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ATTUALITÀ

Con rimpianto e tenerezza infinita

In queste ore di sgomento e di sconcerto per la scomparsa di quel grande condottiero che era Carlo Pizzorno, tutti indistintamente si sono stretti attorno alla sua bellissima famiglia che lo ha accompagnato con una cura ed una dolcezza indicibile nel suo ultimo giorno. Gli amici più vicini (di cui mi onoro di far parte), i suoi diretti collaboratori (con l’inseparabile Silvia in testa), i conoscenti in ambito sportivo, anche per trovare conforto, fanno a gara in questo mesto momento per tenere vivo il ricordo e per accreditargli un’identità. Forse in diversi non si sono resi conto di quanto risulti oggi limitante voler collocare territorialmente un personaggio di tale levatura. Sarà perchè nessuno di norma è profeta in patria. Sarà perchè siamo portati ad esaltare ciò che ha il fascino dell’esotico non valorizzando adeguatamente quello che abbiamo sotto gli occhi e a portata di mano. Sarà perchè si fa estrema fatica a riconoscere i meriti di chi spicca come protagonista sulla ribalta. Fatto sta che trovo estremamente ingeneroso cercare di inquadrare l’operato del “Direttore” (così l’ho sempre chiamato, rifuggendo da qualsiasi altra etichetta) in un ottica di area locale. Carlo per spiccata capacità organizzativa, per leadership carismatica, per innato desiderio di innovazione, per forma mentis straordinariamente portata all’ammodernamento (e del resto come non poteva averla amando in maniera così profonda i giovani), merita di diritto un posto al sole nell’olimpo  nazionale al pari dei tanti ospiti di lustro e di spicco che solo lui ha saputo portare sui nostri palcoscenici. Giocatore agguerrito, mister vincente, dirigente con i fiocchi, inimitabile creatore di eventi : ecco chi è stato! Da suo indefesso estimatore lo voglio portare nel cuore con quel suo sorriso ironico (lo stesso che fa capolino di tanto in tanto fra le labbra di suo figlio Roberto, una cara persona con cui condivido gran parte della mia vita), con quella voglia di futuro che si portava dentro e che irresistibilmente ti portava a sognare sempre nuove sfide. Carlo aveva ancora tanti progetti da realizzare ed è per questo che ci lascia in eredità l’insegnamento alto di non desistere mai dal cercare di traguardarli. Ciao Direttore nel tempo stesso che ti piango sono convinto del fatto che per te la morte sia solo l’inizio del secondo tempo. Guidaci ancora da lassù, guidaci lontano, guidaci dove osano gli spiriti liberi.

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