Marino ha ribadito di credere fermamente nella distinzione delle competenze tra Comune e Chiesa ma che comunque bisognerà trovare una soluzione che rispetti entrambe le esigenze, di legalità e rispetto delle persone.Dopo una carrellata di precisazioni tra cui quelle sulla Chiesa della Madonna degli Angeli e sulla presenza dei frati Cappuccini, il Vescovo ha terminato il simpatico incontro con una riflessione che è risultata al tempo stesso un augurio : ” Come ne usciremo dipenderà largamente da noi. L’invito è a riscoprire la fraternità, che per un cristiano è più un dovere che un diritto”. Una vera lezione di carisma francescano.
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