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ATTUALITÀ

LA BUFALA – Quasi racconto, quasi vero. di un quasi dopo virus – 6a puntata

Kevin (ma il suo vero nome era Kelmend), era arrivato in Italia con la primissima ondata di albanesi fuggito dal feroce regime comunista. I tratti somatici, il “marchio di fabbrica” albanese, erano inconfondibili, ma a differenza di tanti suoi connazionali, parlava un italiano praticamente perfetto, molto meglio di molti italiani. Soprattutto pronunciava la “erre” senza quella distorsione tutta albanese che si distingueva inesorabilmente fra gli abitanti del paese delle aquile. Questa prerogativa, diciamo così linguistica, dipendeva da un fatto semplice ma determinante. Kevin, manco a dirlo, era titolare di una piccola azienda edilizia con 5-6 dipendenti, ovviamente tutti albanesi. Ai suoi collaboratori Kevin imponeva una cosa sola: parlare sempre in italiano, sia nei suoi confronti che in cantiere fra di loro. Questo, diceva Kevin, per tre motivi: per rispetto al paese che ci ha ospitato; per farsi sempre capire da chi ascoltava e quindi per serietà; per imparare bene la lingua.
Kevin e Giovanni si vedevano spesso, anche perché l’albanese era un ottimo pescatore e aveva un barchetta in porto alla quale ogni tanto Giovanni faceva manutenzione. Avevano stretto un profondo legame di amicizia e si trovavano sempre nel bar del porto, verso sera, per un aperitivo che era diventato un appuntamento fisso. Un rituale interrotto bruscamente dal “corona virus” che aveva costretto ad una lunga chiusura tutti i bar d’Italia.
Ma da tre mesi circa la situazione era migliorata, mascherine obbligatorie, distanziamento drastico, bar aperti ma solo per servizi ai tavoli, attività lavorative con precisi limiti… Insomma, un casino, ma sempre meglio della quarantena con coprifuoco totale durata quasi tre mesi.
Così Giovanni e Kevin, non tutte le sere ma 2-3 volte alla settimana, avevano ripreso il rito dell’aperitivo al bar del porto. Seduti a due tavolini diversi ma con le sedie ravvicinate in modo da appoggiare il bicchiere con il piattino di stuzzichini ognuno sul proprio tavolo ma seduti quasi fianco a fianco, rigorosamente ad un metro…
“Ciao Kevin, come te la passi?”
“Ciao, Giò, come al solito, si lavora di merda, ma si lavora… Tu piuttosto, come ti trovi nella nuova casa? Ehi, togliti la mascherina per mangiare le patatine!!”
“Umhfff!, ok, grazie… Casa nuova per modo di dire, gira voce che ci sia nato Cristoforo Colombo…!”
“Ah! Ah! Ah!… ma dai che te stai bene da solo, nessuno ti rompe le palle!”
“Francamente hai ragione, se non fosse per il mangiare che mi pesa da matti farmene… Per fortuna faccio scorta con la Bofrost di surgelati. Mario viene col camioncino a portarmi la scorta tutte le settimane. Una comodità.”
“In effetti ho provato i loro prodotti, non sono prezzi da discount, però sono ottimi. Che poi non è poi così difficile andare al supermercato e fare la spesa…”
“No, guarda, sarà come dici tu, però al supermercato devo andare con la lista, sennò mi dimentico il 50% delle cose, quindi devo usare gli occhiali, che con la mascherina obbligatoria mi si appannano di continuo. ‘Ste mascherine sono proprio una rottura…”
“A proposito Giò, hai sentito di quel tizio di Varazze che si è comprato una macchina che produce mascherine?”
“No, ma gli rende?”
“Guarda Giò, noi siamo dei coglioni… “ “Kevin, hai scoperto l’acqua calda!”
“Ma si, il bello è che lo ha detto pure in televisione!” “Davvero?”
“Si, quando è iniziata la crisi del Covid19 le mascherine non si trovavano da nessuna parte, ricordi? . ‘Sto tipo, lampo di genio, ha comprato in Cina la macchina che le produce. Ha speso, più o meno, 140/150.000 euro, ha 4-5 dipendenti riciclati dalla attività che aveva prima e produce 250/270.000 mascherine al giorno. Il bello è che le vende, dice lui, a circa 1 euro l’una. Un mio amico se l’è fatte comprare da un conoscente di Varazze e le ha pagate un euro e mezzo… Magari il conoscente ci ha fatto la cresta… Però alla fine, se produce davvero 250.000 mascherine al giorno e ci guadagna anche 10 centesimi l’una… beh, fai un po’ due conti!”
“Belin, sono 25.000 euro al giorno!”
“Eh, sì, caro Giò, siamo proprio dei coglioni!!”
“Comunque di quel periodo io ricordo solo il gesto del tuo primo ministro albanese quando ha voluto aiutare l’Italia. Sai mi ero davvero commosso! Madonna, perché a me non mio vengono mai idee così? Io ho solo idee sbagliate come quella di sposare una sanguisuga!”
“Te l’ho detto che gli albanesi sono un grande popolo… Ma dimmi, Giò. hai di nuovo problemi con Tatiana?”
“E quando mai non mi da problemi? Adesso ha deciso di sbattere sulla strada tutte le mie collezioni di fumetti e bustine di zucchero. E tu sai dove abito, dove belin me le metto?”
“Ma che problema c’è, vengo sabato e domenica, mi dai una mano, e ti sistemo la cantina, che ci vuole?”
“Senti Kevin, io ci sto male ad avere dei puffi in giro (n.d.r. puffi = debiti, dialetto ligure). Già ti devo una cifra, ma forse domani ti posso anticipare qualcosa… farne altri mi girano le palle”
“Ma figurati se con me devi fare queste sceneggiate! Al massimo quando mi sistemi la barca ci aggiustiamo. E poi se non ricordo male per sistemare la tua cantina ci vuole poco.”
“Mi preoccupano le infiltrazioni di acqua, sai le bustine di zucchero devono stare all’asciutto…”
“Ti perdi in un bicchiere d’acqua… Te l’ho detto, sistemiamo la cantina alla meglio, se rimane un po’ di umidità vai al mercatino dell’usato e compri una decina di contenitori di plastica con coperchio sovrapponibili, quelli che vendono anche all’Ikea, e ci schiaffi dentro le tue bustine, tanto sono a chiusura ermetica”
“Belin Kevin, sei un genio! Ha proprio ragione. Ma, senti, io vorrei mettere a posto i conti con te… anche tu avrai le tue spese… Io non ricordo bene quanto ti devo, ma domani o dopo mi arriva un bonifico di 3800 euro. Se te lo giro direttamente, basta per tutti i lavori che mi hai fatto? “
“Guarda, io posso aspettare, con te non ho problemi, te l’ho detto. Ma se davvero riesci a girarmi questa cifra, e la cosa non ti crea difficoltà, ti sistemo anche la cantina e ti faccio pure quel pezzetto di guaina da dove entra l’acqua piovana. “
“No, no, Kevin, sti soldi mi arrivano da uno che proprio non ci speravo…”
“Allora, sai che ti dico Giò, l’aperitivo stasera lo offro io! … Ciao! Ci vediamo sabato … e rimettiti la mascherina!!”

(fine sesta puntata – segue domani)

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