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ATTUALITÀ

LA PERDITA DEL LAVORO – PARTE III

lavoro-disoccupazione

Sapevamo che non sarebbe stato facile. Eravamo preparati.
Come soldati non ancora scalfiti ce ne stavamo fermi, pronti all’azione, pronti ad entrare nel tumulto e nella polvere. Ci sentivamo invincibili nelle nostre corazze luccicanti, le armi affilate, gli scudi solidi. Pronti a difenderci. Pronti a colpire. Pronti a tutto. Poi abbiamo cominciato a capire.
La battaglia è più dura di come l’avevamo prevista. Abbiamo punti di noi non difesi, non protetti, vulnerabili. Affrontiamo il nemico , ma lui ci colpisce con i proiettili delle negazioni, con le frecce avvelenate delle chiusure, con i “ non abbiamo bisogno”, con la realtà che non ci vuole e ci nega.
Perdiamo le forze. Viene meno la convinzione. Scende una nebbia che ci confonde e ci fa perdere di vista l’obiettivo. Ci faranno credere di essere inutili, inadatti, ma non è questa la verità. E’ vero solo in quella specifica realtà, ma i mondi sono infiniti. E’ il nostro che stiamo cercando. La singola unità nella galassia.
Non facciamoci distrarre. Se necessario non ascoltiamo. Giriamo lo sguardo dall’altra parte.
Guardiamo soltanto verso quel mondo che forse ci aspetta. Facciamolo senza abbassare la testa, senza rallentare. Siamo noi che comandiamo i nostri muscoli e il nostro pensiero. L’abbattimento del morale, la stanchezza, la rinuncia non sono previsti. Avremo tempo per guarire.
Comprendiamo che questa è una battaglia che non prevede tregue, che si basa su un rigore mentale che non puo’ venir meno. Respiriamo col fiato che abbiamo facendocelo bastare. Recuperiamo l’energia. Dove trovarla?
Nell’unico posto dove risiede : dentro di noi.
Nella certezza che il risultato non puo’ che essere uno : vincere. Ritrovare il nostro posto, il nostro ruolo, la nostra identità. Saremo premiati se agiremo cosi.
Con metodo e perseveranza. Ignorando i no e gli echi fastidiosi e anche tutti coloro che cercheranno di convincerci che non ce la faremo, che il mondo non è di tutti, che non c’è più posto per noi. Lasciamoli parlare. Non è come loro dicono. E’ solo meno facile. Diamoci tempo, nutriamo la nostra parte emotiva perché è lei la più fragile, la più ferita. Accantoniamo il resto per un momento.
Ci penseremo dopo a quell’amore che forse non tornerà. A chi sta per partire e a chi vuol rimanere. Le nubi se ne andranno quando vinceremo.
Perché succederà se rispetteremo le regole e noi stessi. Perché il coraggio è più della paura.

Loretta Ramognino

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