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Area di crisi: proposte e speranze

Sono 15 le domande di finanziamento pervenute per progetti di impresa, con investimenti superiori a 1 milione e mezzo di euro ciascuno, nel contesto del bando per l’Area di Crisi e prevedono l’assunzione di 449 persone sul territorio, per una richiesta di agevolazioni pari a 66 milioni di euro. Il bando di Invitalia, a valere sulla Legge 181/89 per il rilancio industriale, ha una dotazione finanziaria nazionale di 20 milioni di euro. La fase di istruttoria, che si chiuderà a novembre, determinerà l’ammissibilità dei progetti che porteranno nei 21 Comuni della provincia di Savona (i 18 della Valle Bormida oltre a Quiliano, Vado Ligure e Villanova d’Albenga) investimenti per ridare vita all’economia locale  o per rilanciare o riqualificare ciò che è in difficoltà.

“Siamo soddisfatti – così si esprime l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – del bilancio finale del bando perché pensiamo costituisca una buona base per il rilancio di un’area che ha perso molti posti di lavoro per effetto della chiusura di grandi gruppi industriali”. Entro la fine dell’anno saranno pronti i bandi regionali per integrare la proposta di Invitalia. “Attraverso il Fondo europeo di Sviluppo regionale – prosegue Benveduti – Regione metterà altri 20 milioni di euro per sostenere le piccole e medie imprese e i progetti di ricerca e sviluppo”. Già, infatti, da giovedì 11 ottobre si apriranno i termini di presentazione del bando per le infrastrutture di ricerca e innovazione con un plafond di 3 milioni di euro di fondi Por Fesr – fondì europei -.

Dal punto di vista economico, l’azienda genovese Pegaso System, si può dire abbia sottoposto ad Invitalia il progetto più rilevante; Pegaso System, impresa specializzata nella fornitura di impianti di illuminazione per impianti sportivi e industrie ha messo sul tavolo un investimento di 21 milioni da realizzare sull’area di crisi savonese, con un orizzonte occupazionale di 60 posti di lavoro in una nuova unità produttiva. A seguire, spiccano i 19,7 milioni del progetto di Cartiere Carrara a Ferrania, con incremento occupazionale di 30 persone e i 16,4 milioni di Esso Italiana a Vado Ligure, con 10 posti di lavoro aggiuntivi.  Carbongraph Srl ha presentato un progetto per nuova unità produttiva da 7,6 milioni di euro con 40 posti di lavoro e First Plast di Altare prevede un investimento di 7 milioni con 21 nuovi occupati.

Film Ferrania Srl, società innovativa che sulle aree di Ferrania ha fatto rinascere le pellicole fotografiche tradizionali (rivedute e corrette), ha presentato un progetto da 2,6 milioni che garantirebbe 18 posti di lavoro. La Comelt di Cairo, attiva nel settore dei carboni attivi, intende investire 5,4 milioni che consentirebbero di creare 4 nuovi postui di lavoro; la Quidam, sempre di Cairo (settore vetrario), ha inviato un progetto da 5,6 milioni con 5 occupati in più; ancora a Cairo Montenotte, Movinter (carpenteria metallica) ha proposto un investimento di 2,2 milioni che vale 12 occupati aggiuntivi. Ancora un’azienda cairese, Scilla, si impegn in un investimento da 2,7 milioni che consentirebbe di assumere altre 2 persone.

L’Interporto Vio di Vado Ligure ha presentato un progetto da 2,1 milioni che garantirebbe l’occupazione di 6 persone, mentre Transmare, società di Vado Ligure specializzata nei servizi di disinquinamento marino, intende varare un progetto da 2,3 milioni che consentirebbe 5 nuove assunzioni. Zincol Ossidi, la società di Vado attualmente impegnata nella realizzazione della nuova fabbrica a Ferrania, partecipa al bando con un progetto da 2,9 milioni che potrebbe valere 38 posti di lavoro. Infine Apm Terminals Vado Ligure ha presentato, per parte sua, un’iniziativa che vale 5,9 milioni, indicando la creazione di 196 posti di lavoro. La domanda che si pone è se, quando si parla di occupati, si tratti di nuovi occupati o di addetti (sempre “nuovi” perché da impiegare in una nuova unità industriale) già previsti nella pianta organica allegata all’Accordo di programma.

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