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Battisti catturato per strada in Bolivia

La vicenda dell’ex terrorista Cesare Battisti (Cisterna di Latina, 1954), per tanti versi quasi rocambolesca, sembra essere giunta alla fine ed infatti il più ricercato, attualmente, dei contumaci italiani, è stato arrestato a Santa Cruz de la Sierra, una delle principali città della Bolivia. Risulta che fosse da solo, truccato con una barba finta; il documento d’identità di cui era in possesso è brasiliano e riporta il suo nome e cognome, Cesare Battisti, e la data di nascita, il 18 dicembre 1954. Alle 17 di sabato 12 gennaio, le 22 in Italia, una squadra speciale dell’Interpol costituita da investigatori italiani ha catturato l’ex terrorista, accusato di omicidio plurimo, latitante dal dicembre 2018 dopo la revoca dello status di residente permanente in Brasile e l’ordine di estradizione emesso dal presidente Michel Temer.

Condannato all’ergastolo per crimini commessi durante gli “anni di piombo”, Battisti nel 2010 aveva ottenuto la residenza con status di rifugiato politico in Brasile per volontà dell’allora Presidente della Repubblica Luiz Inàcio Lula; il Tribunale Supremo Federale aveva constestato le argomentazioni del Governo ma aveva anch’esso rifiutato l’estradizione, che era divenuta una vertenza complessa, considerando pure che, secondo la legge brasiliana, i reati che gli vengono contestati sono prescritti dal 2013 se non dal 2008. «La decisione rispetto all’estradizione non si tocca. È vero che il Tribunale federale si pronunciò anni fa a favore dell’estradizione di Battisti, ma è stato l’allora Presidente della Repubblica Lula a negarla. Lula decise che Battisti doveva restare in Brasile e così fu. Oggi non si decide sulla questione dell’estradizione, ma sulla regolarità della situazione di Cesare Battisti come straniero in territorio brasiliano (…) Sappiamo che Cesare Battisti ha una figlia, ma non abbiamo la certezza che sia naturale o acquisita. Se diventasse padre o se solo decidesse di sposare la sua compagna brasiliana il suo visto automaticamente diventerebbe permanente…»  così aveva dichiarato il Procuratore della Repubblica di Brasilia Vladimir Aras. E dopo tante mene legali, cavilli, scuse, pretesti, la “Primula Rossa” imprendibile Battisti, a su otempo beneficiario di appoggi anche in Francia ed in Messico, è stato fermato in quattro e quattr’otto, come chi non ha più una protezione su cui far affidamento.

Le vicende biografiche di Battisti sono complicate e vanno dall’ appartenenza ai “Proletari Armati per il Comunismo” al divenire scrittore del genere “noir”; condannato a due ergastoli per i delitti Santoro e Campagna e ad altre pene detentive, superiori ai dieci anni di carcere, per concorso morale nell’omicidio Torregiani, il caso che ha avuto maggior rilievo mediatico, concorso nell’omicidio Sabbadin, per insurrezione armata, possesso illegale di armi, banda armata, associazione sovversiva, rapina, furto ed evasione, Battisti ha sempre sostenuto la sostanziale estraneità agli addebiti contestatigli ed è stato sostenuto da un movimento di politici e soprattutto di intellettuali francesi, fra cui gli illustri Bernard-Henri Lévy, Serge Quadruppani, Tahar Ben Jalloun, Philippe Sellers, Daniel Pennac ma anche gli intellettuali sbagliano e, se Battisti fosse in grado di difendere la sua innocenza con quella convinzione che proclama, sarebbe lui stesso ritornato in Italia per sostenerlo. La sua estradizione, a seguito della quale il premier Conte ha scritto su Facebook: “ Cesare Battisti rientrerà in Italia nelle prossime ore, con un volo in partenza da Santa Cruz e diretto a Roma», a suo tempo, quando venne richiesta dal Governo Berlusconi, era stata coralmente sostenuta da tutte le principali forze politiche di Maggioranza e di Opposizione!

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