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ATTUALITÀ

Addio a Gaetano Luppino, carabiniere coraggioso e sfortunato

Si è spento, la notte scorsa, Gaetano Luppino, il vicebrigadiere savonese dei carabinieri,divenuto noto per aver sostenuto una lunga battaglia legale con il Ministero della Difesa per vedersi riconosciuto un risarcimento per il male da cui era afflitto, dal militare ascritto ad esalazioni provenienti dall’uranio impoverito presente in taluni armamenti Nato, cui era stato esposto, nel corso di una missione all’estero cui aveva partecipato, nel 2004, in Bosnia e in Kosovo, con la «Msu», la Multinational Specialized Unit. Il sottufficiale si era rivolto al giudice del lavoro contro la decisione del ministero che aveva respinto la domanda di risarcimento e aveva escluso di dovergli un indennizzo. In primo grado, il giudice del tribunale di Savona Elisabetta Baisi, aveva riconosciuto le ragioni di Gaetano,col sostegno di una perizia che suffragava  come «altamente probabile il nesso di causalità tra l’esposizione all’uranio impoverito e il tumore», aveva condannato il Ministero e valutato l’indennizzo a 150 mila euro ai quali dovevano essere aggiunti gli interessi maturati dal momento in cui il carabiniere aveva presentato la domanda. Solo nel gennaio del 2014, la Corte d’Appello di Genova-sezione Lavoro aveva confermato la decisione del tribunale di Savona ritenendo valida la causa di servizio e fissando per il vicebrigadiere un risarcimento di oltre centomila euro.Gli era stata inoltre riconosciuta un’invalidità del 77%, che gli aveva impedito di svolgere le mansioni di sovrintendente della radiomobile, secondo l’incarico che ricopriva . Luppino è un testimone del grave caso, di cui purtroppo non si parla molto, dei molti militari che lamentano problemi di salute o hanno dovuto soccombere a causa dell’uranio impoverito. Anche il vicebrigadiere di Savona è infine deceduto a causa del tumore per cui aveva subito vari interventi chirurgici e cicli di chemioterapia.

Lo ricorda commosso il nostro collaboratore Michael Traman, a lui legato da amicizia, che ne rammenta l’impegno sportivo come “mister” del Legino e del Quiliano.

 

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