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Albenga davanti all’Alta Corte di Londra….

Il Comune di Albenga era stato portato in giudizio davanti all’Alta Corte di Londra per una causa intentata dalla Deutsche Bank, nientemeno, che però si è conclusa con una transazione. Un esito che evita la prosecuzione di una diatriba legale che, a giudizio del consulente dell’amministrazione comunale della città delle torri, professor Alessandro Benussi, e del patrocinatore inglese che lo ha affiancato, David Fisher, patrocinatore presso l’High Court londinese, rischiava di mettere a rischio le casse comunali per le spese legali, in aumento costante, e per l’improbabilità di un pronunciamento favorevole, per Albenga, da parte della magistratura inglese. Le spese legali, comunque, sono prossime, attualmente, ai 200 mila euro.

Con la transazione il Comune di Albenga riconosce la validità del contratto “swap”, ovvero “scambio” di flussi di cassa, sottoscritto con la filiale inglese della banca di Francoforte nel 2007, concluso ai fini della ristrutturazione del debito dell’Ente. Si trattava di un mutuo pluriennale (durata fino al 2030) in derivati, per 49,5 milioni di euro, che comportava la necessità di allungare il debito del Comune dal breve – medio termine al lungo termine.

Il problema di questi contratti – utilizzati da molti enti locali italiani tra cui il Comune di Savona, anch’esso in causa con Deutsche Bank – ha origine dai flussi finanziari che, nei primi anni di vigenza del contratto sono favorevoli al Comune che lo ha sottoscritto perché regolati da un tasso fisso, negli anni successivi inclinano ad essere meno favorevoli,soprattutto, dopo la crisi finanziaria globale, a fronte di un “collasso dei tassi di interesse a livello mondiale”, come si sarebbe espresso l’avvocato Fisher. Così è andata per Albenga, che fino al 2012 ha potuto contare su un flusso positivo, ma nel 2013-2014 ha dovuto fare i conti con un’inversione di trend e, dal 2015 al 2030 dovrà mettere in conto perdite sempre più rilevanti, indipendentemente dall’andamento dei tassi.

Lo “swap” sarà quindi rispettato fino a scadenza, salvo la possibilità che i contraenti si accordino diversamente, ma al Comune di Albenga sarà riconosciuto da Deutsche Bank uno sconto sui futuri pagamenti di 500 mila euro, somma che verrà versata al Comune 30 giorni dalla chiusura ufficiale della causa presso l’Alta Corte. Ognuno poi, provvederà per conto proprio alle spese legali sostenute.

“La transazione – aveva suggerito nella sua relazione al Comune il professor Benussi – garantirebbe la rinuncia della banca a proseguire la causa aprendo la strada alla possibilità di rinegoziare il derivato o di risolvere anticipatamente il contratto per una cifra da definire in trattativa”. “Ho esitazione nel consigliare un’eventuale causa che sia soggetta alla legge italiana – aveva da parte sua consigliato l’avvocato di Londra – in quanto intravvedo grande difficoltà nel determinare che il Comune abbia sofferto una perdita come conseguenza dell’aver concluso l’operazione finanziaria”.

La ristrutturazione del debito, è il senso dell’opinione dei consulenti dell’amministrazione ingauna, era stata vantaggiosa. Ciò che il Comune ha perso è stata l’opportunità di riprogrammare i propri debiti a condizioni anche più favorevoli, a seguito del crollo dei tassi di interesse. Ma è una conseguenza affrontata negli anni della grande crisi da milioni di mutuatari, pubblici e privati.

Sul Comune pesa tuttora la pronuncia della sezione di controllo della Corte dei Conti della Liguria, che nel gennaio 2015, tra i molti rilievi al bilancio 2013 di Albenga, aveva sottolineato in particolare il fatto che i flussi positivi del contratto swap, quelli dei primi anni di vigenza, quantificati in 2,5 milioni, erano stati destinati alla copertura di spese correnti, mentre avrebbero dovuto essere vincolati a fronteggiare le future perdite. Oltre a chiedere di recuperare tele importo, la raccomandazione della Corte dei Conti agli amministratori era stata quella di “porre la massima attenzione nella gestione del contratto con Deutsche Bank ed anche nell’eventuale sottoscrizione di qualsiasi proposta transattiva”, suggerendo di farsi affiancare da un consulente “particolarmente preparato, vista la delicatezza della questione”.

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