Ieri si è concluso, con un nulla di fatto, peraltro preannunciato, il primo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica. Le 672 schede bianche, il cui significato è arcano e noto solo ai nostri rappresentanti al Parlamento o meglio, ai loro dirigenti politici, se così ancora possono essere definiti e lo possono, è il risultato iniziale e provvisorio di una partita di cui francamente si ignorano le mosse.
E’ emerso, così il parere di osservatori e commentatori, che il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per la prima volta – ma non è la prima volta – abbia fatto intendere di essere disponibile-interessato-ambizioso di ascendere al Quirinale. Si è sentito e letto pure di un avvio di dialogo fra Salvini e Letta e comunque di una presentazioni di altri nomi da parte dei vari schieramenti politici. Se alla fine, che poi sarabbe già dall’inizio, si decidesse per Draghi, la stessa maggioranza che sostiene il Governo, dovrebbe, con la stessa compattezza, investire Draghi come Capo dello Stato e garantire la durata del Governo sino alle prossime elezioni, che comunque sono in vista perchè la Legislatura giunge al suo termine nel 2023.
Vedremo oggi cosa si delineerà!
Le elezioni a Presidente della Repubblica sono state più volte precedute da molti tentativi e da scrutini senza risultato, accompagnati da trattative laboriose, qualche altra volta si è giunti molto presto all’elezione.
Intanto i riflettori sono puntati; c’è attesa anche a livello internazionale per comprendere chi ci rappresemnterà nei prossimi sette anni, che saranno di ulteriori sfide e traguardi da raggiungere!
