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CRONACA

Il sogno dei nostri nonni e dei nostri genitori non è più il nostro

giovani lavoroIl sogno dei nostri parenti era sempre stato quello che, alla loro dipartita da questa terra, avessero potuto lasciare un “pezzo” di casa ai propri figli nella certezza che questi avrebbero avuto un tetto sotto il quale vivere e non dover affrontare le spese di un affitto abitando in casa d’altri. Un sogno che, in verità, non tutti hanno potuto veder realizzare dal momento che, a loro, non è bastata una vita di lavoro e di sacrifici per poter acquistarsi un appartamento per poi lasciarlo ai figli. La maggioranza di questi onesti e seri lavoratori operai, dipendenti statali, impiegati o piccoli artigiani che fossero, non ha avuto questa soddisfazione, forse nemmeno quella di lasciare un gruzzoletto per le loro stesse spese funerarie. Chi, invece, più fortunato, è riuscito ha fare la spesa più importante della sua vita: comperarsi una casa dove passare gli anni della pensione e lasciarla, come naturale che sia ai figli. Questi ultimi, lavorando con il loro stipendio, ereditano la casa paterna, in qualche modo riuscivano a mantenerla, pagando regolarmente le spese condominiali e le utenze proprie di un appartamento, affrontando anche le “legnate” derivati da lavori di straordinaria manutenzione (facciata del palazzo, rifacimento del tetto o dell’ascensore o della caldaia o di quant’altro si voglia). Ebbene tutto questo, oggi, con i tempi che corrono, incomincia a non essere davvero più fattibile. Chi eredita una casa, che torno a ripetere, ha rappresentato il frutto di una vita di lavoro, di privazioni e di rinunce d parte dei genitori, eredita, in effetti, un mare di guai e di spese che molto spesso non riesce a sostenere. I motivi sono facilmente intuibili. Anzitutto i giovani d’oggi (quando dico “giovani” alludo ai trentenni e quarantenni) non lavorano più! Tutti a Spasso! Tutti licenziati! Chi aveva un lavoro lo ha perso, chi non ce l’ha, continua inutilmente a cercarlo, frustato nella sua dignità di essere umano. Senza una retribuzione mensile o stipendio che dir si voglia, senza una minima garanzia economica chi mantiene la casa? Chi paga il condominio? Chi paga le utenze? E soprattutto, chi paga le tasse? Senza contare che bisogna mangiare e vestirsi per poter vivere! Domande a cui rispondere diventa impossibile. Chi era benestante ieri, oggi lo è sempre meno. Chi si “barcamenava” ieri, oggi è diventato sempre più povero. Chi era povero ieri, oggi è alla fame! Questi sono gli amari e squallidi risultati della nostra società e del nostro governo che ci offre solo chiacchere e parole, costringendoci inesorabilmente a pagare tasse su tasse. Poveri nonni e genitori che credevano di averci lasciato un minimo di sicurezza e di dignità, privandosi loro stessi di quelle piccoli soddisfazioni di cui avrebbero potuto godere, invece ci hanno lasciato nei debiti, nell’incapacità di affrontare situazioni di degrado sociale che mai più si sarebbero immaginati. Oggi, la maggioranza dei giovani,”vivicchia” male e riesce ancora a comperarsi le sigarette ed il gelato con i soldi della pensione dei genitori o della nonna, finché ci sono al mondo. E poi? Il nulla! Il lavoro non esiste proprio (ma a proposito, la costituzione italiana non dice all’articolo I° che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro?) Senza di esso non esisterà mai la pensione se non quei quattro miseri spiccioli di quella ridicola “pensione sociale” che, prima o poi, verrà anch’essa tolta e che, comunque, anche se continuasse ad essere erogata non basta nemmeno per mangiucchiare qualcosa per tutto il mese. Poveri noi, poveri noi davvero! Ci rivolgeremo ai “servizi sociali”? Mi scappa da ridere, anzi piangere! Non voglio fare polemiche e lascio a voi i commenti. A preoccuparmi ed a non darmi pace è il pensare al futuro che si presenterà ai nostri figli, ai nostri nipoti, quando, speriamo il più tardi possibile, anche la nostra generazione dei sessantenni e settantenni passerà a miglior vita. Cosa lasceremo noi a loro? Probabilmente molti più guai di quanti ne abbiamo ricevuti noi, ereditando la casetta dei nostri genitori. C’è però un distinzione da fare: noi un lavoro comunque l’avevamo, mentre i nostri figli ed i nostri nipoti il lavoro rischiano di non vederlo mai. Grazie mondo della politica, grazie Signor governo, grazie per quanto siete stati capaci di distruggere e rovinare! Peccato proprio che, voi, di questi problemi proprio non li abbiate, alla faccia di noi tutti che, da bravi bambini, continuiamo a foraggiarvi ed arricchirvi con le nostre tasse che hanno letteralmente strangolato e che hanno azzerato i nostri conti correnti bancari: conti correnti che “corrono” solo all’indietro, anche zoppi e claudicanti, tanto da diventare “rossi” dall’affanno! Voi Signori ministri, Signori parlamentari e politici, camminate diritti e sicuri verso il traguardo degli “affaracci vostri” e, se siete stanchi, c’è sempre l’autista ed un’auto blu per farvi correre più veloci.

CARLO COLLA

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