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ATTUALITÀ

LA BUFALA – Quasi racconto, quasi vero, di un quasi dopo virus…

(seconda puntata)

Giulin si pulì le mani sporche di olio motore con uno straccio già abbondantemente unto.
“Ma porca merda, possibile che sto motore del cavolo non riesca mai andare a dovere!”
Il motore che tanto faceva arrabbiare Giulin è un Vetus 4 cilindri diesel applicato alla motobarca da pesca “Silvana”, quella che in savonese viene comunemente chiamata “Cianciollo” .
Giulin, 52 anni di pelle e ossa, carnagione bruciata dal sole, pescatore professionista proprietario, appunto del “Silvana” con il quale tutti i giorni, nonostante i capricci del Vetus, si procaccia da vivere gettando diverse centinaia di metri di tremagli nel mare del ponente ligure.
“ Adesso dico, sto belin di motore ne ha sempre una! Sei mesi fa si è crepata la testa, crepata la testa! Ma dai, quando mai una testa di motore si crepa da sola!? Niente, a me mi si è crepata! Sto scherzo mi è costato 4000 euro… dico, 4000 euro, mica noccioline…. “
Il problema principale, però era che i 4000 euro a Giovanni, titolare della Nautica Liguria, non glieli aveva ancora dati… Il blocco per l’emergenza virus aveva fermato la pesca dilettantistica, e questo era un bene (fanculo a tutti sti pensionati con l’hobby dei palamiti che intralciano il duro lavoro dei pochi professionisti rimasti!), ma il mercato però si era fermato ugualmente.
Certo, le pescherie erano rimaste aperte ma pochi acquistavano pesce, visto che piemontesi e lombardi erano relegati a casa loro, e i liguri uscivano poco per fare la spesa… Inoltre alberghi, ristoranti, ma soprattutto i bagni marini erano stati chiusi per settimane, mesi… ed anche ora, a settembre ormai inoltrato, il mercato era praticamente ridotto del 60-70%.
Molti ristoranti, addirittura, non avevano nemmeno riaperto, soprattutto per l’obbligo del distanziamento dei clienti. Senza parlare dei bar, i quali, quasi tutti, prima del Covid19, servivano piatti caldi ma che ora potevano solo servire caffè o gelati a tavolino ma con una persona sola seduta! Praticamente impossibile!
Così Giulin, che aveva rotto la testa del motore in inverno e riparata ai primi di gennaio, si era trovato nell’impossibilità di pagare il conto di Giovanni della Nautica Ligure.
“Senti Giovanni, gli aveva detto per telefono, cerca di pazientare un po’ per ‘sto conto… appena passa l’emergenza pandemia, e appena riaprono le attività arrivo e ti saldo tutto….”
Ovviamente Giovanni aveva mugugnato un po’ ma non avendo scelta, aveva accettato a malincuore. Ma ora, che le attività potevano dirsi riavviate, Giulin i soldi non li aveva ancora fatti… Il lavoro scarseggiava, i “padani” erano ancora pochi, spaventati da possibili focolai di ritorno, ristoranti a mezzo servizio, prezzi in calo per sovrabbondanza di pescato…
Insomma Giovanni stava ancora aspettando.
E dunque come poteva chiamare Giovanni per protestare che il Vetus andava a tre cilindri invece che quattro?
“Se non lo riparo non riesco a gettare i tremagli dove voglio io… Devo per forza trovare una soluzione.”
“Se almeno riuscissi a recuperare i crediti che ho in giro…” Pensò Giulin. E in quello stesso momento gli venne in mente Igor con la sua Pensione Gelsomina.
“Cavoli, però Igor sta lavorando! Lui ha riaperto, affitta le camere, il ristorante un po’ lavora, i muri sono suoi… … Potrebbe almeno darmi un acconto con tutto il pesce che gli ho dato per le feste di fine anno! Per il cenone di Capodanno gli ho portato persino delle aragoste!”
“Adesso lo chiamo!”

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