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POLITICA

Ciccio Franco, l’uomo che fece tremare Reggio Calabria

La sua storia, sebbene caratterizzata da momenti di violenza e controversia, rappresenta un capitolo importante nella storia di questa comunità.

Ciccio Franco, all’anagrafe Francesco Franco, è stato un politico, sindacalista e attivista italiano, noto per il suo ruolo di “capopopolo” durante i Moti di Reggio del 1970. Nonostante non sia mai stato condannato dai tribunali, Franco è stato coinvolto in atti oggettivamente eversivi da Milano a Reggio Calabria, come gli attentati ai treni del 1972. Nonostante ciò, è riuscito a diventare un rappresentante delle istituzioni, servendo come senatore del Movimento Sociale Italiano (MSI) per diverse legislature e come membro del consiglio comunale per un trentennio. Nonostante il coinvolgimento di Franco in attività eversive non fu mai condannato dai tribunali.

La sua figura ha destato particolare notorietà durante i Moti di Reggio del 1970, quando assunse la guida della rivolta popolare che coinvolse la maggior parte della popolazione reggina. Inizialmente, la rivolta era stata promossa anche con iniziative violente non condivise dal suo stesso partito. Tuttavia, con il passare del tempo, Franco divenne il simbolo dell’insurrezione e si guadagnò il sostegno della maggioranza della popolazione. È stato proprio durante questi eventi che venne ripreso il motto fascista “Boia chi molla”, divenuto lo slogan dell’insurrezione.

Nonostante l’arresto di Franco e di altri leader della rivolta nel settembre del 1970, l’eco delle sue azioni e del suo impegno perdurò nel tempo. Fu candidato e successivamente eletto senatore per il MSI alle elezioni politiche del 1972, ottenendo un notevole consenso e diventando un punto di riferimento per la destra nazionale. Durante la sua esperienza politica al Senato, Franco fu oggetto di critiche feroci da parte di esponenti di sinistra, come il senatore socialista Salvatore Frasca, che lo accusò di essere uno dei veri protagonisti della rivolta di Reggio Calabria.

Nonostante le accuse, le inchieste successive dimostrarono l’infondatezza delle implicazioni penali legate all’operato di Franco e ad altri dirigenti del MSI reggino. La sua figura continuò ad avere un peso politico, e Franco fu rieletto al Senato nelle quattro legislature successive fino alla sua morte nel 1991.

Oltre trent’anni dopo la sua scomparsa, l’eredità di Ciccio Franco continua a essere oggetto di dibattito. La città di Reggio Calabria, che in passato aveva oscillato tra destra e sinistra, è profondamente cambiata, e molti lo considerano ancora un mito. È stato dedicato un busto in sua memoria, e il suo ruolo durante i Moti di Reggio è visto da alcuni come simile a quello di Gerry Adams, il leader che ha pacificato gran parte dell’Ira contro gli inglesi. Tuttavia, la figura di Ciccio Franco è ancora oggetto di controversie e divisioni.

Oggi, Reggio Calabria sembra essere sempre più riappacificata rispetto ai tempi della Rivolta. Tuttavia, è difficile separare la cronaca dalla Storia e stabilire un giudizio definitivo sull’eredità di Ciccio Franco. La sua figura rimane controversa, e le opinioni sulla sua importanza e influenza sono discordanti, riflettendo il complesso tessuto sociale e politico di una città e di una regione. La sua storia, sebbene caratterizzata da momenti di violenza e controversia, rappresenta un capitolo importante nella storia di questa comunità.

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