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CULTURA

Artemuta: Loano museo “globale”

Interessante esperienza espositiva "diffusa" a Loano e un ricordo di Omar Ronda

“ ARTEMUTA “
In questo mondo che è cambiato così tanto e in così poco tempo, noi rimarremo a
guardare in silenzio. Si, avete capito bene.
Artemuta è la voce dell’arte che si unisce a tutte le voci dimenticate di quelle attività che per un anno hanno visto calare il sipario sul proprio lavoro.
Non essenziale, anzi, rischioso.
Ma come può un’attività e in base a quale criterio può essere considerata non indispensabile?
Come può ogni essere umano dietro quell’attività essere considerato non essenziale?
E l’Arte? Uno dei fari per la nostra Via.
In questa danza i mondi si uniscono in un unico canto, silenzioso, ma dirompente l’arte, la musica il teatro e tutte quelle attività che ruotano intorno per un turismo d’eccellenza ormai dimenticato.
il Gruppo “Number 27” che ha preso ispirazione da un quadro famoso di Pollock in collaborazione con l’associazione ”Vecchia Loano” ha unito le forze sul litorale ligure, a Loano (Sv), dove verrà installata la più grande esposizione di opere presso tutte quelle attività che hanno dovuto spegnere la luce, o a fatica stanno sopravvivendo in questi periodi bui.
Noi siamo qui,e non per polemizzare, ma per ricordare che la Cultura non deve morire. Più di 40 attività hanno aderito a questo progetto e l’Arte offrirà quel bagliore che nessuno finora è stato in grado di portare.

Verranno esposte opere di artisti storici e affermati, come: Andy Warhol, Franco Angeli, Mario Schifano, Arman, Emilio Scanavino, Concetto Pozzati, Rabarama, Marco Lodola, Stefano Bressani, Omar Ronda, Roberto Comelli, Andy_Bluvertigo, Raffaella Maron, Claudio Lia, Remo Castiglioni, Laurent, nelle vetrine delle Attività, in modo che i passanti potranno ammirare e tornare a sognare quando potevano visitare Musei, Anfiteatri Teatri e poter assaporare con tranquillità seduti, una consumazione al bar o nei ristoranti, un mondo che sembra ormai così lontano e impossibile da raggiungere. Tornare a passeggiare, godendo di un po’ di luce e di autentica bellezza.

Direttore & Curatore artistico : Pierluigi Luise
Gruppo “ Number 27” associazione “ Vecchia Loano” In collaborazione con Galleria Artelite & Spirale e le attività loanesi.
Di tale tenore il comunicato stampa diffuso dall’associazione “Vecchia Loano” su questa interessante iniziativa, ideata appunto da Pierluigi Luise, curatore d’Arte internazionale, che aiuta a non perdere il gusto dell’Arte e del Bello e delle Cose Belle della vita, ed a tale proposito non lasciamoci travolgere da una frase che si legge nel comunicato ovvero che “il mondo è cambiato così tanto e in così poco tempo” ed auguriamoci che cambi in meglio, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, avendo ben presente che le pestilenze, in passato molto più “pestifere”, presto o poi finiscono e non prevalgono sulla nostra speranza e sulla nostra volontà di vivere!  Così i negozi momentaneamente chiusi si sono trasformati in una galleria museale  che  ha ospitato opere pregevoli di artisti famosi. Tra i grandi nomi spiccano Andy Warhol o Mario Schifano,  ma l’occasione è buona per mettere in luce un artista assolutamente originale come Omar Ronda (1947- 2017); nato a Portula, nel biellese, in gioventù amico di Milva e del marito Maurizio Corgnati – per ricordare ancora la raffinata cantante appena scomparsa – gallerista, giornalista, scrittore ed editore, forte amante dell’Arte, inizia relativamente tardi, nel 1987, il suo percorso attivo come pittore e artista; è protagonista di alcune esperienze sorprendenti, come la permanenza, per sei giorni e sei nott,i in una piramide, detta “piramide d’oro”, costruita con legno, plexiglass dorato e piante di plastica, sul Monte Bianco nel 1990 e nelle grotte di Id Zuttas, nel 1991.
Coinvolto dal divenire della materia, Ronda elabora “una filosofia delle materie che chiama Cracking, che lo porta a cercare nel petrolio la sua antica origine organica ed antropologica per trasformarla in arte” attraverso “un suo rivoluzionario linguaggio operativo e concettuale” e, conseguentemente, a “cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale ed ambientale” e l’uso rivoluzionario di materie plastiche “evocative di un rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale”. Iniziano pertanto le “invasioni” di città da parte di animali di plastica, come le tartarughe a Venezia, in occasione della Biennale del 2001, ma anche ibride invenzioni di fantasia – “cavalgalli”, ” scorpiogatti”etc. – che lo rendono famoso.
Ronda muore nel 2017,  nella sua Biella, dopo aver affrontato una  lunga malattia, condividendo la sua lotta con essa sui social.
Di lui è stato detto: “Nell’intento di Ronda di fermare, di congelare, di lasciare intatti, per i posteri, i frammenti di un mondo che ha perduto da tempo qualsiasi pretesa di unitarietà, c’è la grande utopia di poter ricostruire – seppure unicamente attraverso i frammenti, e grazie al potere straniante e fortemente alchemico della plastica – un senso all’universo”.
Potremmo aggiungere che con la sua opera, per quanto riguarda appunto tale approccio alla scultura, Ronda conferisce una dignità ed una “missione” artistica, alla plastica sempre più avversata e considerata materiale simbolo di una civiltà dei consumi degenerata!
Foto di vetrina di Loano da “La Provincia di Biella”

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