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ATTUALITÀ

Calciando in rete – Senza macchia e senza paura!

Sono pochi i personaggi nella lunga storia della letteratura (ma forse anche nella vita di tutti i giorni) che hanno avuto la forza mitica ed evocativa di Don Chisciotte della Mancia, l’indomito cavaliere scaturito dalla penna di Miguel de Cervantes. Passione, idealismo, amore (per la famiglia, per il lavoro, per lo sport, come colui che piango e che voglio sia assolutamente ricordato)  che sfocia nella follia, spingendo l’hidalgo Alonso Quixano ad abbandonare la sua vita lussuosa ed agiata per vivere in prima persona le eroiche e nobili avventure degli amati romanzi cavallereschi, scegliendo come fido scudiero il fedele contadino Sancho Panza e come “dama” la contadina Aldona Lorenza, trasfigurata nell’ “inarrivabile“. E’ attraverso questa rievocazione suggestiva che vi parlerò di quel tempestoso ed affascinante romanzo che è stata la parabola esistenziale del mio amico fraterno Bettino Piro, proprio nel giorno della sua tragica, ingiusta, inaccettabile scomparsa.Mentre scrivo mi tornano alla mente i tanti momenti vissuti insieme.Le operazioni fianco a fianco per il cambio di proprietà in entrata ed in uscita del suo Savona (i colori che si è portato per sempre nel cuore), le spensierate serate trascorse in ogni dove, la stessa grande passione condivisa per il settore giovanile, la realizzazione dell’iniziativa di azionariato popolare sul modello Barcellona con cui voleva rilanciare il mondo biancoblù, gli anni d’oro dei successi (che tanti hanno cavalcato) e questi ultimi più difficili (dove spesso è stato vittima di ostruzionismo, di pregiudizio, di invidia e di promesse non mantenute) in cui gli sono rimasto sempre fedelmente accanto e pronto a dargli il mio contributo. Invio un saluto commosso, insieme ai meravigliosi tifosi Vecchio Stampo, a suo figlio Gian Luca, buon calciatore e “bravo ragazzo”, composto di queste semplici parole :” Tuo padre era un sognatore che ha regalato magie. Lo ha fatto alla sua maniera d’accordo, ma da vero siciliano qual’era (con onore e con rispetto), sfidando mulini a vento e veleggiando su mari in burrasca. La sua stretta di mano era sincera, la sua umanità immensa. Solo un destino spietato ha potuto fermarlo. Se ne è andato in una notte stellata, libero da vendette e rancori, con il suo sigaro all’anice tra le labbra e quel sorriso da eterno conquistatore.Noi non lo dimenticheremo mai!”

Felicino Vaniglia

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