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POLITICA

Elezioni in Abruzzo

... svolazzamento di fuchi ubriachi al centro e api regina in lotta all’ultimo sangue

Le elezioni regionali in Abruzzo hanno regalato uno spettacolo degno di un circo comico, con i leader centristi che sembravano fuchi ubriachi, impotenti di fronte al volo maestoso delle due api regina di destra e sinistra, Meloni e Schlein. Mentre le api regina si sfidavano all’ultimo sangue, i poveri maschietti di centro si sono ridotti a leccarsi le ferite, incapaci di ottenere un minimo di rilevanza politica.

I quattro leader centristi, Tajani, Renzi, Calenda e Toti, si sono mossi come fuchi disorientati, sperduti nel tentativo di trovare uno spazio al centro del panorama politico, ma hanno dovuto fare i conti con la netta superiorità delle due giganti femmine in lotta. Mentre Meloni e Schlein si davano battaglia senza esclusione di colpi, i centristi non riuscivano neanche a farsi notare, diventando semplici spettatori di un confronto che li relegava ai margini della scena politica.

La brutta figura dei leader centristi è stata evidente fin dalle prime analisi post-elettorali. Tajani, che sognava di tallonare Meloni, si è invece dovuto limitare a gongolarsi con la disamina dei voti ai partiti.  Fratelli d’Italia si attesta ancora primo partito del centrodestra, mentre la Lega arranca a dispetto di Forza Italia, che effettivamente registra un vero e proprio exploit, aumentando di molto le preferenze rispetto a cinque anni fa. Renzi, con il suo sarcasmo tipico, ha espresso la sua avversione nel dover rivedere Calenda, sottolineando ironicamente la vastità del campo politico che rendeva improbabile persino un loro incontro.

Calenda, dal canto suo, ha fatto orecchie da mercante alle vittorie di Forza Italia in Abruzzo, preferendo concentrarsi sulle dinamiche locali e su presunte politiche clientelari del vincitore, Marco Marsilio. Mentre Toti, dalla Liguria, applaudiva alla vittoria di Marsilio, dimostrando un’apparente solidarietà tra i leader centristi che sembrava più una mossa disperata che una reale volontà di coesione.

Nel frattempo, Meloni e Schlein si davano battaglia senza quartiere, dimostrando una forza e una determinazione che facevano invidia agli impotenti fuchi centristi. Mentre le due giganti si contendevano la leadership politica, i centristi si limitavano a osservare impotenti, incapaci di influenzare il corso degli eventi.

In questo scenario comico e surreale, la politica italiana sembra aver definitivamente liquidato il patriarcato, relegando i maschietti di centro a un ruolo marginale e insignificante? Mentre le api regina si contendono il dominio del panorama politico, i fuchi ubriachi al centro lottano disperatamente per trovare un posto che sembra ormai precluso a loro. E mentre Meloni e Schlein si odiano sempre di più, i centristi si ritrovano a essere poco più che spettatori di una lotta che li supera di gran lunga.

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