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Caro libri: raggiunti livelli inaccettabili

libri scolasticiSiamo alle solite! Anzichè migliorare, si peggiora sempre, ovvero, di male in peggio! A fare salire la rabbia e l’indignazione degli italiani è il consueto tradizionale “caro libri” che, puntualmente, lievita ogni anno a scapito delle famiglie che, bene o male, i figli a scuola devono pur mandarli. Il Governo si era impegnato a controllare e bloccare tali aumenti, ma, evidentemente, anche questa è stata una “promessa da marinaio” e le case editrici (che pur avranno le loro buone ragioni per sopravvivere e per far fronte anch’esse a ogni sorta di aumenti) hanno ritoccato i “listini” andando a incidere nelle spese di istruzione che ogni famiglia deve affrontare. Prendiamo a esempio la “scuola media dell’obbligo”. Si chiama, appunto, dell’obbligo, perchè le famiglie devono, per legge dello Stato, mandare i propri figli a scuola fino al raggiungimento dei 16 anni: i genitori che non assolvono a quest’obbligo sono perseguiti per legge. E fin qui va bene tutto. Giustissimo che tutti i giovani, anche dei ceti meno abbienti, debbano avere delle basi culturali e delle conoscenze minime che la scuola media “dovrebbe” essere in grado di fornire. Ma se è vero che lo Stato impone alle famiglie di mandare i propri figli a scuola, è altrettanto vero che lo stesso Stato non dovrebbe assolutamente consentire un esborso economico a carico delle famiglie i cui figli dovrebbero avere la fornitura dei libri di testo delle varie materie completamente gratuita. E, invece, da molti anni, assistiamo a questo sconsiderato aumento delle spese scolastiche che non riguardano soltanto i libri di testo, ma tutto ciò che fa parte dello stesso “corredo” degli alunni/e. Ho sempre sostenuto che in un paese civile e democratico, come noi vantiamo di essere, tutte le spese di istruzione dovrebbero essere completamente gratuite e non solo quelle della scuola secondaria, ma anche quelle relative alla scuola primaria e alle stesse università. Studiare è un sacrosanto diritto che dovrebbe essere di tutti e per tutti. Invece, in Italia, studiare sta diventando un privilegio di pochi. Impensabile credere che famiglie che non hanno nemmeno le possibilità economiche di fare la spesa per mangiare possano spender fior di bigliettoni per l’acquisto di libri, quaderni, diari, zainetti e quant’altro! Poi ci sono pure le tasse scolastiche da pagare: non bastano tutte quelle che già paghiamo, ci vogliono pure quelle! Ogni anno, migliaia di ragazzi non vengono iscritti in quelle scuole che avrebbero diritto di frequentare per ricevere quel minimo garantito di istruzione che, nella vita, serve sempre: in meridione questo fatto, poi, è purtroppo molto diffuso e le istituzioni ben poco o nulla fanno per arginarlo. In altre parole: le leggi ci sono e sono magari pure belle, ma non vengono rispettate, perchè lo Stato stesso non le fa rispettare. Come dicevo poc’anzi, le case editrici, in considerazione del rincaro di tutti i materiali dei trasporti, delle spese tipografiche, Siae e diritti d’autore sono costrette ad aumentare i prezzi pur di sopravvivere. Ma un’altra domanda sono in tanti a porsela: non sarebbe meglio che il Ministero della Pubblica Istruzione decidesse, lui stesso, un libro di testo per le varie discipline, unico e uguale per tutta l’Italia in modo che tutti i ragazzi/e d’Italia possano studiare le stesse cose e avere le stesse basi culturali? Ma, forse, questo è chiedere davvero troppo!

Carlo Colla

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