Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀ

Il Comune di Albenga subisce ancora

Il Tar Liguria, dopo aver accolto lo scorso anno il ricorso presentato dalla società Nuova Beni Immobiliari contro il Comune di Albenga, di cui anche noi avevamo parlato, ha ora fissato il risarcimento dei danni che l’amministrazione comunale dovrà corrispondere all’impresa: 57 mila euro, oltre a 3 mila euro di spese processuali ed a 2 mila euro di spese per la consulenza tecnica d’ufficio. E’ quindi giunta al termine la una causa originata dal diniego del Comune alla richiesta di poter sanare alcune irregolarità commesse nel corso della ristrutturazione di un capannone artigianale in località Torre Pernice.

Il fabbricato, di oltre 2.500 metri quadrati, avrebbe dovuto ospitare magazzini per il deposito e la commercializzazione di prodotti agricoli, ma una porzione dei locali coperti sarebbe stata invece destinata ad archivio ed a servizi igienici, mentre l’area di carico fu completata con una copertura non ammessa dalle autorizzazioni urbanistiche.

La società proprietaria cercò pure di vendere l’immobile, ma la situazione di irregolarità urbanistica dissuase ogni possibile acquirente. Per rimediare, Nuova Beni Immobiliari fece domanda di sanatoria degli abusi, ma senza successo. Il Tar ha ritenuto che le aggiunte eseguite      in difformità alle norme potevano essere considerate come un intervento di manutenzione straordinaria con un limitato incremento dell’indice volumetrico: ovvero degli intervenenti un po’ azzardati n ei quali è difficile intravvedere un abuso vero e proprio. Inammissibile inoltre, secondo i giudici amministrativi, degli uffici comunali, che si erano pronunciati per l’impossibilità di sanare le irregolarità.

Il Tar Liguria aveva anche stabilito che Nuova Beni Immobiliari doveva essere risarcita, in quanto il rifiuto opposto dal Comune al rilascio della sanatoria aveva impedito la vendita del magazzino, che tuttavia è stato venduto. Per stabilire l’entità del risarcimento si è ricorso ad una perizia che valutasse la differenza tra il prezzo che avrebbe potuto essere incassato dalla vendita dell’immobile “sanato” ed il guadagno poi effettivamente realizzato. Da tale importo, di 168 mila euro,dovevano essere sottratte le spese necessarie per sanare le irregolarità (81 mila euro) e, ancora, la somma che la proprietà ha incassato utilizzando il capannone in questi anni (fissata in 30 mila euro). Di qui la somma risultante: 57 mila euro.

Rispondi