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ALESSIO SCHIAVO E …L’ENIGMA DEL PESCE

Alessio Schiavo, architetto, docente ed interessante artista che avevamo incontrato il giugno scorso a Castiglione Olona, ad una esposizione a palazzo Branda, ha recentemente tenuto una mostra al Printing Museum di Hangzhou, in Cina, che, come ci comunica, può essere considerata come il seguito di quella.
“Venti Variazioni”, ne era il titolo, mediato dalla forma musicale delle “variazioni su un tema”. Anche questa rassegna si basa sull’immagine di uno o più pesci, meglio, forme di pesci, immersi nel loro mare di colore, che poggia su di una base che richiama un qualcosa di inerte, statico, pesante, rispetto allo sfondo in cui è immerso il pesce, di cui pure è evidente la fissità, certo, ma con una trasparenza, un tono opalescente, una levità, a volte, che evocano, pur senza esserlo del tutto o affatto, un fondale marino…L’atmosfera, in tale sfondo, è rarefatta, calma, assorta e vi trapela, ammaliante, una nota enigmatica e sfuggente!
L’artista si confida….la figura del pesce è silenziosa e quasi assente; nel fluire “musicale” delle variazioni, il pesce silenzioso rappresenta gli “intervalli” ovvero, nella musica, quelle “sospensioni” del suono, vuote ma, a volte così necessarie per raggiungere l’espressività che il compositore si prefigge di ottenere!
I pesci di Alessio Schiavo, come già ci aveva spiegato, sono ricordo delle forme ittiche fossili che racchiudono o rappresentano o testimoniano l’antichità e la permanenza della Terra, del mondo in cui viviamo!
Ma è anche la poeticità in sé dell’immagine, la sua sospensione in un catturante contesto cromatico a suggerire ed a emozionare, a creare l’ “effetto”, forse il semplice segreto delle arti figurative…
I pesci di Schiavo fanno parte delle immagini ricorrenti che costituiscono la particolarità di taluni artisti e di periodi della loro attività; i manichini di De Chirico, gli automi di Depero, le foreste di Max Ernst, le bottiglie di Morandi, l’uomo con il soprabito e la bombetta scuri di Magritte, sono tutte figure ricorrenti,ossessioni creative potremmo definirle, che rimandano continuamente ad un’idea in attesa di essere definita o rappresentano qualcosa che sempre deve essere presente a testimoniare o a dare un senso…
Nello stesso tempo una figura non afferrabile, non del tutto definita, dalla presenza inusitata od inspiegabile può rimandare ad un’altra essenza dell’Arte, ovvero ciò che essa ha di segreto e di non chiarito, di metafisico; alle sue origini misteriose, se vogliamo, che esprimono una incontenibile, ma non esplicabile aspirazione dello Spirito umano….
E i pesci, le figure dei pesci di Alessio Schiavo, fanno forse parte, con il loro sfondo di lontananza sfumata e con la loro base di concretezza, di tale tentativo di spiegare, meglio, di chiedersi, quale sia il significato, od uno dei significati, dell’Arte.

Giorgio Siri

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