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“Calciando in rete”: intervista al nostro Felicino Vaniglia

Per chi è appassionato di sport in generale e di calcio in particolare, incontrare un grande personaggio legato a questo mondo è sempre un’ emozione speciale. Nel nostro piccolo avere l’opportunità di svelare a tutto tondo i segreti della lunga carriera, le scelte ed i progetti del neo responsabile tecnico regionale della Libertas ha un fascino tutto suo, specialmente perché nonostante gli sia stato da poco passato il testimone, ha già un primo vincente bilancio da condividere. Lo abbiamo incontrato fissando un appuntamento a margine di un suo apprezzato intervento al seminario dal titolo “Approccio scientifico allo sport di base” tenutosi presso la sala del Coni Point di Savona dedicata alla memoria di Lelio Speranza. Dall’importanza del tema trattato (La “qualità” delle motivazioni : oltre la teoria) e dall’attenzione dei convenuti ci siamo immediatamente resi conto del spessore culturale e questo ci ha permesso di concentrarci maggiormente sul livello e sulla priorità delle domande da porgergli. Riportiamo integralmente la scaletta dei quesiti da noi predisposti che sono stati tutti via via sciorinati grazie alla completa collaborazione manifestataci, che sottolinea una volta di più la stima ed il rispetto che abbiamo riposto nel diretto interessato. Siamo partiti così:

Dottor Vaniglia, può illustrarci, anche a beneficio di chi ci segue, in che tipo di rapporto si trova al momento attuale con la Delegazione Provinciale della FIGC?
“Rispondo volentieri anche per fornirvi le indispensabili informazioni corrette e fare la dovuta chiarezza. Dal 2010 al 2017, quindi per un intero settennato, ho potuto esercitare proficuamente e liberamente il ruolo di Commissario Tecnico Unico delle rappresentative provinciali giovanili, un incarico di prestigio affidatomi e ripetutamente rinnovatomi dal Delegato prof. Iannece, che ringrazio pubblicamente per la fiducia accordatami. Grazie all’ottimo lavoro svolto in perfetta sintonia con lo staff messomi a disposizione, siamo riusciti nell’impresa di realizzare un programma di primissimo piano che ritengo rimarrà per sempre ricordato come un momento eccezionale di successo consumatosi e perpetuatosi nel solco delle direttive promosse dalla LND. Avvicinando la centralità del capoluogo a tutta la periferia, abbiamo completamente e compiutamente soddisfatto  le esigenze del territorio dal punto di vista dell’appetibilità calcistica attraverso l’allestimento di una impegnativa ed entusiasmante serie di eventi e la partecipazione a manifestazioni sportive di spicco quali il Memorial Casarino di Loano, il Torneo Internazionale di Primavera di Borghetto, il Memorial G.Milintenda di Cairo, il Torneo Città di Carcare, solo per citare alcune tra le bellissime rassegne che ci hanno permesso di mettere in bacheca ben 8 trofei. Per non parlare del tradizionale Torneo delle Province che ci ha visto ininterrottamente protagonisti ed in cui oltre agli ottimi risultati raggiunti in termini di gioco e di piazzamenti siamo stati lusingati dagli apprezzamenti riscossi sotto il profilo comportamentale in quanto i ragazzi scelti hanno brillato per senso di appartenenza, lealtà e fair-play , quei valori indispensabili, cioè, che hanno rappresentato il nostro principale criterio di selezione del livello di competitività. Questo tempo felice però, come tutti i “magic moment” come ogni avventura a lieto fine, presupponevamo fosse destinato ad esaurire la sua parabola una volta raggiunto l’apogeo. E così è stato anche perchè nel frattempo i nuovi scenari che sono andati ad inverarsi hanno di fatto interrotto quelle che erano le premesse istitutive del progetto di fatto modificandole”.
Ci spiegherebbe meglio questo ultimo passaggio che magari tanti non conoscono o che più semplicemente merita un maggior approfondimento?
“Certamente e con vero piacere! Sono tre i cambiamenti “epocali” sopraggiunti che mi hanno indotto dopo una sofferta disamina a orientare verso altri ambiti la mia attività in seno al mondo del calcio giovanile, visto che hanno fatto sì che quella provinciale divenisse improvvisamente una realtà  “ristretta” se relazionata ai miei obiettivi diretti e di conseguenza a quelli del mio gruppo che mi segue e mi sostiene”.
Può precisarceli in ordine a partire da quello che ritiene sia lo snodo fondamentale?
“Per prima cosa mi riferisco all’organizzazione del tradizionale Torneo delle Province, quella manifestazione che si poteva (devo a malincuore usare l’imperfetto) definire a pieno titolo come la vera “festa del calcio giovanile dilettantistico regionale”. Come se non bastasse averla già nel tempo ridimensionata alla sola categoria dei giovanissimi sperimentali per meri aspetti di tipo economico (quando in molti altri Comitati Regionali continua ad essere  un evento rivolto a minimo due se non tre categorie, vedi la Campania che oltre a Giovanissimi e Allievi ha istituito anche la Terza Under 23) a partire da inizio 2017 il nuovo regolamento deciso ha previsto la riduzione della final four a soli 2 giorni e la partecipazione riservata esclusivamente ai giocatori delle squadre che non sono riuscite a qualificarsi per la “fare regionale” con il conseguente inevitabile svilimento del valore tecnico di una fortunata iniziativa, che è passata  di fatto dall’essere quell’importante “Torneo delle Province” in cui si misuravano i migliori e che, vorrei sottolinearlo, ha sempre regalato occasioni stimolanti e gratificazioni, all’attuale formula meglio definibile come “Torneo delle Provinciali” con tutto il rispetto per quei sodalizi che antepongono il lato sociale a quello competitivo. Non riesco a capire per quali motivi si sia cercato e si cerchi di mandare in soffitta un Torneo che ha rappresentato per decenni il punto di partenza da cui hanno spiccato il volo tanti talenti che sono poi approdati al grande calcio e che viceversa non vi sarebbero magari riusciti senza questa nobile ribalta che a regalato loro la prima necessaria visibilità. Nel 2016 c’erano state le prime avvisaglie di un graduale disimpegno e la kermesse era addirittura saltata. Fortunatamente e tenacemente riuscimmo a comporre lo stesso una selezione 2002 che prese parte al Trofeo “Gemellaggio Mare e Monti” svoltosi il 29/5 al Chittolina aggiudicandocelo. Questo intervento di programmazione anticipata ci ha permesso  di arrivare primi quest’ultima edizione all’Andersen di Sestri Levante. Sono curioso di verificare cosa succederà nel 2018, vale a dire in quello che considero essere l’anno zero, confidando che la neo gestione sappia ottenere i traguardi che io ho  raggiunto in qualità di commissario tecnico provinciale abnegandomi per la causa comune con sacrificio e alto spirito di servizio, garantendo indistintamente pari opportunità grazie alla mia posizione “super partes” di non tesserato, una condizione che se considerata imprescindibile durante i mandati dell’indimenticabile presidente Sonno temo che in oggi rischi di non essere più mantenuta”.
Veniamo alla “second question”.
“L’argomento, secondo per ordine di esposizione ma non secondario per valore, è quello del cambiamento di rotta disegnato dalla Figc, che porta con se l’automatico ridimensionamento (si potrebbe accennare al termine “rottamazione”) delle dinamiche e dei ruoli con cui veniva svolta l’attività di rappresentativa a livello provinciale. Nulla è perenne e pertanto occorre adeguarsi agli innovativi indirizzi voluti, non ultimo l’avvio da parte del Settore Giovanile e Scolastico, sulla base di un format collaudato in Germania, del programma relativo ai Centri Federali Territoriali per la valorizzazione e lo sviluppo del calcio giovanile, un progetto innovativo destinato a coinvolgere migliaia tra ragazzi e ragazze di tutto il Paese e creare una forte sinergia tra i tecnici e le società del territorio e la struttura federale. Il CFT di Alassio, di cui ho assistito al’inaugurazione ed abbrivio, dovrà in prospettiva rappresentare il vero polo territoriale di eccellenza per la formazione tecnico-sportiva dei giovani calciatori e calciatrici di età compresa tra i 12 e i 14 anni, al fine di definire un indirizzo formativo ed educativo centrale, avere un monitoraggio tecnico e sociale integrale, tutelare il talento dando corpo a un percorso tecnico-sportivo coordinato che supporti lo sviluppo delle potenzialità dei ragazzi. In pratica vi verrà concentrata quell’enorme mole di lavoro fatta di raduni, stage, allenamenti, amichevoli, esercitazioni che tra mille difficoltà e con tanta passione, grazie alla collaborazione di splendidi dirigenti e meravigliosi amici, si è riuscito a portare avanti precedentemente e che ha dato ottimi frutti”.
Siamo giunti al terzo crocevia.
” L’avvento del Dott. Giulio Ivaldi al comando del governo del calcio ligure ( l’8 di dicembre sarà trascorso un anno dal suo insediamento) ha portato, come preannunciato nel suo cartello elettorale, tutta una serie di mutamenti inerenti impiantistica, comunicazione, marketing e chiaramente rivolti anche alla composizione dello staff tecnico incaricato di guidare le rappresentative al Trofeo delle Regioni, un tema primario e assai caro al compianto Luigi Andreani ex presidente pro tempore del CRL e straordinario conoscitore del calcio nostrano visto che aveva rivestito per più di un ventennio il ruolo  di selezionatore regionale riuscendo a farsi apprezzare per la sua capacità e umanità. Nel mentre per l’attività dell’ultima spedizione del ciclo Sonno (sto parlando di Calabria 2016) erano stati scelti 3 dirigenti accompagnatori e 3 selezionatori per le 3 distinte categorie (mi riferisco al compianto Andreani per la Juniores, Tonelli per gli Allievi e Puggioni per i giovanissimi) i quali per il tramite del prezioso supporto di collaboratori zonali (personalmente mi occupavo dell’area Ponente da Varazze a Ventimiglia), emettevano le convocazioni senza condizionamento alcuno e allestivano l’intera e ricchissima programmazione (dagli stage di perfezionamento alle amichevoli con i club professionistici), il neo presidente regionale ha varato un nuovo corso nominando  una sorta di supervisor (Fulvio Navone) e affidandogli l’incarico di coordinatore dei 3 allenatori (Tonelli, Laganà e Rusca) e richiedendo la creazione di un apposito staff di consulenti incaricati di fare uno screening del pensiero dei vari mister, ds e responsabili dei settori giovanili. In questa stagione inoltre è stato inaugurato anche il nuovo ruolo del selezionatore (leggasi Nocentini) che va a caricare ulteriormente la già sofisticata struttura gestionale tecnica. Conosco le regole dello spoils system e me ne guardo bene dal connotarle negativamente visto che d’altronde ben presto se ne vedranno gli esiti. Tuttavia pur non scendendo nel merito (nel calcio si giudica in base ai risultati raggiunti e non alle chiacchere), al presente (una legge a cui, pur prendendone atto, non ci si deve certo arrendere) direi che quello che era il “ruolo” storico del selezionatore provinciale, per i motivi che ho messo in evidenza ampiamente, sia andato gradatamente a ridimensionarsi e questo mi ha portato a dirigere il mio entusiasmo in un’altra direzione (sia ben chiaro il concetto: non in direzione esatta e contraria)”.
Quali sono quindi i suoi progetti per l’immediato futuro?
“Collaborando a 360° gradi con una autorità sportiva del calibro di Roberto Pizzorno sono certo che saprò rendermi utile alla causa del Coni, una meravigliosa famiglia che mi ha accolto al suo interno e che in breve è divenuta fertile sponda per il mio innato dinamismo e per la mia incontenibile creatività. Difficilmente si potranno raggiungere  gli impensabili traguardi colti nel 2017 (specie in ambito Libertas, dove abbiamo fatto planare la Liguria su 2 titoli nazionali di calcio a 5 e a 7), ma il proposito resta quello di provare a migliorarsi. Il Delegato Provinciale si avvarrà dello staff tecnico di cui sono parte integrante per continuare a puntare su iniziative nell’ambito della “formazione” attraverso l’allestimento di corsi per tecnici, dirigenti (si riparlerà dell’introduzione del nuovo Registro 2.0 Manuale per le associazioni e società) e giornalisti (si riproporrà verso la metà di maggio quello sulla Comunicazione, che ha avuto un bel successo). Anche il programma sull’integrazione vedrà replicata la riuscita esperienza della piattaforma “Educamp” Formula City che predispone nel periodo estivo momenti di attività motoria polivalente a carattere ludico-aggregativo. A livello territoriale infine verranno presi direttamente dal Cav Pizzorno stretti contatti con tutte le realtà sportive dei 69 comuni della province di Savona per monitorarne le criticità e come nello stile del Coni lavorare per dare risposte concrete alle tante problematiche emergenti inerenti in particolar modo l’impiantistica”.
 
Per concludere può darci qualche news a riguardo dell’attività della Cantera Torre de Leon, il suo gioiellino di famiglia?
Non spetterebbe a me dirlo ma l’eco è talmente vasta che non ho difficoltà ad asserire che la Cantera TDL/La Fortezza Savona è ormai considerata da più parti una straordinaria icona moderna del calcio giovanile per merito del suo indiscusso fascino e carisma. In un decennio grazie ai  numerosissimi successi (ben 14 primi posti) ha fatto diventare il suo stile inimitabile una vera espressione di sportività di fama internazionale. Il suo “appeal” è unico così come la sua capacità di creare tendenza. E’ evidente che la sua originalità consista nella sua vera essenza, quella che ha dato vita al progetto originario che si è andato via via perfezionandosi. Durante il periodo natalizio non abbiamo nemmeno finito di ufficializzare la stagione estiva 2018 (4 le squadre partecipanti) che siamo stati subissati di adesioni. Non è certo una sorpresa questo ennesimo sold-out empatico. D’altronde nonostante alcuni abbiano provato a cimentarsi in timidi tentativi di imitazione, credo di poter dichiarare con orgoglio unitamente a miei encomiabili sostenitori che nessuno nel settore calcio/divertimento/vacanza riuscirà mai ad avvicinarsi al vincente copyright Cantera TDL, poichè molti nella vita sono nati solo per seguire, mentre noi siamo nati per osare e ci stiamo attrezzando splendidamente per provarci ancora una volta “all together”.

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