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È l’ora di respirare un sorso d’aria pura!

crisi lavoro italiaUna vecchia canzone di Nicola di Bari degli anni 80 diceva testualmente: “è l’ora di respirare un sorso d’aria pura” e continuando: “è l’ora di dirti quello che ho nel cuore”. Nel fango generale in cui stiamo vivendo e ci stiamo dibattendo, tutti noi abbiamo estremo bisogno ed esigenza di respirare un sorso d’aria pura e di dire tutto quello che pensiamo, ma di dirlo forte e chiaramente. Sono troppe le cose che non vanno in questa Italia che, crisi a parte, sprofonda sempre di più in un baratro senza trovare appigli giusti per risalire. Il mondo della politica che ci sta davanti agli occhi e che, purtroppo, ci sta governando male, direi sempre peggio, è incapace di darci dei segnali positivi di crescita e di sviluppo. Al di là delle critiche che ognuno di noi può muovere ai partiti, e se vogliamo aggiungere, anche ai sindacati che hanno certamente le loro gravissime colpe e responsabilità, è l’intero sistema che va cambiato in toto! Un sistema basato su un Parlmamento dove sono troppi a comandare senza mai trovare quell’accordo capace di fare quelle leggi che potrebbero far rialzare la testa alla nostra Italia che sta affogando. Negli ultimi decenni siamo passati da un governo all’altro, peggiorando di volta in volta la situazione, dando fiducia a personaggi che ci hanno sempre tradito. Quante volte mi sono chiesto fino a quando durerà la pazienza degli italiani, presi in giro da promesse mai mantenute e da continui stilicidi economici: sacrifici continui che si sono dimostrati inutili e che sono andati a ingrassare una categoria di “mangioni” sempre rimasti impuniti. Oggi, di tutto questo, la gente comune, le famiglie, i lavoratori che si guadagnano lo stipendio, i pensionati non ne possono davvero più. Manca però la scintilla che possa far innescare l’inizio di quella contestazione seria e responsabile che possa mettere il nostro governo con le spalle al muro. Ma voi direte: “cos’è che non va? Che cos’è che non funziona, che cos’è che va cambiato? Da che parte cominciamo? ”. A non andar bene c’è davvero tutto e voglio provare a sintetizzare brevemente quella che è la situazione che stiamo vivendo in Italia e che tutti vogliamo modificare, costi quel che costi! Partiamo dalla nostra sanità, marcia, malata, incapace di dare l’assistenza con la A maiuscola e in molti casi nemmeno quella. Ospedali fatiscenti, case di riposo per anziani che non esistono, cliniche che sono dei lager, troppo pochi i medici di base che con troppi mutuati non riescono a seguirli tutti, pubbliche assistenze che vivono solo per il volontariato di pochi, servizio di assistenza ai disabili e anziani che, con pochi addetti, fa quello che può! I servizi sociali che dovrebbero essere la base di una società civile hanno poco personale e pochi mezzi, dal momento che gli enti locali – Comuni in primis – sono costretti a tagliare ogni anno i fondi disponibili. Il risultato è che gli anziani e i disabili sono sempre più soli e abbandonati a loro stessi, intanto, a che cosa servono? Quanto debba pagare il cittadino italiano in termini di tasse lo sappiamo e vediamo tutti: è una vessazione continua. È un continuo pagare bollette e servizi che aumentano sempre nel conto e che sono erogati sempre in misura peggiore. Benzina alle stelle e dei famosi “sgravi fiscali” nemmeno l’ombra, se non solo delle parole e inutili promesse. Ma non doveva il Pd essere il partito del popolo, il partito che avrebbe lottato per i lavoratori e che si era impegnato a eliminare i privilegi di cui continuano a godere i nostri parlamentari (senatori e deputati). Mi sembra che questa lotta la stiano facendo altri partiti e non certo il Pd. Non vorrei anch’io ritrovarmi presto nella rose, sempre in aumento, dei delusi e di coloro che, ormai, non credo più in niente e in nessuno. D’altra parte, diciamocela chiara, che la gente si sti distaccando sempre maggiormente dalla politica mi sembra una cosa assodata e documentabile. Il lavoro è poi una parola quasi uscita dal vocabolario italiano. Beati coloro che credono ancora che l’Italia sia una Repubblica Democratica fondata sul lavoro. Magari, speriamo, sarà ancora democratica, ma di lavoro nemmeno l’ombra. I giovani, poi, i nostri giovani, sono purtroppo ancora incapaci di capire quella che è e che sarà la tragedia del loro futuro. Un futuro dove lo stipendio mensile e la pensione sono dei miraggi anche per chi sta lavorando adesso. Perché non reagiscono a questa situazione, perché non si “danno una mossa” e non chiedono a voce ferma dei diritti che a loro competono? Quando finiranno i soldi dei genitori o delle pensioni dei nonni, cosa faranno? Di cosa vivranno? Con quali soldi si potranno comprare o pagare l’affitto di un appartamento in vista di un eventuale matrimonio quando le banche non concedono quasi più mutui? Ho citato le banche sul cui comportamento preferisco soprassedere per cadere nella volgarità! Ma a salvare l’Italia e il suo bilancio ci penserà Equitalia che sta mettendo alla fame migliaia di piccole imprese e di semplici cittadini ai quali sono rimasti, sì e no, solo gli occhi per piangere. C’è davvero da stare tranquilli e sereni! Belli miei, è il momento di suonare la sveglia e l’adunata!

Carlo Colla

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